Avviso di chiamata
PD alla "volemose bene"
Costruito un Grande Raccordo Democratico. Amoruso Saprà fare gol in questo partito?
giovedì 31 ottobre 2013
8.43
Sulla tangenziale della politica tranese si innesta un grande raccordo, come quello che circonda Roma. E' il Grande Raccordo, non Anulare, ma Democratico, costruito con svariate finalità e sotto l'egida di un nuovo segretario, Nicola Amoruso, omonimo di un ex centravanti della Juve di qualche anno fa. Saprà fare gol in questo partito che negli ultimi anni ha regalato solo sconfitte e risse al suo sempre più esiguo elettorato? Intanto cominciamo col dire che una delle finalità del Raccordo è quella di tenere buona la truppa rientrante dei Ferrantiani. Il neo segretario infatti, che succede a Maurizio Di Palma, deciso ad abbandonare la politica, (e te credo), è un "avantariano" gradito a Ferrante e alla sua fanteria. Decaduta l'opzione Ventura, che era circolata nei mesi scorsi, in quanto nome non gradito a Ferrante, non rimaneva altro che procedere nella direzione della pacificazione, del raccordo delle cinque dita, del bacetto in bocca tra i due gruppi più significativi: Avantario padre, figlio e gruppo annesso, con Ferrante, Laurora e co. Con un po' di personaggi di contorno a fare ala al gran ballo della riconciliazione. Fare buon viso a cattivo gioco? Come conciliare un ricorso da parte del circolo cittadino contro il rientro di Ferrante imposto dall'alto, con un accordo sulla figura del nuovo segretario e soprattutto con la pendente richiesta di dimissioni da parte dei democratici tranesi dalla carica di presidente del C. di Ferrante? Quest'ultimo dice che ora circa quelle dimissioni, farà quello che il Partito gli chiede … Se nel prossimo direttivo si voterà a maggioranza per l'invito a Ferrante di dimettersi, il Nostro, lo farà. Bum! Boom! Stumpf! E qui ci vorrebbe una vignetta del nostro ottimo Porcelli (Dardo) per raffigurare una balla, una palla, anzi una mongolfiera che s'innalza nel cielo plumbeo della politica tranese, ed esplode. Scherzi a parte, Ferrante farà quello che il partito gli chiede di fare. Il partito col segretario voluto anche da lui …
Ma come? Fanno l'accordo, tutti si leccano Renzi (perché l'antefatto poi è questo), arriva pure Nik Amoruso a sfondare la rete delle votazioni, con benedizione ferrantiana e poi non dovrebbero inventarsi che sì, ma sì, è meglio: Ferrante fa meglio l'opposizione da presidente del C, che resta una figura di garanzia. Frase tremebonda, immaginiamo tra le risate di quelli della Destra, già pronunciata da un rappresentante del tafazziano centro – sinistra tranese. Dai! Che la "rizzetta" si trova sempre da far bere al popolo bue. Come no? Ferrante fa opposizione dura e pura, magari come quando è restato in aula, insieme a Cognetti, nell'ultimo consiglio, consentendo di mantenere il numero legale, o comunque evitando qualsiasi brutta sorpresa a Gigi e co.
Dopo aver legato e imbavagliato in uno stanzino l'ispettore Gadget De Lauerentiis, che forse sarà l'unico a ricordare che con gli 11.000 voti di Ferante, il centro – sinistra avrebbe vinto al primo turno, le ultime elezioni, senza nemmeno il ballottaggio probabilmente, il Pd alla volemose bene, con sul tavolo tarallucci, vino e la foto di Renzi vestito da Fonzie, esprimerà il proprio parere, se Ferrante debba restare presidente del C. o no.
