Books
Bari omaggia Vecchi. A Trani aspettiamo il suo museo
Aleggia sempre il progetto caldeggiato da Traninostra
venerdì 9 settembre 2011
Si è inaugurata nei giorni scorsi presso la biblioteca nazionale di Bari la mostra «1861-2011. L'Italia dei libri». Organizzata nell'ambito delle iniziative del salone internazionale del libro di Torino per le celebrazioni dei 150 anni dell'unità d'Italia, la mostra itinerante ha previsto una prestigiosa tappa nella biblioteca nazionale di Bari, allocata presso la cittadella della cultura, nella ex sede del macello di Bari, completamente ristrutturata.
In questo splendido scenario si è pensato di celebrare la figura del famoso tipografo-editore Valdemaro Vecchi, nato a Fidenza ma che a Trani ha vissuto ed operato («Cittadino nostro per elezione», lo definirà Giovanni Beltrani). Vecchi con la sua operosità rese Trani capitale culturale del meridione d'Italia negli anni post-unitari.
Tra i numerosi presenti nel giorno dell'inaugurazione, anche una trentina di soci dell'associazione Traninostra che, per l'occasione, si sono spostati da Trani con un pullman. La delegazione ha potuto visitare la rassegna espositiva (che durerà fino al 20 settembre) ed ascoltare le belle parole pronunciate dal direttore della biblioteca nazionale, Mauro Giancaspro, su Valdemaro Vecchi e sull'importanza dell'attività da lui svolta per la cultura meridionale. Incisivo anche un passaggio di Luciano Carcereri, funzionario della biblioteca barese che ha voluto allestire il consistente spazio espositivo dedicato al tipografo ed editore. «Venuto dall'Emilia per portare in Puglia la sua proposta imprenditoriale e il suo progetto culturale – ha detto Carcerrri - Vecchi fu lo scopritore del giovane talento Benedetto Croce, di cui fu il primo editore, e quando il Croce si rivolse all'editore Laterza pretese con la sua proverbiale tenacia che le sue opere fossero stampate nella tipografia tranese. La Rassegna pugliese fu una rivista rivoluzionaria che precorse i tempi e con la quale il Vecchi stupì tutti i grandi editori del nord Italia, ed ancora oggi è utilizzata come un pozzo senza fondo di cultura da molti studiosi e ricercatori. Sì, un uomo del nord venuto in Puglia per far sviluppare l'imprenditoria e la cultura, ma anche per contrastare le tesi del Lombroso sull'inferiorità di razza dei meridionali, e per diffondere idee di democrazia, uguaglianza, progresso, come fece con la società generale operaia di Trani».
Alla città di Trani ne viene un grande vanto, ma a parte la tenacia e la testardaggine con la quale Traninostra chiede improrogabilmente di allestire un museo della stampa e dell'editoria a lui dedicato (nella prestigiosa sede di palazzo Beltrani con tutto l'infinito materiale di antiche macchine da stampa, libri, pergamene, caratteri e clichet antichi raccolti, la città) agli attuali amministratori ed esperti la questione sembra non interessare. Contemporaneamente nel resto d'Italia si celebra il suo impegno e si dedicano a lui studi e ricerche, mentre si guarda con ammirazione e stupore il materiale prezioso tramandatoci. E pensare che, con una cittadella della cultura, un museo civico, un mostra permanente dedicata a Valdemaro Vecchi e con il recupero delle opere librarie di tanti uomini di cultura gravitati intorno a Vecchi (l'elenco è infinito) Trani tornerebbe nuovamente ad aspirare al titolo di capitale culturale del sud Italia.
In questo splendido scenario si è pensato di celebrare la figura del famoso tipografo-editore Valdemaro Vecchi, nato a Fidenza ma che a Trani ha vissuto ed operato («Cittadino nostro per elezione», lo definirà Giovanni Beltrani). Vecchi con la sua operosità rese Trani capitale culturale del meridione d'Italia negli anni post-unitari.
Tra i numerosi presenti nel giorno dell'inaugurazione, anche una trentina di soci dell'associazione Traninostra che, per l'occasione, si sono spostati da Trani con un pullman. La delegazione ha potuto visitare la rassegna espositiva (che durerà fino al 20 settembre) ed ascoltare le belle parole pronunciate dal direttore della biblioteca nazionale, Mauro Giancaspro, su Valdemaro Vecchi e sull'importanza dell'attività da lui svolta per la cultura meridionale. Incisivo anche un passaggio di Luciano Carcereri, funzionario della biblioteca barese che ha voluto allestire il consistente spazio espositivo dedicato al tipografo ed editore. «Venuto dall'Emilia per portare in Puglia la sua proposta imprenditoriale e il suo progetto culturale – ha detto Carcerrri - Vecchi fu lo scopritore del giovane talento Benedetto Croce, di cui fu il primo editore, e quando il Croce si rivolse all'editore Laterza pretese con la sua proverbiale tenacia che le sue opere fossero stampate nella tipografia tranese. La Rassegna pugliese fu una rivista rivoluzionaria che precorse i tempi e con la quale il Vecchi stupì tutti i grandi editori del nord Italia, ed ancora oggi è utilizzata come un pozzo senza fondo di cultura da molti studiosi e ricercatori. Sì, un uomo del nord venuto in Puglia per far sviluppare l'imprenditoria e la cultura, ma anche per contrastare le tesi del Lombroso sull'inferiorità di razza dei meridionali, e per diffondere idee di democrazia, uguaglianza, progresso, come fece con la società generale operaia di Trani».
Alla città di Trani ne viene un grande vanto, ma a parte la tenacia e la testardaggine con la quale Traninostra chiede improrogabilmente di allestire un museo della stampa e dell'editoria a lui dedicato (nella prestigiosa sede di palazzo Beltrani con tutto l'infinito materiale di antiche macchine da stampa, libri, pergamene, caratteri e clichet antichi raccolti, la città) agli attuali amministratori ed esperti la questione sembra non interessare. Contemporaneamente nel resto d'Italia si celebra il suo impegno e si dedicano a lui studi e ricerche, mentre si guarda con ammirazione e stupore il materiale prezioso tramandatoci. E pensare che, con una cittadella della cultura, un museo civico, un mostra permanente dedicata a Valdemaro Vecchi e con il recupero delle opere librarie di tanti uomini di cultura gravitati intorno a Vecchi (l'elenco è infinito) Trani tornerebbe nuovamente ad aspirare al titolo di capitale culturale del sud Italia.