Avviso di chiamata
Un sacco "de noia"
Ciccio e Nuccio “fann’ tutt’ pe’ campe’ ”
venerdì 14 novembre 2014
11.30
Fino all'altro ieri era rimasto un oscuro o grigio consigliere comunale di Forza Italia, uno di quelli che in Parlamento chiamerebbero un "peones", uno di seconda o terza fila. Ma i risvolti, le contraddizioni e la vuotaggine della politica tranese, quel buco nero, sempre più nero, bisognoso, nel vuoto pneumatico più assoluto, di un qualcuno o qualcosa che lo riempia, lo hanno portato, pure con la complicità di certi media compiacenti nell' esaltarne le gesta, ad essere un eroe, quasi inconsapevole, dei nostri tempi. Francesco De Noia cominciò con Roberto Visibelli, per poi passare nel partito berlusconiano. All'inizio era una specie di oggetto misterioso, con quell'accento salentino, una fissità dello sguardo ravvivato dalle pupille azzurre, ed un essere gregario rispetto ai capoccioni di Forza Italia, che decidevano per tutti. Nel giro di pochi mesi, sfruttando il nulla assoluto, ha riempito cronache, Facebook e testate giornalistiche con uscite provocatorie, a volte ai limiti della praticabilità del gioco umano (l'uscita sui gay era una frase sinceramente di cattivo gusto e non meritevole di ottenere la gran cassa ricevuta: ma tant'è pure i giornalisti "fann' tutt' pe' campe' ", come canta una canzoncina di Rino ed Enzo …), con sonore rotture, definitive, col suo gruppo politico, a suon di comunicati carichi di livore e sbeffeggiamento nei confronti degli ex compagni (che gli hanno risposto per le rime, in un gioco da asilo infantile che ha rasentato il botta e risposta tra bimbi: "Scemo!", "No, lo scemo sei tu; tu l'hai detto e tu lo sei").
Ora FDN sfoggia un look aggressivo, in linea col nuovo abito del "picchiatore" (mediatico), "picchiatore" di chi non è con lui e che quindi è contro di lui, vecchio leit motiv fascista; ora FDN ha rispolverato, dopo anni di riga squadrata con squadre e compasso o criniera folta all'indietro, i capelli rasati ai lati, il famoso "contrasto", nel gergo dei barbieri, che lo configura a metà strada tra il marines reduce dalla stordente Guerra nel Golfo ed il sublime personaggio interpretato da Michael Douglas nel memorabile "Un giorno di ordinaria follia". Nel percorso intrapreso, come un novello Don Chisiotte con Sancho Panza, nelle vesti del timido (pure quando prova a fare l'oppositore) Stefano Di Modugno, si aggira con un' ideale mazza da baseball, per "colpire" o minacciare di farlo, i gay che vogliono esibire la propria omosessualità, i colleghi politici che non sono disposti ad ascoltarlo, quelli che vogliono affiancare al cognome del padre, quello della madre (memorabile la spedizione ai piedi dell'INPS), chi, insomma, vorrebbe relegarlo di nuovo a comparsa. In quest'ottica arrivano pure le ospitate nella mitica Teletrani con Massimo Pillera, che ultimamente mi ricorda un'evoluzione della specie giornalistica, partita dal signor Mauro Todisco di Studio 5, simpatico conduttore di talk show locali con tanto di papillon, e conclusasi, l'evoluzione, con lo stesso, Max, il TeleMax che riprende eventi, fa interviste, dispensa complimenti o buffetti velenosi a seconda del suo punto di vista. In un'intervista al De Noia è arrivato a paragonarlo a Dante, sul tema dell'esilio: un momento di raro spettacolo giornalistico- televisivo, con triplo ribaltamento nella tomba del poeta fiorentino e tentativo di accostare l'allontanamento da Trani di De Noia (l'ultimo provvedimento preso nei suoi confronti dalla magistratura, poi revocato) con l'ingiusto esilio di Dante. Quando ho cercato Pillera per affrontarlo a mani nude e chiedere spiegazioni, pur rischiando di soccombere, nel duello, vista la differenza corporale, il Maestro mi ha spiegato che l'accostamento era canzonatorio, anzi di più, visto che mi chiedeva di riportare tra virgolette la sua dichiarazione: "Dante sta a De Noia come Silvio Pellico sta a Dell'Utri". Massimo ti voglio bene. Ma il dibattito di chiarimento tra De Noia e gli omosessuali offesi dalle sue parole su Fb, ed in attesa di scuse, mi ha ricordato quella riunione nel salotto di famiglia, nel film "Un sacco bello" con Carlo Verdone nelle vesti di Ruggiero e col padre Mario Brega che chiamava a raccolta, (per un dibattito volto al recupero del figlio "perso"), il prete strabico, il professore vicino di casa ed il cugino Anselmo. Lì ho intravisto l'assessora suor Paola e l'immancabile psicologa, ed il cugino Max, per cercare di "recuperare" il figlio "perso", dopo le dichiarazioni anti gay. Vedi tutto su Youtube per citazione. Più defilato, ma ugualmente protagonista di questo passaggio irto di disagi e toccanti interviste, dopo la mega trombata subita alle farsesche elezioni provinciali, resta Stefano Di Modugno, che tutto sa fare tranne l'uomo di rottura, d'opposizione; tutto è, tranne il protagonista di giorni d'ordinaria follia. Formerà "gruppo misto" con lo stesso De Noia in consiglio, ma i due sono su due mondi diversi. Più che un gruppo misto è un gruppo "lo famo strano …".
