Avviso di chiamata
Mimmo il sellino viene, Gigi vede (rosso)
E all’Amet si pensa alla coppia … d’assi
giovedì 18 aprile 2013
9.10
Penso che noi polemisti o editorialisti d'assalto possiamo pure prenderci un periodo di riposo. Dopo aver letto il carteggio tra Mimmo Santorsola ed il nostro sindaco Gigi Riserbato siamo rimasti a dir poco basiti. Tanto per cominciare Mimmo il Sellino ha lanciato una chiara accusa di voto di scambio ad "alcuni consiglieri" in riferimento allo stazionamento a Palazzo di vari signori nei mesi scorsi (la questione viene richiamata e riassunta dallo stesso consigliere vendoliano nella sua nota e dunque non stiamo a sunteggiarla ulteriormente per non tediare il lettore). Ciò che ci fa pensare è più che altro la replica del sindaco. Conosco quest'ultimo da molti anni insieme al suo stile e al suo modo di esprimersi: sono arciconvinto che quella replica gliela abbia scritta qualcuno; lui comunque avrà poi ovviamente avvallato. Mai Gigi R. avrebbe fatto quella battuta sulle mani da utilizzare in altro modo, invece che dedicarsi alla scrittura, in caso di pruderie, di domenica, quando la noia assalirebbe il noto medico. I casi sono due: o ogni volta che Gigi vede Mimmo il Sellino viene colto da una crisi di nervi (lo stato emotivo non sarà comunque dei migliori, vista la situazione politica attuale e vista la reazione scomposta), oppure quello scritto non è suo. In attesa di scoprire l'arcano mi rifiuto di pensare che un sindaco col suo stile (tutto gli si può rimproverare, meno che quest'ultimo gli manchi) si rivolga ad un consigliere con la battuta sulle mani che prudono (qualcuno potrebbe, ipotizzo, ravvisare un invito all'onanismo) o sull'ambizione di Santorsola per motivi personali o professionali (grave insulto per un seguace di narrazione vendo liana) di fare il candidato del centro – sinistra o dell'estrema sinistra, come sindaco. Qua Grillo sta contagiando tutti: la settimana prima Di Marzio Ramses manda tutta la campagna ospedale a ramengo, dicendo che ci stanno prendendo in giro, con buona pace del Comitato di lotta che avrebbe quindi occupato il nulla, interpretando la sentenza del faraone tranese. Ora lo stilosissimo Gigi R. butta dalla finestra il bon ton per ricoprire Santorsola di sostanza marrone non meglio identificata...
Da radio Amet arrivano lamenti, singulti, sospiri. No, niente a che cedere con le domeniche noiose di cui sopra. Giorni fa uno dei dirigenti quasi piangeva: «Quasi quasi sentiamo la mancanza di Ninni». A proposito: un altro Ninni che sparisce dalla scena a Trani; ma non sarà meglio eliminare questo vezzosissimo nomignolo? Sono avvisati i prossimi politici tranesi che potrebbero utilizzarlo: chi si dovesse chiamare Nicola, Nino, Cosimo, Antonino, ecc., continui a farsi chiamare Nicola, Nino, Cosimo, Antonino ecc. Comunque, Ninni o non Ninni, sembra che per la questione presidenza ci si vada orientando per una soluzione di compromesso: nomina di una doppia figura, ossia Presidente de facto da assegnare al cortile politico (quello coi pulcini boccheggianti e pigolanti che chiedono qualcosa purchessia, pur di non fare il mazzo a Gigi) e amministratore delegato da scegliere tra un ventaglio di soluzioni tecniche, manageriali, secondo quanto già supponevamo nello scorso numero. Moglie ubriaca e botte piena ci vanno benone, ma come diceva Lubrano, la domanda sorge spontanea: come si pagano due stipendi? A meno che, i futuri Capi, decidano di accettare l'austerity e guadagnare un tozzo di pane. Staranno pensando, i nostri politici, a noi contribuenti? Come disse Totò in Miseria e Nobiltà, sull'eventualità che il Marchesino fosse andato a chiedere dei soldi a lui e ai suoi parenti morti di fame: «Se avanza questa proposta gli do un cazzotto in testa».
Da radio Amet arrivano lamenti, singulti, sospiri. No, niente a che cedere con le domeniche noiose di cui sopra. Giorni fa uno dei dirigenti quasi piangeva: «Quasi quasi sentiamo la mancanza di Ninni». A proposito: un altro Ninni che sparisce dalla scena a Trani; ma non sarà meglio eliminare questo vezzosissimo nomignolo? Sono avvisati i prossimi politici tranesi che potrebbero utilizzarlo: chi si dovesse chiamare Nicola, Nino, Cosimo, Antonino, ecc., continui a farsi chiamare Nicola, Nino, Cosimo, Antonino ecc. Comunque, Ninni o non Ninni, sembra che per la questione presidenza ci si vada orientando per una soluzione di compromesso: nomina di una doppia figura, ossia Presidente de facto da assegnare al cortile politico (quello coi pulcini boccheggianti e pigolanti che chiedono qualcosa purchessia, pur di non fare il mazzo a Gigi) e amministratore delegato da scegliere tra un ventaglio di soluzioni tecniche, manageriali, secondo quanto già supponevamo nello scorso numero. Moglie ubriaca e botte piena ci vanno benone, ma come diceva Lubrano, la domanda sorge spontanea: come si pagano due stipendi? A meno che, i futuri Capi, decidano di accettare l'austerity e guadagnare un tozzo di pane. Staranno pensando, i nostri politici, a noi contribuenti? Come disse Totò in Miseria e Nobiltà, sull'eventualità che il Marchesino fosse andato a chiedere dei soldi a lui e ai suoi parenti morti di fame: «Se avanza questa proposta gli do un cazzotto in testa».