Avviso di chiamata
Tutti a casa, alè!
Avviso di chiamata per l'elettore che annuncia di non andare a votare
giovedì 14 febbraio 2013
9.28
Se il nostro modo di protestare contro l'oscena classe politica che ci ha governato in questi anni fosse la rinuncia a fare qualcosa, fosse la negazione di se stessi, d'un diritto, d'un'azione che spetta per far sentire la propria voce, sarebbe la fine. L'elettore che annuncia di non andare a votare, rispedendo la tessera elettorale, trova inizialmente il giusto e comprensibile consenso, ma poi? Anch'io potrei protestare contro i politici chiudendo questa rubrica. Ma poi? Farei il gioco di coloro che vengono puntualmente mazzolati. L'auto castrazione non porta lontano: genera un "Oh!", di meraviglia per l'atto clamoroso, ma poi? Povero chi si è castrato, perché non potrà più procreare. Se per ogni disguido del nostro Paese noi rispondessimo con un "non fare", una sottrazione di se stessi e delle proprie facoltà, dovremmo temere che in quel vuoto da noi creato, potrebbe inserirsi qualche profittatore, qualche furbo.
Il non voto, il non pensiero, la non azione sono quello che vogliono i politici mediocri, caro non elettore, quella casta che resterà in piedi grazie al pubblico pagante, nel senso della porca clientela. Bisogna invece continuare a "rompere", votando e vigilando e non votando e poi fregandosene, salvo poi ricordarsi di protestare quando è tardi. Prendete la storia del nostro ospedale o di tanti ospedali: anni di clientelismo che invadevano la sanità e nessuno ha detto nulla; ora tutti vogliono salvare l'ospedale e imprecano contro i politici, ma noi dove eravamo mentre le clientele prosperavano? A votare sempre gli stessi. E poi oggi a cosa serve dire "non voto", se decine di persone con venti euro sventolati in faccia sono pronti a vendersi padre, madre e fratelli? Votiamo, ma facciamolo mandando a casa tutti coloro che hanno legami con chi ha mal governato, o i diretti mal governanti che hanno la faccia di ripresentarsi. Tenete la tessera elettorale e fatene buon uso. Se no, che succederebbe? I professori cui capita un dirigente scolastico incapace non andrebbero più a insegnare? E gli infermieri con un primario asino starebbero a casa? Giusta l'indignazione, ma se tutti ci immolassimo nella grande Rinuncia, la nostra società civile non avrebbe speranze per ripartire o per continuare a contrastare chi vuole continuare ad usare la politica come ripiego dopo i propri fallimenti professionali o per sistemare la famiglia. Io continuo a rompere. E voi?
A proposito di fare. In questi giorni è partita l'avventura di Teletrani, grazie al digitale terrestre. Farò parte anch'io di questa scommessa che regala finalmente una televisione alla nostra città. La unisco a quella continua con Traniviva, proprio come forma d'impegno civile contro tutte le forme di mal governo o mala gestione della società. Rinnoverò il mio impegno per raccontare Trani con altri amici come Massimo Pillera, motore dell'iniziativa. Sui canali 655 e 188. Non buttiamo le spugne o non appendiamo penne o tessere elettorali al chiodo.
Il non voto, il non pensiero, la non azione sono quello che vogliono i politici mediocri, caro non elettore, quella casta che resterà in piedi grazie al pubblico pagante, nel senso della porca clientela. Bisogna invece continuare a "rompere", votando e vigilando e non votando e poi fregandosene, salvo poi ricordarsi di protestare quando è tardi. Prendete la storia del nostro ospedale o di tanti ospedali: anni di clientelismo che invadevano la sanità e nessuno ha detto nulla; ora tutti vogliono salvare l'ospedale e imprecano contro i politici, ma noi dove eravamo mentre le clientele prosperavano? A votare sempre gli stessi. E poi oggi a cosa serve dire "non voto", se decine di persone con venti euro sventolati in faccia sono pronti a vendersi padre, madre e fratelli? Votiamo, ma facciamolo mandando a casa tutti coloro che hanno legami con chi ha mal governato, o i diretti mal governanti che hanno la faccia di ripresentarsi. Tenete la tessera elettorale e fatene buon uso. Se no, che succederebbe? I professori cui capita un dirigente scolastico incapace non andrebbero più a insegnare? E gli infermieri con un primario asino starebbero a casa? Giusta l'indignazione, ma se tutti ci immolassimo nella grande Rinuncia, la nostra società civile non avrebbe speranze per ripartire o per continuare a contrastare chi vuole continuare ad usare la politica come ripiego dopo i propri fallimenti professionali o per sistemare la famiglia. Io continuo a rompere. E voi?
A proposito di fare. In questi giorni è partita l'avventura di Teletrani, grazie al digitale terrestre. Farò parte anch'io di questa scommessa che regala finalmente una televisione alla nostra città. La unisco a quella continua con Traniviva, proprio come forma d'impegno civile contro tutte le forme di mal governo o mala gestione della società. Rinnoverò il mio impegno per raccontare Trani con altri amici come Massimo Pillera, motore dell'iniziativa. Sui canali 655 e 188. Non buttiamo le spugne o non appendiamo penne o tessere elettorali al chiodo.