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La sora Lucia, tutti la vogliono ma nessuno se la piglia
Da Caffarella a oggi, tempi duri per i giornalisti in politica
giovedì 22 gennaio 2015
7.32
La storia tranese non è mai stata tenera con i giornalisti che si sono buttati in politica: l'ultimo che ricordi, aiutatemi a richiamare altri casi, fu Franco Caffarella, già assessore nella giunta Avantario, un governo non memorabile, ma almeno buttato giù dai veleni di coalizione e incapacità variegate, quelle/i non mancano mai, piuttosto che dalle legnate alla Rocco Siffredi della Magistratura. Il Caffy fu poi stritolato dalla cronica vocazione del suo partito, Margherita prima e Pd poi, a bruciare, così, a "muzzi", un po' lì un po' là, varie personalità nate e cresciute nel suo stesso seno, anche se lui stesso non è intonso da responsabilità.
Il "maledetto giorno", così come l'interessato stesso lo ha definito, in cui partecipò ad una riunione di maggioranza del governo Tarantini, in cui il Nostro ricoprì il non eclatante ruolo di vice presidente del Consiglio (quello che si siede quando il titolare scappa al bagno, chiedere al povero Andrea Ferri, talmente traumatizzato dall'esperienza da annunciarmi in un sms l'addio alla politica), segnò poi l'estrema unzione politica dell'ex direttore di Bombonotizie (allora si chiamava ancora così: lì cominciai a svolgere questa folle ma divertente attività di giornalista, con FC pronto a mandarmi a realizzare le prime interviste a Mons. Cassati, Antonino Battista, oh yes, quando era ancora socialdemocratico, età della Pietra, ed il preside Renato Guarriello, del Liceo Classico, una specie di riproduzione con più capelli di Ciriaco De Mita, mi chiamava puntualmente Giovannirongo).
Ora si affaccia in politica la giornalista della Gazzetta del Nord Barese, (la cosa più bella da queste parti dopo la ferrovia Bari Nord, ma non la compro mai, la leggo sempre al bar) Lucia De Mari, attualmente presidente dell'associazione culturale dal roboante nome "Piazza 2.0". La Nostra vorrebbe fare la sindachessa: non ha alcuna esperienza in politica, ma al suo fianco appare, oltre al gruppo d'iscritti della succitata associazione, il fido Gianfranco Giusto, altro ex socialdemocratico (Eccheè? E' il secondo oggi in un pezzo solo? PSDICHEDELICO il pezzo di oggi …) e conoscitore di anfratti, magagne e buchi neri e luminosi della nostra politica.
La procace Lucia aveva trovato una prima ottima sponda in una fetta di Pd (sempre loro!), storia già vecchia di qualche mese fa. Poi quelli hanno deciso che le Primarie, se le facevano tra di loro, senza "intrusi" della società civile e Lucy nostra è stata scaricata. Con il centro-destra morto ucciso dalle ultime memorabili annate, non sarebbe proprio il caso di farsi candidare o appoggiare da quel pozzo senza fondo che è diventata quella parte politica: ogni settimana viene fuori dal pozzo uno scheletro, uno scarpone, una lisca di pesce, una videocassetta con Rocco Siffredi e Moana Pozzi (buonanima), una diecimilalire, un manifesto stracciato dell'ultima campagna elettorale con un uomo con la faccia a metà (metà sua e metà d'un altro o d'un'altra, presagio oscuro del doppio, come in teatro-commedia e tragedia, dramma e barzelletta, che avremmo poi visto).
Ora Lucia, Gianfry e gli altri stanno pensando cosa fare, ora, o tra due anni, se ci danno il commissariamento lungo. Busseranno al portone della destra? Ma lì hanno già top player del calibro di Pasqualino De Toma (si dice) e Domenico Portrandolfo, candidato sindaco, patron Pegaso, sponsorizzato da quel sagoma di Francesco De Noia, cui potrebbero associarsi altri tipo Gagliardi della Ppdt, Di Modugno, ex Fi, ed altre anime della galassia esplosa a destra dopo il Big bang di fine 2014.
Eppure l'alveo familiare della De Mari vede un cugino, Straniero, nelle vesti di mitico assessore nella giunta Tamborrino, quindi un precedente in famiglia ci sarebbe pure, a destra. Chi se la piglia, allora, la sora Lucia: singoli consiglieri che in uscita da coalizioni sfatte o dai loro stessi partiti potrebbero appoggiare direttamente o con liste civiche la stessa Lucia? Giuseppe Tortosa ci avrebbe fatto un pensierino, ma bisogna vedere che ne pensa Spina, altro biscegliese da cui altri tranesi, Corrado compreso, si sono ridotti a prendere ordini. Allora chi? Maiullari non vuole nemmeno lui ricandidarsi e si vocifera che sponsorizzerà come consigliere il cognato (Tuttinfamglia); che non sia lo stesso Corrado? Resosi conto che le chance per fare il sindaco sono ridotte al lumicino, si butta sulla De Mari, politicamente parlando, intendiamoci? O alla fine si farà uno sposalizio politico con una delle star della politica tranese di questi anni?
