Avviso di chiamata

I segnali di fumo di Carletto L e Peppino DM

Siamo già in campagna elettorale?

Stavolta ho molto apprezzato l'intervento di Peppino Di Marzio sull'ospedale, apparso qualche giorno fa sulla Gazzetta. Finalmente intanto è uscito da quel cono d'ombra in cui sembrava operare ultimamente, dando forza alle dicerie sulla sua figura da deus ex machina, che operava dietro le quinte e che prendeva le decisioni che contavano, senza apparire. Questo venire allo scoperto alzando la voce e buttando la maschera, dando un calcio alle ipocrite aspettative sull'ospedale e al finto ottimismo, è lodevole ed è più adatto alla politica di oggi: non trame nell'ombra, ma dichiarazioni limpide. Un parlare chiaro riconoscendo che sostanzialmente, sull'ospedale, la città e la classe politica, cui anch'egli è stato parte integrante, hanno perso. Di Marzio si discosta dal velleitario ottimismo del sindaco, che era legittimo e dovuto (doveva in ogni caso manifestarlo per dare senso alle proteste, tardive, organizzate nei mesi scorsi) e dice chiaramente quello che tutti i comuni cittadini già pensavano: sull'ospedale ci stanno prendendo in giro. Ci hanno preso in giro. Finalmente un Di Marzio che esce dalle stereotipate dichiarazioni rilasciate sin dalla sconfitta delle primarie e che gioca addirittura con le immagini e le parole: «L'ospedale è la casa della disperazione».

Non sappiamo se ben consigliato o se consapevole che la gente vuole maggiore spregiudicatezza nelle azioni, ma anche nel linguaggio, Di Marzio, con le sue dichiarazioni, ha di fatto demolito mesi di false illusioni e di costruzioni della mente di una politica che non è più capace di fare nulla di buono per i cittadini, se non rilasciare qualche più o meno curata dichiarazione alla stampa. O forse più semplicemente è già entrato in campagna elettorale: quale? Quella per le Regionali? Nei giorni scorsi il suo nome era in pole position per una candidatura sicura in Regione, frutto di un presunto accordo tra la Trani pidilellina ed il sindaco di Corato (ormai ex) Perrone. Talmente gioioso per l'insperata elezione, che si era detto favorevole ad appoggiare un tranese per una poltrona di consigliere regionale. Ormai tanto la fetta di torta l'ha presa, il coratino topolino, e per Trani val bene una briciola, in proporzione. Appunto Di Marzio avrebbe dovuto essere il nome sicuro, ma nelle ultime giornate potrebbe prendere quota un possibile inserimento, per quella casella, di una Rosa Uva rafforzata nell'immagine agli occhi dei vertici regionali del suo partito, anche se continua ad avere noie interne al suo partito. Ma da un momento all'altro, potrebbero diventare noie irrilevanti, se arrivasse il grande salto, con la benedizione di Don Raffaele Fitto in persona. «Io mi sento forte», sembra dire la giovane assessora. Proprio in quest'ottica, lo stesso Di Marzio, anche per prepararsi a nuove battaglie elettorali, che siano locali (vedi prossimo paragrafo) o che siano regionali, potrebbe anche, ipotizziamo, rinunciare alla poltrona di assessore provinciale, visti anche gli ultimi sommovimenti in quella giunta (vedi caso Camero) ed i chiari di luna sulla questione Province.