Certo che Ferrante da presidente del C. fa più figa l'opposizione: come quando provocò le ire dello stesso De Laurentiis, o come quando provocò la salita sul banco con gambe in posizione alla Tex Willer di Santorsola. Certo forse sarà più pericoloso: perché stando alle spalle di Gigi R., in consiglio, potrebbe dargli uno di quei "tippi" sulla coccia pelata, come quelli che davano i prof agli alunni indisciplinati, tanti anni fa. In effetti Gigi nostro potrebbe avere più paura del tippo in testa di Ferrante, che delle finte minacce esplicite o alle spalle, (comprese quelle contro il suo vice, che se la ride di gusto per gli affanni dei questuanti), dei consiglieri della quasi ex maggioranza che abbaiano ma non mordono. Bau! Lanciato il legnetto, quelli corrono a prenderlo. Peccato che finisca sempre in acqua e lo trovino sempre inservibile per giocare. E dopo ricominciano ad abbaiare.
Sempre da casa PD: increscioso quanto esilarante momento: Antonio Corraro, vecchia conoscenza del partito, si ritrova a sua insaputa inserito nel direttivo, senza aver partecipato né al dibattito, né al voto. Situazione pirandelliana che rivela una volta di più la disorganizzazione e le fratture reali in questa landa della politica tranese? L'elenco del direttivo col nome di Corraro era uscito anche su FB, con il post poi tolto in fretta e furia. E ti credo: Corraro era diventato una bestia e aveva minacciato di rivolgersi ad un avvocato, dopo che aveva già intimato di togliere il suo nome. Frizioni, tensione esagerata, incomprensioni piddine che non accennano a diminuire? Abbiamo contatto uno dei tesserati per farci spiegare quanto accaduto: «La colpa è del regolamento di cacchio che abbiamo! – ha detto il tesserato. Questo - ha continuato – c'imponeva di segnalare alla casa madre un elenco di persone per il direttivo già dal venerdì sera, prima del voto effettivo, avvenuto in seguito, tra sabato e domenica. Si era pensato comunque d'inserire persone che avevano fornito il loro impegno per il partito e Corraro era fra queste, di qui l'inserimento di un nome in modo preventivo». Si vabbè, ma una telefonata al Corraro. Certe volte una telefonata allunga la vita, come diceva un vecchio spot.
Tanto hanno fatto che alla fine, i ragazzi di Carlo Laurora hanno fatto incavolare pure i santi. Con la smania di fare cazzeggio sul web, con fotomontaggi e cazzatine varie, avevano ripetutamente preso di mira Tortosa dell'UDC. Alla fine, con l'ultimo fotomontaggio che lo associava a totem (vedi denuncia dello stesso Giuseppe Tortosa) in stile Arrapao, quelli degli indiani (vedi Youtube film anni 80) in piazza Quercia. Una cosa da nulla, ma stavolta il Paonazzo è diventato più paonazzo del solito ed ha perso l'aplomb che lo contraddistingue. Befano e co. sono avvisati. Se Tortosa si arrabbia sono guai. Ma anche dietro questo insignificante episodio c'è una chiave di lettura: la tensione politica prodottasi dopo il divorzio tra Laurora il Mordilabbra e quelli dell'UDC, ora presi in consegna dal curiale Spina, con allargamento della famiglia. Frizioni che ingigantiscono anche le stupidate. Che sproporzione tra il piccolo cabotaggio della politica tranese, ed il pesante clima sociale che si sta respirando in questi giorni, tra disperazione, disoccupazione, regolamenti di conti e sparatorie, oltre a furti e imperversare della malavita. La politica assiste impotente e si annoda sul suo velleitarismo e la sua nullità.
Ma come? Fanno l'accordo, tutti si leccano Renzi (perché l'antefatto poi è questo), arriva pure Nik Amoruso a sfondare la rete delle votazioni, con benedizione ferrantiana e poi non dovrebbero inventarsi che sì, ma sì, è meglio: Ferrante fa meglio l'opposizione da presidente del C, che resta una figura di garanzia. Frase tremebonda, immaginiamo tra le risate di quelli della Destra, già pronunciata da un rappresentante del tafazziano centro – sinistra tranese. Dai! Che la "rizzetta" si trova sempre da far bere al popolo bue. Come no? Ferrante fa opposizione dura e pura, magari come quando è restato in aula, insieme a Cognetti, nell'ultimo consiglio, consentendo di mantenere il numero legale, o comunque evitando qualsiasi brutta sorpresa a Gigi e co.
