Avviso di chiamata
Paolillo Epifanio non si ferma più
Avviso di chiamata per uno Speedy Gonzales della politica
giovedì 7 febbraio 2013
11.20
Alla fine ce l'ho fatta, m'è venuto in mente. Ecco a chi assomiglia in maniera imbarazzante: il simpatico e tenero personaggio interpretato dal comico Antonio Albanese: Epifanio. Confrontate su You Tube, per sicurezza, giusto per capire che non millanto. Da mesi mi dicevo: "ma dove l'ho visto?". Poi l'annuncio del passaggio sotto il loden di Monti è stato illuminante. I riflettori l'hanno messo a fuoco. In pieno. La ribalta clamorosa è stata sua. Ed Epifanio Paolillo è apparso in tutta la sua velocità, il suo dinamismo meccanico. Una macchinetta che gira senza sosta. Una volta si cantava "Sex machine", ora c'è la "Paolillo machine". Uno Speedy Gonzales della politica.
In pochi mesi ha bruciato i vecchi ex campioni di salto del partito tranesi. Quelle cavalline. Oramai pallidi e grigi ricordi, quei ballerini di valzer che si sono "fatti" sette, otto partiti. Lui è un Bolt. Quelli, al confronto, sono statici bradipi. Dal PDL, con assessorato elargito da Pinuccio T. (sarei proprio curioso di conoscere il suo parere sulla corsa del suo ex soldatino), a Schittulli alla Puglia PDT (di fatto un movimento di centro – destra), fino a Monti che attualmente sta per fare un accordo col PD. Il nostro dovrebbe stare quindi all'opposizione di Gigi R., nell'alveo di centro, che guarda a sinistra, accanto all'UDC, dopo essere stato eletto a Trani coi voti schittulliani, sotto il braccio di mister valanga di voti Damascelli. Me lo vedo, il buon Paolillo, ogni mattina, quando, inforcati gli occhialini, davanti allo specchio si prepara le dichiarazioni per i giornalisti: "Sono a casa".
Paolillo è comunque figlio politico dei nostri tempi; momenti di grande incertezza, di sgretolamento dei punti di riferimento, in cui Monti da tecnico diventa bella copia di Berlusconi, quest'ultimo che butta tutto in vacca, giocando a chi la spara più grossa, fino a farci credere che passeremo alle Poste a ritirare i soldi dell'Imu (sai che stress per Tortosa Udc allo sportello, diventerà più paonazzo del solito), Bersani in affanno per la brutta storia del Monte dei Paschi di Siena, Di Pietro risucchiato da Ingroia, Vendola che affonda nei sondaggi. In questo quadro incerto, ognuno corre per se stesso. Un si salvi chi può che non guarda più in faccia nessuno. Con chi vengo eletto, chi incontro sulla strada che mi porta dalla parte opposta rispetto a quella in cui mi hanno votato, le folgorazioni, i rancori quotidiani, le vendette piccole e grandi.
Tutto va nel frullatore di una politica che non ha più punti di riferimento. Non esiste più. Guardate i nostri consigli comunali, quelli della nostra provincia, o forse di tutto il Paese. Un abisso di nulla. Un mosaico d'incompetenze volontarie ed involontarie assortite per cui sono quasi tutti fuori ruolo: consiglieri che fanno i segretari di partito, segretari di partito che fanno i sindaci, presidenti del consiglio che fanno i capigruppo arruffapopoli, giornalisti che fanno i messi, sindaci che annaspano, scrutatori figli di. Consiglieri, come Paolillo, che non si fermano più, presi da una frenesia innaturale, fuori luogo. Allegria dei naufraghi.
In pochi mesi ha bruciato i vecchi ex campioni di salto del partito tranesi. Quelle cavalline. Oramai pallidi e grigi ricordi, quei ballerini di valzer che si sono "fatti" sette, otto partiti. Lui è un Bolt. Quelli, al confronto, sono statici bradipi. Dal PDL, con assessorato elargito da Pinuccio T. (sarei proprio curioso di conoscere il suo parere sulla corsa del suo ex soldatino), a Schittulli alla Puglia PDT (di fatto un movimento di centro – destra), fino a Monti che attualmente sta per fare un accordo col PD. Il nostro dovrebbe stare quindi all'opposizione di Gigi R., nell'alveo di centro, che guarda a sinistra, accanto all'UDC, dopo essere stato eletto a Trani coi voti schittulliani, sotto il braccio di mister valanga di voti Damascelli. Me lo vedo, il buon Paolillo, ogni mattina, quando, inforcati gli occhialini, davanti allo specchio si prepara le dichiarazioni per i giornalisti: "Sono a casa".
Paolillo è comunque figlio politico dei nostri tempi; momenti di grande incertezza, di sgretolamento dei punti di riferimento, in cui Monti da tecnico diventa bella copia di Berlusconi, quest'ultimo che butta tutto in vacca, giocando a chi la spara più grossa, fino a farci credere che passeremo alle Poste a ritirare i soldi dell'Imu (sai che stress per Tortosa Udc allo sportello, diventerà più paonazzo del solito), Bersani in affanno per la brutta storia del Monte dei Paschi di Siena, Di Pietro risucchiato da Ingroia, Vendola che affonda nei sondaggi. In questo quadro incerto, ognuno corre per se stesso. Un si salvi chi può che non guarda più in faccia nessuno. Con chi vengo eletto, chi incontro sulla strada che mi porta dalla parte opposta rispetto a quella in cui mi hanno votato, le folgorazioni, i rancori quotidiani, le vendette piccole e grandi.
Tutto va nel frullatore di una politica che non ha più punti di riferimento. Non esiste più. Guardate i nostri consigli comunali, quelli della nostra provincia, o forse di tutto il Paese. Un abisso di nulla. Un mosaico d'incompetenze volontarie ed involontarie assortite per cui sono quasi tutti fuori ruolo: consiglieri che fanno i segretari di partito, segretari di partito che fanno i sindaci, presidenti del consiglio che fanno i capigruppo arruffapopoli, giornalisti che fanno i messi, sindaci che annaspano, scrutatori figli di. Consiglieri, come Paolillo, che non si fermano più, presi da una frenesia innaturale, fuori luogo. Allegria dei naufraghi.