Carlo Laurora intanto freme. Dopo il tentativo di lanciare un segnale all'amministrazione, facendo intravvedere una ciambellina di salvataggio con i voti dei suoi due consiglieri Tortosa e Maiullari (in tempi di dissidenti arrapati non si butta via niente), e dopo una marcia indietro riguardo a questo intento, visto il poco entusiasmo del suo elettorato e dell'opinione pubblica, Carletto sembra quei cardiologi col defibrillatore in mano, che non sa più cosa fare. Sembra che non abbia più molte speranze sul futuro del governo Riserbato e ha deciso di uscire allo scoperto: «Qua mi sa che devo candidarmi come sindaco...». Ehi, un momento... Che significa questa dichiarazione? Alle elezioni mancherebbero quattro anni. Se lo dice usando il tempo presente, credo che non dia molto tempo a questa amministrazione. E mentre la sagoma del notaio aleggia inquietante sulle teste dei governanti (mezze incredule e indirette conferme sarebbero arrivate al sottoscritto che ne ha parlato : «Ma come ca… hai fatto a venirlo a sapere?»), Laurora ha in mente di creare un forte fronte moderato, con tutti dentro, Pinuccio Tarantini compreso, (pronto a trasformare "Ritorno al futuro" - ne parleremo prossimamente - in lista civica) e altri soggetti che si riconoscono in questa area, che vi sveleremo pian piano nelle prossime puntate, con egli stesso naturalmente candidato sindaco. Una bella bomba ad orologeria, questa intenzione, con detonatore incorporato per l'amministrazione Risrebato. Carletto il Mordillabbra vuole rifarsi dopo la chance non sfruttata come consigliere regionale. Era all'opposizione e contava di fatto come il due di picche. Vorrebbe rifarsi con questo progetto che non disdegnerebbe un accordo post – elettorale col centro sinistra (insomma una versione riveduta e corretta del binomio DC – PSI degli anni d'oro, gli anni 80, anche stavolta alla faccia del Grillo Impagliato che a Trani sembra non esistere, visti i ragionamenti e le prospettive. A vedere la Lombardi (capogruppo grillina), mi viene voglia di rivedere all'opera la Chiarello (vista in ottima forma alla conferenza con Veneziani e Tarantini). Mi ricordo ancora il manuale per il sesso sicuro in auto - bellissimo ricordo -. Al cospetto della Lombardi che mi sembra la signorina Rottermaier bionda e piastrata, del cartone Heidi, la terribile governante dell'amica Clara di Francoforte. Che incubo!

Sull'Amet non abbiamo più dubbi: indipendentemente da come finirà, ci facciamo fin d'ora portavoce d'una esigenza socio-economico-politica della città e dell'opinione pubblica. Se il buon Gigi vuole sparigliare le carte della difficile situazione che attanaglia il suo governo, deve imprimere un colpo d'ala, che potrebbe giocarsi come arma personale per le eventuali pugne elettorali future, oltre che per il rilancio di Trani: deve mandare a quel paese i questuanti e nominare un manager valido, competente e con esperienza sul mercato di riferimento come futuro presidente. Già lo dicemmo: le svolte politiche in un ambiente angusto e provinciale, arrivano con i grandi atti e col coraggio: non solo con i soffi sulle candeline delle centenarie con fascia d'ordinanza e inaugurazioni di bancarelle con degustazione di tarallini e moscato. Ci ridia il teatro e rilanci l'Amet, con un manager vero e vedrà che le cose cominceranno a cambiare.

In riferimento all'ultimo Avviso di chiamata il prof. Peppino De Simone tiene a precisare che i rapporti col sindaco, contrariamente a quanto scritto nell'articolo, ("rapporti non più idilliaci") sono ottimi, così come anche con i consiglieri comunali, dissidenti compresi. Chi scrive aveva dedotto invece un certo "malessere" quando, ad una domanda – parere sulla delicata questione della raccolta del biogas a cura dell'Amiu, l'assessore all'ambiente aveva detto: «Se c'è qualche cosa che non va se ne interesserà la magistratura". Il Prof. De Simone invece tiene a precisare che "le sue perplessità risalivano alla gestione della questione quando era in carica la vecchia amministrazione , e che i suoi rapporti saranno ottimi con tutti quelli che, come l'attuale sindaco, opereranno nella più assoluta trasparenza». Insomma a Gigi R. non resta che cantare: «Meno male che Peppino (De Simone) c'è».

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