Avviso di chiamata
La casta piccola piccola, con le unghie e con i denti
Ultimi disperati tentativi di restare a galla e la "presa per il sedere" delle elezioni provinciali
giovedì 2 ottobre 2014
7.48
Siamo alle ultime comiche. Ultimi sussulti della casta piccola piccola di Trani, ammaccata dai ricatti e dal potere distorto, dal servizio pubblico seppellito, che è stato immolato sull'altare dell'interesse privato, della nomina finalizzata alla copertura d'un misero numero in consiglio comunale, della poltrona che ammansisce i latrati dei cagnolini, pronti a mordere con dentini apparentemente piccoli, ma capaci di far cadere un sistema politico nel giro di pochi minuti, di demolire un gruppo (purtroppo) eletto democraticamente, e mai scelta fu più foriera di pentimento da parte di tanti cittadini. I problemi reali della città sono stati da tempo messi in un cassetto e chiusi col lucchetto, come quelli che usavano le nonne che non volevano far fare troppe telefonate. Ora le telefonate dei cittadini sono limitate a qualche lamento sui forum, a qualche manifestazione di piazza, nemmeno troppo affollata, vista la nausea sopraggiunta. L'apice ultimo di questo degrado, una curva che va verso l'alto solo per segnare il livello massimo di assurdità e squallore, è stato raggiunto in questi ultimi mesi. Anche i consiglieri comunali più irriducibili, hanno raggiunto una consapevolezza d'incapacità a governare, che però è e resta direttamente proporzionale al timore di non essere spazzati via per sempre e di non essere rieletti mai più: addio quindi, a quel punto, ai gettoni di presenza, da noi pagati, addio speranze di favori, addio nomine nei consigli d'amministrazione, addio consulenze, addio poltrone dei revisori ai parenti stretti, addio belle e veloci riunioni, con fulminea firma foriera di soldini, addio consigli comunali con diecimila punti all'ordine del giorno, con sfiancamento dell'opposizione e approvazione saltellando sotto la pioggia degli insulti dei cittadini rabbiosi, come gli impiegati all'uscita della metropolitana in un piovoso lunedì. Scivolano via, tra una zuffa al Comune, ed un alto rischio gaffe sulla mensa scolastica, tra le tante prese in giro per i cittadini e tra le piccole e grandi questioni lasciate in sospeso, a cominciare dalla scandalosa pagina della discarica. Ma se, ad esempio, un dirigente scolastico non controlla un problema che si verifica in una scuola, i cittadini o le autorità con chi pensate che se la prendano? Con il rettore dell'università o con il provveditore agli studi? Mah!
L'ultima lezione magistrale di democrazia, anzi, scusate la brutalità, di presa per il sedere dei cittadini, arriva dalla farsesca elezione del futuro consiglio provinciale, con presidente annesso. Come opportunamente ha fatto notare Franco Laurora dei Verdi, con una nota apparsa in settimana, la partecipazione popolare viene archiviata e sepolta sotto il macigno degli accordi sotto banco, dell'anacronistica votazione attuata da consiglieri per altri consiglieri e per un presidente. Roba che avveniva più di trent'anni fa, quando il sindaco era eletto dai consiglieri (l'ultima volta che avvenne a Trani, il giorno dopo, si verificò lo scioglimento per infiltrazioni mafiose – le cose non sono legate, è un fatto storico, di aneddotica politica). Questa è anche la politica portata da Renzi. Un gattopardo grosso così che in nome del cambiamento fa tornare in auge votazioni in stile anni 80, accordi inciuceschi e irridenti nei confronti del popolo bue, costretto forse ad avere tra non molto un presidente di una provincia zombesca, la BAT, un presidente che solo qualche tempo fa voleva condurre la sua città, la ridente Bisceglie, ad un referendum per uscire dalla suddetta provincia. Ora