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Ok, niente discount: solo ortofrutta
Fatti fummo per viver come bruti
giovedì 4 dicembre 2014
9.11
Continuo a credere alle parole del buon uomo Raimondo Lima, bravo ragazzo per davvero, anche quando sui manifesti inneggia alla parola "onestà", riferita al suo partito, anche dopo l'ondata d'indagini a Roma che ha coinvolto Alemanno, suo "padre" politico: un vero patatrac d'immagine, almeno stando alle accuse, per l'ex sindaco. Contestualmente però m'è venuto in mente quel famoso manifesto di diversi mesi fa, fatto affiggere per le vie di Trani, in cui lo stesso consigliere R. Lima sembrava indicare una direzione all'Alemanno: un'immagine profetica, sembrava suggerirgli una via di fuga, una direzione verso il mare, magari, specialmente se ci si poneva in direzione del manifesto in piazza Plebiscito. Giovanni, scappa, prima che sia tardi. Non l'ha ascoltato.
Nonostante la premessa scherzosa, devo confessare di essere caduto in un profondo stato di prostrazione dopo l'ultimo articolo della settimana scorsa. Chiedevo più finanziamenti per la cultura, quindi implicitamente sostenendo iniziative come quella legata all'infanzia e sono stato tacciato di "poca onestà, volontà di strumentalizzazione" e, nella fattispecie, volontà di affossare iniziative come quelle. Mi sento peggio di "Incompreso". Chiedevo che per il bene della città e da amante del teatro, ci si desse una mossa per l'organizzazione della stagione teatrale, già pronta in tante altre città e che finalmente si investisse in questo ramo seriamente e mi ritrovo davanti un tizio che come i preti d'una volta mi chiede "quante volte"; cioè quante volte sono andato a teatro l'anno scorso, dove, con chi a vedere cosa, mi chiede il curriculum (non farò mai la fine di Vittorio Cecchi Gori, che gridò al Processo del lunedì di essere laureato) e consigli per il prossimo cartellone (figuratevi se con tutti i soldi che beccano i mega direttori artistici di sti' tempi, glieli fornisco gratis, i nomi). Come mi disse qualcuno ultimamente: "Calma, calma calma! Abbassiamo i toni perché a Trani c'è un clima pazzesco". E te credo: ci stanno togliendo tutto: teatro (rimembra Supercinema), Pronto soccorso, dignità come città, Alberghiero, allargamento di strade, movida. Te credo che c'è un clima di scontento, tensione, rabbia, a seconda delle varianti e dei contesti.
È vero: anche al sottoscritto può capitare di commettere qualche errore, lo ammetto, sono umano, ma il vero errore della scorsa settimana è stato il titolo di quell'articolo: qui non c'è bisogno del discount, ma di pomodori, uova e cime di rapa - l'ortofrutta che c'era una volta in piazza Longobradi -, da tirare verso chi ci sta portando alla deriva, alla spoliazione d'una città, ad una mortificazione di cittadini che lavorano onestamente e che sono invisibili, mentre, complice anche la stampa, hanno tanta visibilità coloro che fanno i capricci ad ogni consiglio comunale prima di andare a votare i provvedimenti, coloro che vivono alla giornata e non pensano più alla città, ma a come fare per beccare una rielezione, che dopo questi anni tremendi potrebbe sembrare pura utopia; siamo arrivati al punto di non ritorno, in cui, per esempio, per mantenere uno straccio di numero legale in consiglio, deve rimanere al suo posto un consigliere sperduto e spaurito della minoranza, quel Peppino Epifanio Paolillo che sussurra : "Astenuto", nel mare grigio e ondeggiante, come i naufraghi della "Tempesta perfetta", che si lasciano andare al proprio destino, alla fine del film e aspettano l'ultima e decisiva onda. Ma come colonna sonora non c'è quella splendida melodia del film con Greg Cloney (ehi, ho sbagliato di nuovo, voglio una bolgia di fondamentali critiche, insulti, un salutare bagno d'umiltà periodico) ma quella terribile cover di Leone di Lernia che facendo il verso ad un successo dei Simply Red, correggetemi se sbaglio, strillava: "Nanz' e' reit' Peppin'…". Ecco, come docente, un'altra citazione che non avrei mai dovuto fare. Qua chiedono nomi di artisti di teatro, si preparano corsi monografici sulla filmografia di Ingmar Bergman, si organizzano raffinati caffè letterari ed immagini esemplari, come se fossimo alla facoltà di Traniviva e non su di un simpatico portale locale. E noi citiamo il vecchio Leone … Nati fummo per viver come bruti. A proposito di brutalità: ma che fine hanno fatto le tavole degli Statuti marittimi estirpate da piazza Longobardi? Relegate nel cortile d'una scuola, invece di trovare giusta collocazione pubblica in città? L'ottimo Antonio Lomuscio, che lavorò all'opera, quando lavora fuori da Trani, espone in Vaticano. Quando lavora per Trani, non espone e basta. Fatti fummo per viver come bruti … Io per un errore un pomodoro sono pronto a spiaccicarmelo in faccia, ma c'è chi se ne merita una valanga. Fummo fatti. E basta.