Intanto Douglas Dante De Noia, con l'ormai inseparabile Di Modugno, prepara due petardi di fine anno, degni della vecchia Bomba Maradona, rispetto agli equilibri della sempre malaticcia ed esangue amministrazione Gigesca. I due , Ciccio e Nuccio (da Stefanuccio) "fann' tutt' pe' campè" (Rino ed Enzo semper docet) e stanno stilando, magari come Totò e Peppino nella famosa lettera alla "malafemmena", un regolamento che disciplini i rapporti e le nomine nella locale pubblica amministrazione, nell'odioso nodo tra consiglieri o latri attori politici con i propri parenti e affiliati, per mettere fine alle nomine alle vongole, con pasta al forno domenicale, e poltrone per mogli, padri, fidanzati, fidanzate. Non solo: sempre Ciccio e Nuccio hanno depositato e fatto protocollare, in data 30 ottobre, presso Palazzo di città, con invio per conoscenza alla Prefettura ( e te pareva!) un richiesta di chiarimento circa la posizione dell'ex amico Cozzoli, di Forza Italia, che "ricoprirebbe contemporaneamente, il ruolo di consigliere comunale e quello di componente dell'organo di controllo dell' STP". Si chiede un chiarimento circa una possibile "incompatibilità". Fonti vicine al centro – destra parlano di un Cozzoli letteralmente "imbufalito" per questa iniziativa. Ma le nomine in Amiu non dovevano sancire una tregua? Alla faccia! Intanto da Forza Italia si chiede ai vertici una revisione degli incarichi dei coordinatori (Di Marzio e suo vice, udite udite, ancora lui, il De Noia!). Il canuto Fucci, stremato e rassegnato dalla perpetua farsa tranese, pare abbia alzato bandiera bianca: vedetevela voi! È un mondo difficile! È un mondo De Noia! Un sacco De Noia! Con questa politica. Altro che "Un sacco bello …"
Ora FDN sfoggia un look aggressivo, in linea col nuovo abito del "picchiatore" (mediatico), "picchiatore" di chi non è con lui e che quindi è contro di lui, vecchio leit motiv fascista; ora FDN ha rispolverato, dopo anni di riga squadrata con squadre e compasso o criniera folta all'indietro, i capelli rasati ai lati, il famoso "contrasto", nel gergo dei barbieri, che lo configura a metà strada tra il marines reduce dalla stordente Guerra nel Golfo ed il sublime personaggio interpretato da Michael Douglas nel memorabile "Un giorno di ordinaria follia". Nel percorso intrapreso, come un novello Don Chisiotte con Sancho Panza, nelle vesti del timido (pure quando prova a fare l'oppositore) Stefano Di Modugno, si aggira con un' ideale mazza da baseball, per "colpire" o minacciare di farlo, i gay che vogliono esibire la propria omosessualità, i colleghi politici che non sono disposti ad ascoltarlo, quelli che vogliono affiancare al cognome del padre, quello della madre (memorabile la spedizione ai piedi dell'INPS), chi, insomma, vorrebbe relegarlo di nuovo a comparsa. In quest'ottica arrivano pure le ospitate nella mitica Teletrani con Massimo Pillera, che ultimamente mi ricorda un'evoluzione della specie giornalistica, partita dal signor Mauro Todisco di Studio 5, simpatico conduttore di talk show locali con tanto di papillon, e conclusasi, l'evoluzione, con lo stesso, Max, il TeleMax che riprende eventi, fa interviste, dispensa complimenti o buffetti velenosi a seconda del suo punto di vista. In un'intervista al De Noia è arrivato a paragonarlo a Dante, sul tema dell'esilio: un momento di raro spettacolo giornalistico- televisivo, con triplo ribaltamento