Avviso di chiamata
Il cappotticchio del PD
L’importante è che non sia una “Traniacapocchia”
giovedì 29 gennaio 2015
7.23
Ma si può rimanere sospesi o in difficoltà o nella palude all'indomani della clamorosa debacle politico giudiziaria che ha colpito, come una novella eruzione pompeiana, la destra tranese? Avrete capito che parliamo ancora una volta del PD. Un giorno si parla di primarie a due, un altro di primarie con tutti dentro, un giorno ancora di candidatura unica. Mentre il commissario Iaculli s'è insediato ed alla Signora vice-Prefetto di Brindisi ci aggrappiamo come ad una coperta di Linus, e ci mettiamo sotto di essa come in quelle notti fredde nelle quali vogliamo solo riscaldarci e dimenticare i dispiaceri della giornata passata, già si parla di aumento della Tari. Meno male: almeno forse qualcuno verrà a scopare una bengala che qualcuno ha lanciato la notte di Capodanno sotto casa mia e, ad oggi, è ancora lì, tristissima. E qui si aumenta la Tari (tassa sui rifiuti).
Sembrava che il PD ed i suoi possibili candidati sindaco, (che tra l'altro, senza nemmeno sapere se vengono votati come Primo cittadino, avrebbero già ambizioni per elezioni regionali e o parlamentari), avessero già indossato l'aureola della vittoria e la tunica dei trionfi, mentre ora sembrano accontentarsi del cappotticchio di sindaco, uno purché sia, pure ai saldi, magari con qualche truce, l'ennesimo, compromesso interno, che possa portare ad una pacifica spartizione, o a qualche giochetto elettorale da Prima Repubblica, tipo vigliacco voto disgiunto. Naturalmente devono dire grazie al suicidio assistito d'una destra ignobile ed al momento impresentabile, al carisma già comunque appannato d'un triste Renzusconi (ecco perché ai tranesi piace ancora, c'è ancora un' ombra berlusconiana a far esaltare i poveretti) se possono già ragionare da possibili futuri vincitori. Ma proprio perché la piazza tranese, pur sempre un capoluogo, resta un tassello importante, i vertici romani del PD, stanchi della flanella e della melina, della poca chiarezza e organizzazione politica del lido tranese democratico, starebbero pensando, secondo voci trapelate negli ambienti degli addetti ai lavori, ad un candidato esterno, mondato da ogni scoria del passato e giocabile come volto nuovo; questo nome avrebbe però l'handicap, come quello, da noi svelato in esclusiva nei giorni scorsi di Domenico Pontrandolfo sponsorizzato da De Noia, della poca popolarità. Il nome circolato come possibile candidato unico del PD e forse anche della coalizione di centro – sinistra, sarebbe quello di Giuseppe Tiani, poliziotto e rappresentante sindacale del Siap. Prima che aleggiasse il fantasma di Avantario, che per il momento tale è rimasto, s'era rigettato nella mischia il Ferrante, novello Ercolino sempre in piedi, già presidente del Consiglio comunale targato Riserbato, lo ricorderemo sempre, con quel pizzetto che serviva a dargli un tono. Ferrante fino a qualche mese fa già si vedeva come novello onorevole Trombetta (ricordate il memorabile sketch con Totò nel vagone letto?) in treno per Roma; poi qualcosa è cambiato: fra patti nazaneriani, renzuconismo e riforme annunciate e mai compiute, il nuovo che avanzava s'è installato al potere e allora addio elezioni e addio possibili volti giovani come, in partenza, sarebbe stato Ferrante. Data una verniciata con le varie Madia e Boschi di turno, addio alle giovani promesse della provincia, riposti in un polveroso cassetto e non parlo solo del Ferrante che c'ha messo del suo accettando la poltrona di presidente del più sfigato consiglio comunale della storia tranese, ma anche di tanti altri: basti pensare, tanto per fare un esempio, al bravissimo Matteo Ricci, ex presidente della provincia di Pesaro. Anche lui riposto in un cassetto. Ora dunque Ferrante, abbandonati i sogni romani, ripiegherebbe sul cappotticchio di candidato sindaco, alle primarie, alle secondarie, col nome secco, bagnato, umido, in ogni salsa, pur di non finire nel dimenticatoio. Pure De Laurentis vorrebbe fare il sindaco. Ma uno così poco propenso al compromesso e alle raccomandazioni, alla spartizione con trippa per gatti chi lo candida a Trani?
E negli altri condomini della politicuzza tranese? Carlo Laurora è già pronto con tre liste civiche, Lista Laurora, Cambia per Trani, Trani Futura; una voce darebbe Maiullari e Tortosa, Franco&Ciccio colpiscono ancora, come possibili "gestori" e aderenti della Lista Emiliano a Trani, in chiave esclusivamente comunale, dopo che a livello regionale ci sarebbe stato il forfait di Tommaso Laurora; ma i primi due, pronti sempre ad annusare l'aria come segugi, non sono udiccini? Ed il terzo citato non è un piddino? E nei giorni scorsi non era forse girata la voce di una possibile candidatura nella stessa Lista Emiliano da parte di De Noia (ancora lui?), poi però planato giustamente su Riva Destra? Forza Italia poi vuole fortissimamente vincere, vuole fare il colpo gobbo, il blitz con vittoria al primo turno: gira infatti una voce che vorrebbe Pasquale De Toma candidato.
