Avviso di chiamata
Trani fallita
L'encefalogramma piatto dell'amministrazione Riserbato
giovedì 20 febbraio 2014
9.09
In linea con le grandi novità editoriali che Traniviva.it ha in serbo per voi, abbiamo deciso di dare anche ad Avviso di Chiamata un nuovo look. Più snello, più tagliente, più dinamico, più coinvolgente per il pubblico dei lettori del web. Una rubrica che tenterà, laddove possibile, una maggiore interazione coi cittadini, ma anche con le altre rubriche, che contraddistinguono questo portale rispetto agli altri. L'idea di rubrica come nicchia di ritrovo per cittadini, addetti ai lavori, arrabbiati, affamati d'informazione, retroscena e notizie utili per capire meglio la nostra realtà, ma anche come spazio, unico nel panorama web locale, per il coraggio della Critica, nel senso più alto del termine, classico direi, per non rinunciare allo stimolo dell'opinione pubblica. Per non morire d'indifferenza e rianimare settimanalmente quello spirito critico sinonimo di impegno civico.
"L'encefalogramma piatto dell'amministrazione Riserbato". Ennesimo nulla di fatto circa le richieste di azzeramento della giunta Riserbato. Anche un naturale passaggio politico, ormai quasi fisiologico dopo due anni di scarsi risultati, diventa palude, sabbia mobile: sinonimo d'indecisionismo a tutto. Non si va né avanti, né indietro. Si aspetta solo di staccare la spina. Anzi che magari si stacchi da sola. Non c'è coraggio né forza per fare nemmeno quello.
"Intanto la città muore lentamente". I negozi falliti. I media che stancamente girano comunicati stampa a cittadini stufi. Politici che da destra a sinistra sembrano personaggi di novelle verghiane. Vinti in attesa della fine. Incapaci di esercitare il Potere, quello inteso come capacità di cambiare, in meglio una realtà, una situazione. Nessuna svolta all'orizzonte, nessun coraggio di ripartire da un concetto di rilancio, che non sia quello opaco e gretto, miope e ottuso, di una girandola di poltrone, di qualche testa mozzata a qualche assessore distintosi per particolare incapacità. Con la paura di cacciare un assessore perché precedentemente eletto e prestatosi alla strategia piccolo borghese dello "scorrimento" per ripescare trombati. Un ulteriore cappio che non permette nemmeno quel minimo ricambio, tentando di trovare qualche personalità di rilievo, che non fosse incappucciata dalla fallimentare confraternita dei partiti.
"Gemellaggio Trani – Eboli leviana". Né destra, né sinistra, al momento, sono state in grado di fondare una classe dirigente vera. Trani è rimasta ferma e immobile, come la Eboli di Leviana memoria. Comandano (male) quelli che comandavano venti, trent'anni fa. Fanno opposizione (male pure loro) quelli che c'erano venti, trent'anni, o i loro figli o parenti, che ricalcano gli stessi tratti genetici.
"Fallimento". Il parcheggio della Stazione, il mercato settimanale abbandonato da tanti commercianti, gli affittasi davanti ai negozi falliti, le aree abbandonate della periferia, i vecchi politici che preparano la strada per i figli, perché ripetano le stesse ed identiche mosse, i debiti fuori bilancio che non vengono a galla, i politici che cambiano un partito all'anno, le strade dissestate, un ruolo politico anonimo nel panorama provinciale e regionale, giovani politici che sembrano già vecchi sessantenni nell'apatia, nella mancanza di coraggio o slanci, nel rassicurante anonimato. Questa è la Trani che lasciamo ai nostri figli.
"L'encefalogramma piatto dell'amministrazione Riserbato". Ennesimo nulla di fatto circa le richieste di azzeramento della giunta Riserbato. Anche un naturale passaggio politico, ormai quasi fisiologico dopo due anni di scarsi risultati, diventa palude, sabbia mobile: sinonimo d'indecisionismo a tutto. Non si va né avanti, né indietro. Si aspetta solo di staccare la spina. Anzi che magari si stacchi da sola. Non c'è coraggio né forza per fare nemmeno quello.
"Intanto la città muore lentamente". I negozi falliti. I media che stancamente girano comunicati stampa a cittadini stufi. Politici che da destra a sinistra sembrano personaggi di novelle verghiane. Vinti in attesa della fine. Incapaci di esercitare il Potere, quello inteso come capacità di cambiare, in meglio una realtà, una situazione. Nessuna svolta all'orizzonte, nessun coraggio di ripartire da un concetto di rilancio, che non sia quello opaco e gretto, miope e ottuso, di una girandola di poltrone, di qualche testa mozzata a qualche assessore distintosi per particolare incapacità. Con la paura di cacciare un assessore perché precedentemente eletto e prestatosi alla strategia piccolo borghese dello "scorrimento" per ripescare trombati. Un ulteriore cappio che non permette nemmeno quel minimo ricambio, tentando di trovare qualche personalità di rilievo, che non fosse incappucciata dalla fallimentare confraternita dei partiti.
"Gemellaggio Trani – Eboli leviana". Né destra, né sinistra, al momento, sono state in grado di fondare una classe dirigente vera. Trani è rimasta ferma e immobile, come la Eboli di Leviana memoria. Comandano (male) quelli che comandavano venti, trent'anni fa. Fanno opposizione (male pure loro) quelli che c'erano venti, trent'anni, o i loro figli o parenti, che ricalcano gli stessi tratti genetici.
"Fallimento". Il parcheggio della Stazione, il mercato settimanale abbandonato da tanti commercianti, gli affittasi davanti ai negozi falliti, le aree abbandonate della periferia, i vecchi politici che preparano la strada per i figli, perché ripetano le stesse ed identiche mosse, i debiti fuori bilancio che non vengono a galla, i politici che cambiano un partito all'anno, le strade dissestate, un ruolo politico anonimo nel panorama provinciale e regionale, giovani politici che sembrano già vecchi sessantenni nell'apatia, nella mancanza di coraggio o slanci, nel rassicurante anonimato. Questa è la Trani che lasciamo ai nostri figli.