nella tomba del poeta fiorentino e tentativo di accostare l'allontanamento da Trani di De Noia (l'ultimo provvedimento preso nei suoi confronti dalla magistratura, poi revocato) con l'ingiusto esilio di Dante. Quando ho cercato Pillera per affrontarlo a mani nude e chiedere spiegazioni, pur rischiando di soccombere, nel duello, vista la differenza corporale, il Maestro mi ha spiegato che l'accostamento era canzonatorio, anzi di più, visto che mi chiedeva di riportare tra virgolette la sua dichiarazione: "Dante sta a De Noia come Silvio Pellico sta a Dell'Utri". Massimo ti voglio bene. Ma il dibattito di chiarimento tra De Noia e gli omosessuali offesi dalle sue parole su Fb, ed in attesa di scuse, mi ha ricordato quella riunione nel salotto di famiglia, nel film "Un sacco bello" con Carlo Verdone nelle vesti di Ruggiero e col padre Mario Brega che chiamava a raccolta, (per un dibattito volto al recupero del figlio "perso"), il prete strabico, il professore vicino di casa ed il cugino Anselmo. Lì ho intravisto l'assessora suor Paola e l'immancabile psicologa, ed il cugino Max, per cercare di "recuperare" il figlio "perso", dopo le dichiarazioni anti gay. Vedi tutto su Youtube per citazione. Più defilato, ma ugualmente protagonista di questo passaggio irto di disagi e toccanti interviste, dopo la mega trombata subita alle farsesche elezioni provinciali, resta Stefano Di Modugno, che tutto sa fare tranne l'uomo di rottura, d'opposizione; tutto è, tranne il protagonista di giorni d'ordinaria follia. Formerà "gruppo misto" con lo stesso De Noia in consiglio, ma i due sono su due mondi diversi. Più che un gruppo misto è un gruppo "lo famo strano …".
Intanto Douglas Dante De Noia, con l'ormai inseparabile Di Modugno, prepara due petardi di fine anno, degni della vecchia Bomba Maradona, rispetto agli equilibri della sempre malaticcia ed esangue amministrazione Gigesca. I due , Ciccio e Nuccio (da Stefanuccio) "fann' tutt' pe' campè" (Rino ed Enzo semper docet) e stanno stilando, magari come Totò e Peppino nella famosa lettera alla "malafemmena", un regolamento che disciplini i rapporti e le nomine nella locale pubblica amministrazione, nell'odioso nodo tra consiglieri o latri attori politici con i propri parenti e affiliati, per mettere fine alle nomine alle vongole, con pasta al forno domenicale, e poltrone per mogli, padri, fidanzati, fidanzate. Non solo: sempre Ciccio e Nuccio hanno depositato e fatto protocollare, in data 30 ottobre, presso Palazzo di città, con invio per conoscenza alla Prefettura ( e te pareva!) un richiesta di chiarimento circa la posizione dell'ex amico Cozzoli, di Forza Italia, che "ricoprirebbe contemporaneamente, il ruolo di consigliere comunale e quello di componente dell'organo di controllo dell' STP". Si chiede un chiarimento circa una possibile "incompatibilità". Fonti vicine al centro – destra parlano di un Cozzoli letteralmente "imbufalito" per questa iniziativa. Ma le nomine in Amiu non dovevano sancire una tregua? Alla faccia! Intanto da Forza Italia si chiede ai vertici una revisione degli incarichi dei coordinatori (Di Marzio e suo vice, udite udite, ancora lui, il De Noia!). Il canuto Fucci, stremato e rassegnato dalla perpetua farsa tranese, pare abbia alzato bandiera bianca: vedetevela voi! È un mondo difficile! È un mondo De Noia! Un sacco De Noia! Con questa politica. Altro che "Un sacco bello …"