Uno che stava aspettando il posto di assessore, stando all'opposizione, roba da fuoriclasse, da top player, prima che arrivasse la bomba di Natale che ha fatto volare gli occhiali pure a lui: Pino Ibra Paolillo (cambia partiti come Ibra cambia squadre). Siccome nessuno se la piglia alla fine Lucia potrebbe fare un album di liste civiche, in stile Panini (nel senso della raccolta), tentando il colpo col voto d'opinione, triste ultima spiaggia, nelle speranze d'un candidato, in quanto la massa qui vende se stessa anche per una busta di lenticchie. Altro che voto d'opinione. Voto d'accatto. Poi ci sarebbe anche Antonio Procacci, che per il momento nel curriculum politico vanta l'amicizia con Mingo di Striscia la notizia. Ma questa storia ve la racconteremo un'altra volta.
Il "maledetto giorno", così come l'interessato stesso lo ha definito, in cui partecipò ad una riunione di maggioranza del governo Tarantini, in cui il Nostro ricoprì il non eclatante ruolo di vice presidente del Consiglio (quello che si siede quando il titolare scappa al bagno, chiedere al povero Andrea Ferri, talmente traumatizzato dall'esperienza da annunciarmi in un sms l'addio alla politica), segnò poi l'estrema unzione politica dell'ex direttore di Bombonotizie (allora si chiamava ancora così: lì cominciai a svolgere questa folle ma divertente attività di giornalista, con FC pronto a mandarmi a realizzare le prime interviste a Mons. Cassati, Antonino Battista, oh yes, quando era ancora socialdemocratico, età della Pietra, ed il preside Renato Guarriello, del Liceo Classico, una specie di riproduzione con più capelli di Ciriaco De Mita, mi chiamava puntualmente Giovannirongo).
Ora si affaccia in politica la giornalista della Gazzetta del Nord Barese, (la cosa più bella da queste parti dopo la ferrovia Bari Nord, ma non la compro mai, la leggo sempre al bar) Lucia De Mari, attualmente presidente dell'associazione culturale dal roboante nome "Piazza 2.0". La Nostra vorrebbe fare la sindachessa: non ha alcuna esperienza in politica, ma al suo fianco appare, oltre al gruppo d'iscritti della succitata associazione, il fido Gianfranco Giusto, altro ex socialdemocratico (Eccheè? E' il secondo oggi in un pezzo solo? PSDICHEDELICO il pezzo di oggi …) e conoscitore di anfratti, magagne e buchi neri e luminosi della nostra politica.
La procace Lucia aveva trovato una prima ottima sponda in una fetta di Pd (sempre loro!), storia già vecchia di qualche mese fa. Poi quelli hanno deciso che le Primarie, se le facevano tra di loro, senza "intrusi" della società civile e Lucy nostra è stata scaricata. Con il centro-destra morto ucciso dalle ultime memorabili annate, non sarebbe proprio il caso di farsi candidare o appoggiare da quel pozzo senza fondo che è diventata quella parte politica: ogni settimana viene fuori dal pozzo uno scheletro, uno scarpone, una lisca di pesce, una videocassetta con Rocco Siffredi e Moana Pozzi (buonanima), una diecimilalire, un manifesto stracciato dell'ultima campagna elettorale con un uomo con la faccia a metà (metà sua e metà d'un altro o d'un'altra, presagio oscuro del doppio, come in teatro-commedia e tragedia, dramma e barzelletta, che avremmo poi visto).
Ora Lucia, Gianfry e gli altri stanno pensando cosa fare, ora, o tra due anni, se ci danno il commissariamento lungo. Busseranno al portone della destra? Ma lì hanno già top player del calibro di Pasqualino De Toma (si dice) e Domenico Portrandolfo, candidato sindaco, patron Pegaso, sponsorizzato da quel sagoma di Francesco De Noia, cui potrebbero associarsi altri tipo Gagliardi della Ppdt, Di Modugno, ex Fi, ed altre anime della galassia esplosa a destra dopo il Big bang di fine 2014.
Eppure l'alveo familiare della De Mari vede un cugino, Straniero, nelle vesti di mitico assessore nella giunta Tamborrino, quindi un precedente in famiglia ci sarebbe pure, a destra. Chi se la piglia, allora, la sora Lucia: singoli consiglieri che in uscita da coalizioni sfatte o dai loro stessi partiti potrebbero appoggiare direttamente o con liste civiche la stessa Lucia? Giuseppe Tortosa ci avrebbe fatto un pensierino, ma bisogna vedere che ne pensa Spina, altro biscegliese da cui altri tranesi, Corrado compreso, si sono ridotti a prendere ordini. Allora chi? Maiullari non vuole nemmeno lui ricandidarsi e si vocifera che sponsorizzerà come consigliere il cognato (Tuttinfamglia); che non sia lo stesso Corrado? Resosi conto che le chance per fare il sindaco sono ridotte al lumicino, si butta sulla De Mari, politicamente parlando, intendiamoci? O alla fine si farà uno sposalizio politico con una delle star della politica tranese di questi anni?
Uno che stava aspettando il posto di assessore, stando all'opposizione, roba da fuoriclasse, da top player, prima che arrivasse la bomba di Natale che ha fatto volare gli occhiali pure a lui: Pino Ibra Paolillo (cambia partiti come Ibra cambia squadre). Siccome nessuno se la piglia alla fine Lucia potrebbe fare un album di liste civiche, in stile Panini (nel senso della raccolta), tentando il colpo col voto d'opinione, triste ultima spiaggia, nelle speranze d'un candidato, in quanto la massa qui vende se stessa anche per una busta di lenticchie. Altro che voto d'opinione. Voto d'accatto. Poi ci sarebbe anche Antonio Procacci, che per il momento nel curriculum politico vanta l'amicizia con Mingo di Striscia la notizia. Ma questa storia ve la racconteremo un'altra volta.