Dopo aver legato e imbavagliato in uno stanzino l'ispettore Gadget De Lauerentiis, che forse sarà l'unico a ricordare che con gli 11.000 voti di Ferante, il centro – sinistra avrebbe vinto al primo turno, le ultime elezioni, senza nemmeno il ballottaggio probabilmente, il Pd alla volemose bene, con sul tavolo tarallucci, vino e la foto di Renzi vestito da Fonzie, esprimerà il proprio parere, se Ferrante debba restare presidente del C. o no.
Certo che Ferrante da presidente del C. fa più figa l'opposizione: come quando provocò le ire dello stesso De Laurentiis, o come quando provocò la salita sul banco con gambe in posizione alla Tex Willer di Santorsola. Certo forse sarà più pericoloso: perché stando alle spalle di Gigi R., in consiglio, potrebbe dargli uno di quei "tippi" sulla coccia pelata, come quelli che davano i prof agli alunni indisciplinati, tanti anni fa. In effetti Gigi nostro potrebbe avere più paura del tippo in testa di Ferrante, che delle finte minacce esplicite o alle spalle, (comprese quelle contro il suo vice, che se la ride di gusto per gli affanni dei questuanti), dei consiglieri della quasi ex maggioranza che abbaiano ma non mordono. Bau! Lanciato il legnetto, quelli corrono a prenderlo. Peccato che finisca sempre in acqua e lo trovino sempre inservibile per giocare. E dopo ricominciano ad abbaiare.
Sempre da casa PD: increscioso quanto esilarante momento: Antonio Corraro, vecchia conoscenza del partito, si ritrova a sua insaputa inserito nel direttivo, senza aver partecipato né al dibattito, né al voto. Situazione pirandelliana che rivela una volta di più la disorganizzazione e le fratture reali in questa landa della politica tranese? L'elenco del direttivo col nome di Corraro era uscito anche su FB, con il post poi tolto in fretta e furia. E ti credo: Corraro era diventato una bestia e aveva minacciato di rivolgersi ad un avvocato, dopo che aveva già intimato di togliere il suo nome. Frizioni, tensione esagerata, incomprensioni piddine che non accennano a diminuire? Abbiamo contatto uno dei tesserati per farci spiegare quanto accaduto: «La colpa è del regolamento di cacchio che abbiamo! – ha detto il tesserato. Questo - ha continuato – c'imponeva di segnalare alla casa madre un elenco di persone per il direttivo già dal venerdì sera, prima del voto effettivo, avvenuto in seguito, tra sabato e domenica. Si era pensato comunque d'inserire persone che avevano fornito il loro impegno per il partito e Corraro era fra queste, di qui l'inserimento di un nome in modo preventivo». Si vabbè, ma una telefonata al Corraro. Certe volte una telefonata allunga la vita, come diceva un vecchio spot.
Tanto hanno fatto che alla fine, i ragazzi di Carlo Laurora hanno fatto incavolare pure i santi. Con la smania di fare cazzeggio sul web, con fotomontaggi e cazzatine varie, avevano ripetutamente preso di mira Tortosa dell'UDC. Alla fine, con l'ultimo fotomontaggio che lo associava a totem (vedi denuncia dello stesso Giuseppe Tortosa) in stile Arrapao, quelli degli indiani (vedi Youtube film anni 80) in piazza Quercia. Una cosa da nulla, ma stavolta il Paonazzo è diventato più paonazzo del solito ed ha perso l'aplomb che lo contraddistingue. Befano e co. sono avvisati. Se Tortosa si arrabbia sono guai. Ma anche dietro questo insignificante episodio c'è una chiave di lettura: la tensione politica prodottasi dopo il divorzio tra Laurora il Mordilabbra e quelli dell'UDC, ora presi in consegna dal curiale Spina, con allargamento della famiglia. Frizioni che ingigantiscono anche le stupidate. Che sproporzione tra il piccolo cabotaggio della politica tranese, ed il pesante clima sociale che si sta respirando in questi giorni, tra disperazione, disoccupazione, regolamenti di conti e sparatorie, oltre a furti e imperversare della malavita. La politica assiste impotente e si annoda sul suo velleitarismo e la sua nullità.