potrebbe diventarne il presidente e non solo, pure con l'appoggio di consiglieri di centro – destra tranese; la quale compagine politica ha un sindaco che a Bisceglie, alle ultime elezioni, andò a perorare la causa del competitor di Spina, tale Casella, personaggio di dantesca memoria; cosa che attirò sullo stesso Gigi R, l'astio profondo dello Spina. Ed ora, l'ok della maggioranza tranese pro Spina, potrebbe portare un soccorso pronto e centodiciottesco, nei confronti dell'agonizzante governo Riserbato da parte di quelli che nel frattempo sono diventati i consiglieri UDC legati allo stesso Spina, ma attualmente all'opposizione. Pinuccio Tortosa, ad esplicita domanda, già ci rispose: "Non esiste!" Ma siccome tradizione vuole che ormai ad ogni consiglio comunale che si avvicina minaccioso, ogni numero, sia pur per pochi peli, vada poi a suo posto, prolungando il calvario tranese e di questa maggioranza, anche stavolta, forse, un po' coi dentini famelici, un po' col salvagente di turno, la scialuppa calata all'ultimo momento, arriverà. Debiti fuori bilancio permettendo e inchieste montanti all'orizzonte, anzi ormai dietro l'angolo, permettendo pure. Dentini e unghiette pronti, signori, si va di nuovo alla guerra. Il popolo assiste impotente, sdentato e nauseato.
L'ultima lezione magistrale di democrazia, anzi, scusate la brutalità, di presa per il sedere dei cittadini, arriva dalla farsesca elezione del futuro consiglio provinciale, con presidente annesso. Come opportunamente ha fatto notare Franco Laurora dei Verdi, con una nota apparsa in settimana, la partecipazione popolare viene archiviata e sepolta sotto il macigno degli accordi sotto banco, dell'anacronistica votazione attuata da consiglieri per altri consiglieri e per un presidente. Roba che avveniva più di trent'anni fa, quando il sindaco era eletto dai consiglieri (l'ultima volta che avvenne a Trani, il giorno dopo, si verificò lo scioglimento per infiltrazioni mafiose – le cose non sono legate, è un fatto storico, di aneddotica politica). Questa è anche la politica portata da Renzi. Un gattopardo grosso così che in nome del cambiamento fa tornare in auge votazioni in stile anni 80, accordi inciuceschi e irridenti nei confronti del popolo bue, costretto forse ad avere tra non molto un presidente di una provincia zombesca, la BAT, un presidente che solo qualche tempo fa voleva condurre la sua città, la ridente Bisceglie, ad un referendum per uscire dalla suddetta provincia. Ora potrebbe diventarne il presidente e non solo, pure con l'appoggio di consiglieri di centro – destra tranese; la quale compagine politica ha un sindaco che a Bisceglie, alle ultime elezioni, andò a perorare la causa del competitor di Spina, tale Casella, personaggio di dantesca memoria; cosa che attirò sullo stesso Gigi R, l'astio profondo dello Spina. Ed ora, l'ok della maggioranza tranese pro Spina, potrebbe portare un soccorso pronto e centodiciottesco, nei confronti dell'agonizzante governo Riserbato da parte di quelli che nel frattempo sono diventati i consiglieri UDC legati allo stesso Spina, ma attualmente all'opposizione. Pinuccio Tortosa, ad esplicita domanda, già ci rispose: "Non esiste!" Ma siccome tradizione vuole che ormai ad ogni consiglio comunale che si avvicina minaccioso, ogni numero, sia pur per pochi peli, vada poi a suo posto, prolungando il calvario tranese e di questa maggioranza, anche stavolta, forse, un po' coi dentini famelici, un po' col salvagente di turno, la scialuppa calata all'ultimo momento, arriverà. Debiti fuori bilancio permettendo e inchieste montanti all'orizzonte, anzi ormai dietro l'angolo, permettendo pure. Dentini e unghiette pronti, signori, si va di nuovo alla guerra. Il popolo assiste impotente, sdentato e nauseato.