Nonostante la premessa scherzosa, devo confessare di essere caduto in un profondo stato di prostrazione dopo l'ultimo articolo della settimana scorsa. Chiedevo più finanziamenti per la cultura, quindi implicitamente sostenendo iniziative come quella legata all'infanzia e sono stato tacciato di "poca onestà, volontà di strumentalizzazione" e, nella fattispecie, volontà di affossare iniziative come quelle. Mi sento peggio di "Incompreso". Chiedevo che per il bene della città e da amante del teatro, ci si desse una mossa per l'organizzazione della stagione teatrale, già pronta in tante altre città e che finalmente si investisse in questo ramo seriamente e mi ritrovo davanti un tizio che come i preti d'una volta mi chiede "quante volte"; cioè quante volte sono andato a teatro l'anno scorso, dove, con chi a vedere cosa, mi chiede il curriculum (non farò mai la fine di Vittorio Cecchi Gori, che gridò al Processo del lunedì di essere laureato) e consigli per il prossimo cartellone (figuratevi se con tutti i soldi che beccano i mega direttori artistici di sti' tempi, glieli fornisco gratis, i nomi). Come mi disse qualcuno ultimamente: "Calma, calma calma! Abbassiamo i toni perché a Trani c'è un clima pazzesco". E te credo: ci stanno togliendo tutto: teatro (rimembra Supercinema), Pronto soccorso, dignità come città, Alberghiero, allargamento di strade, movida. Te credo che c'è un clima di scontento, tensione, rabbia, a seconda delle varianti e dei contesti.
È vero: anche al sottoscritto può capitare di commettere qualche errore, lo ammetto, sono umano, ma il vero errore della scorsa settimana è stato il titolo di quell'articolo: qui non c'è bisogno del discount, ma di pomodori, uova e cime di rapa - l'ortofrutta che c'era una volta in piazza Longobradi -, da tirare verso chi ci sta portando alla deriva, alla spoliazione d'una città, ad una mortificazione di cittadini che lavorano onestamente e che sono invisibili, mentre, complice anche la stampa, hanno tanta visibilità coloro che fanno i capricci ad ogni consiglio comunale prima di andare a votare i provvedimenti, coloro che vivono alla giornata e non pensano più alla città, ma a come fare per beccare una rielezione, che dopo questi anni tremendi potrebbe sembrare pura utopia; siamo arrivati al punto di non ritorno, in cui, per esempio, per mantenere uno straccio di numero legale in consiglio, deve rimanere al suo posto un consigliere sperduto e spaurito della minoranza, quel Peppino Epifanio Paolillo che sussurra : "Astenuto", nel mare grigio e ondeggiante, come i naufraghi della "Tempesta perfetta", che si lasciano andare al proprio destino, alla fine del film e aspettano l'ultima e decisiva onda. Ma come colonna sonora non c'è quella splendida melodia del film con Greg Cloney (ehi, ho sbagliato di nuovo, voglio una bolgia di fondamentali critiche, insulti, un salutare bagno d'umiltà periodico) ma quella terribile cover di Leone di Lernia che facendo il verso ad un successo dei Simply Red, correggetemi se sbaglio, strillava: "Nanz' e' reit' Peppin'…". Ecco, come docente, un'altra citazione che non avrei mai dovuto fare. Qua chiedono nomi di artisti di teatro, si preparano corsi monografici sulla filmografia di Ingmar Bergman, si organizzano raffinati caffè letterari ed immagini esemplari, come se fossimo alla facoltà di Traniviva e non su di un simpatico portale locale. E noi citiamo il vecchio Leone … Nati fummo per viver come bruti. A proposito di brutalità: ma che fine hanno fatto le tavole degli Statuti marittimi estirpate da piazza Longobardi? Relegate nel cortile d'una scuola, invece di trovare giusta collocazione pubblica in città? L'ottimo Antonio Lomuscio, che lavorò all'opera, quando lavora fuori da Trani, espone in Vaticano. Quando lavora per Trani, non espone e basta. Fatti fummo per viver come bruti … Io per un errore un pomodoro sono pronto a spiaccicarmelo in faccia, ma c'è chi se ne merita una valanga. Fummo fatti. E basta.