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Il mercato delle occasioni perdute
Sempre più bancarelle spariscono
giovedì 20 dicembre 2012
10.10
Lo abbiamo scritto da oltre tre anni che la destinazione del mercato settimanale è una ciofeca. Parlo con più d'un operatore commerciale che un tempo giungeva dalla provincia di Foggia e da altre piazze, per vendere i propri prodotti nel mercato di Trani, ed ora mi dice che è da tanto che questa città non è più meta gradita per loro. Sempre più bancarelle spariscono in quella che una volta era una gioiosa consuetudine per tante signore tranesi, che magari con qualche loro parente che riusciva a strappare un permesso breve sul lavoro, beccavano qualche occasione per il vestiario o altro. Altri tempi. Altri luoghi. Altre tradizioni. Mi viene in mente come un sogno, un mattino qualsiasi d'una ventina d'anni fa: colori, gioiosa ressa, oasi d'ombra in piazza Garibaldi, possibilità di vedere, girare, uscire, rientrare, fare come ti pare in un momento che era una specie di passatempo. C'è chi lo definì "suk". D'accordo, era un suk. Ma era un mercato cittadino vero. Col profumo delle stoffe, le occasioni un po' così, un po' eleganti e un po' sopra le righe. Insomma era un vero mercato popolare. Col suo vociare, le sue pecche, i prezzi scritti sui cartoni, l'immondizia lasciata sui marciapiedi alla fine della fiera. Immagini di vita vissuta. Un mercato per tutta quella gente che non voleva indebitarsi per comprare capi d'alta moda nelle patinate boutique del centro. Era un comunque un diversivo, un'opzione della mente e del cuore di quelle donne che comunque volevano farsi la proverbiale "idea" su quello che avrebbero potuto acquistare. E ci andavano pure, magari in incognito, le signore che compravano nelle boutique patinate. O c'era chi comprovava sia lì, che nel mercato suk. Tanto erano tempi in cui si poteva spendere senza troppi scrupoli, in molti casi.
Ora, ci chiediamo, proprio ora, che la crisi imperversa e che l'Imu straccia le ultime mutande disponibili, la Trani politica, la Trani che lavora e che potrebbe acquistare ma non vuole , la Trani che vorrebbe ma non può, questa città che tra l'altro continua a perdere tutti i luoghi di aggregazione pubblica, non riesce a gestire una sede, un sito degno, una riorganizzazione d'un semplice mercato settimanale. L'ultima puntata del film delle occasioni perdute della città, vede quel mostriciattolo di mercato, lontano, anonimo, sempre meno frequentato, nell'infinita via Superga, affogare nell'acqua lorda d'una nera pozzanghera. L'ennesima metafora di questa città che si perde nelle chiacchiere e nelle lotte per poltrone calde e vellutate (e ben remunerate) e non sa offrire uno straccio di servizio pubblico ai cittadini. E i commercianti, nel giro settimanale, "saltano" Trani, che affoga nella pozzanghera dell'inefficienza. Benvenuti a Trani, mercato delle occasioni perdute. In ogni caso buon Natale ai lettori e cittadini.
Ora, ci chiediamo, proprio ora, che la crisi imperversa e che l'Imu straccia le ultime mutande disponibili, la Trani politica, la Trani che lavora e che potrebbe acquistare ma non vuole , la Trani che vorrebbe ma non può, questa città che tra l'altro continua a perdere tutti i luoghi di aggregazione pubblica, non riesce a gestire una sede, un sito degno, una riorganizzazione d'un semplice mercato settimanale. L'ultima puntata del film delle occasioni perdute della città, vede quel mostriciattolo di mercato, lontano, anonimo, sempre meno frequentato, nell'infinita via Superga, affogare nell'acqua lorda d'una nera pozzanghera. L'ennesima metafora di questa città che si perde nelle chiacchiere e nelle lotte per poltrone calde e vellutate (e ben remunerate) e non sa offrire uno straccio di servizio pubblico ai cittadini. E i commercianti, nel giro settimanale, "saltano" Trani, che affoga nella pozzanghera dell'inefficienza. Benvenuti a Trani, mercato delle occasioni perdute. In ogni caso buon Natale ai lettori e cittadini.