Il clima era già incarognito. Ora, in generale, è incasinato. E vabbè che Mingantonio ha fatto Trani a capo, che ci piace pure come nome, ma qua mi pare che tutti gli altri vogliono fare Traniacapocchia.
Sembrava che il PD ed i suoi possibili candidati sindaco, (che tra l'altro, senza nemmeno sapere se vengono votati come Primo cittadino, avrebbero già ambizioni per elezioni regionali e o parlamentari), avessero già indossato l'aureola della vittoria e la tunica dei trionfi, mentre ora sembrano accontentarsi del cappotticchio di sindaco, uno purché sia, pure ai saldi, magari con qualche truce, l'ennesimo, compromesso interno, che possa portare ad una pacifica spartizione, o a qualche giochetto elettorale da Prima Repubblica, tipo vigliacco voto disgiunto. Naturalmente devono dire grazie al suicidio assistito d'una destra ignobile ed al momento impresentabile, al carisma già comunque appannato d'un triste Renzusconi (ecco perché ai tranesi piace ancora, c'è ancora un' ombra berlusconiana a far esaltare i poveretti) se possono già ragionare da possibili futuri vincitori. Ma proprio perché la piazza tranese, pur sempre un capoluogo, resta un tassello importante, i vertici romani del PD, stanchi della flanella e della melina, della poca chiarezza e organizzazione politica del lido tranese democratico, starebbero pensando, secondo voci trapelate negli ambienti degli addetti ai lavori, ad un candidato esterno, mondato da ogni scoria del passato e giocabile come volto nuovo; questo nome avrebbe però l'handicap, come quello, da noi svelato in esclusiva nei giorni scorsi di Domenico Pontrandolfo sponsorizzato da De Noia, della poca popolarità. Il nome circolato come possibile candidato unico del PD e forse anche della coalizione di centro – sinistra, sarebbe quello di Giuseppe Tiani, poliziotto e rappresentante sindacale del Siap. Prima che aleggiasse il fantasma di Avantario, che per il momento tale è rimasto, s'era rigettato nella mischia il Ferrante, novello Ercolino sempre in piedi, già presidente del Consiglio comunale targato Riserbato, lo ricorderemo sempre, con quel pizzetto che serviva a dargli un tono. Ferrante fino a qualche mese fa già si vedeva come novello onorevole Trombetta (ricordate il memorabile sketch con Totò nel vagone letto?) in treno per Roma; poi qualcosa è cambiato: fra patti nazaneriani, renzuconismo e riforme annunciate e mai compiute, il nuovo che avanzava s'è installato al potere e allora addio elezioni e addio possibili volti giovani come, in partenza, sarebbe stato Ferrante. Data una verniciata con le varie Madia e Boschi di turno, addio alle giovani promesse della provincia, riposti in un polveroso cassetto e non parlo solo del Ferrante che c'ha messo del suo accettando la poltrona di presidente del più sfigato consiglio comunale della storia tranese, ma anche di tanti altri: basti pensare, tanto per fare un esempio, al bravissimo Matteo Ricci, ex presidente della provincia di Pesaro. Anche lui riposto in un cassetto. Ora dunque Ferrante, abbandonati i sogni romani, ripiegherebbe sul cappotticchio di candidato sindaco, alle primarie, alle secondarie, col nome secco, bagnato, umido, in ogni salsa, pur di non finire nel dimenticatoio. Pure De Laurentis vorrebbe fare il sindaco. Ma uno così poco propenso al compromesso e alle raccomandazioni, alla spartizione con trippa per gatti chi lo candida a Trani?
E negli altri condomini della politicuzza tranese? Carlo Laurora è già pronto con tre liste civiche, Lista Laurora, Cambia per Trani, Trani Futura; una voce darebbe Maiullari e Tortosa, Franco&Ciccio colpiscono ancora, come possibili "gestori" e aderenti della Lista Emiliano a Trani, in chiave esclusivamente comunale, dopo che a livello regionale ci sarebbe stato il forfait di Tommaso Laurora; ma i primi due, pronti sempre ad annusare l'aria come segugi, non sono udiccini? Ed il terzo citato non è un piddino? E nei giorni scorsi non era forse girata la voce di una possibile candidatura nella stessa Lista Emiliano da parte di De Noia (ancora lui?), poi però planato giustamente su Riva Destra? Forza Italia poi vuole fortissimamente vincere, vuole fare il colpo gobbo, il blitz con vittoria al primo turno: gira infatti una voce che vorrebbe Pasquale De Toma candidato.
Il clima era già incarognito. Ora, in generale, è incasinato. E vabbè che Mingantonio ha fatto Trani a capo, che ci piace pure come nome, ma qua mi pare che tutti gli altri vogliono fare Traniacapocchia.