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Enrico Ruggeri, ospite di Tranilibri
«Noi italiani, popolo forte e unito più di quanto non si dica»
giovedì 17 marzo 2011
Nel 1987, a Sanremo, con Gianni Morandi e Umberto Tozzi vinse il Festival con la canzone «Si può dare di più». Enrico Ruggeri, ospite della libreria Tranilibri nel museo Diocesano, elegge quel brano come colonna sonora ideale per festeggiare l'unità d'Italia. «Certe feste – dice Ruggeri - mi spaventano un po' perché, solitamente, vengono istituite per celebrare qualcosa o qualcuno di cui e verso cui ci sentiamo in colpa. Non credo sia questo il caso. Noi italiani siamo più forti ed uniti di quanto non ci vogliono far sembrare. Abbiamo superato indenni un secolo, quello scorso, caratterizzato da due guerre mondiali, da un'epidemia, da una dittatura, da terremoti e calamità varie. Non vedo perché dovremmo arrenderci di fronte ad un momento delicato ed incerto come questo. Nei momenti difficili sappiamo tirar fuori gli artigli, sappiamo soprattutto compattarci e reagire».
Cantante prima, poi conduttore televisivo e adesso scrittore («Tre facce della stessa medaglia»), Ruggeri a Trani ha presentare il suo primo romanzo, Che giorno sarà, «una non biografia – dice – per esorcizzare un incubo ricorrente: ritornare 18enne e dover rifare tutto dall'inizio». Il romanzo, edito da Kovalski, tocca una serie di temi di grande attualità: è la storia di un cantante di belle speranze che assapora un discreto successo ma poi, tradito da cattive compagnie e scelte sbagliate, si ritrova a percorrere al contrario la scala del successo anche a causa della sua mediocrità, abbassando completamente i livelli della propria coscienza. Un errore all'ordine del giorno nella società di oggi. Ruggeri cita Andy Warhol: «Il mondo è pieno di persone che, a fortuna o a ragione, riescono ad ottenere quel fatidico quarto d'ora di celebrità. Il problema nasce dopo: si potrebbero stilare elenchi infiniti di persone che sono ripiombate nell'anonimato, autentici disadattati sociali, vittime di reality, di concorsini, ma soprattutto vittime di un limite personale: il non volersi migliorare, il credere di essere arrivati in vetta quando non è affatto così». Complici di questo declino diventano le persone che ci circondano: «Do un consiglio ai giovani artisti: ponderate bene le frequentazioni. Il mondo è pieno di ciarlatani e persone interessate, soprattutto nel campo della musica. Eppoi, non circondatevi solo di persone che vi danno sempre ragione perché quando sbaglierete nessuno vi aiuterà».
Bravura, fortuite coincidenze e persone giuste. Il segreto per la gloria è questo, ma anche l'avere il sostegno di una famiglia alle spalle: «I genitori spesso commettono due errori. O demoliscono l'autostima dei figli oppure li caricano di aspettative esagerate vedendo in loro un'opportunità di rivalsa sociale. Il giusto sta nel mezzo, senza esagerazioni».
E chi sosterrà l'Italia? «I politici di oggi non credo. Chi più, chi meno, hanno deluso tutti e tradito la nostra fiducia. Ci vorrà del tempo prima che nasca un politico in grado di riconquistare la fiducia del Paese». Da un artista fieramente orgoglioso di definirsi «libero e generalmente critico nei confronti del potere» non potevamo che aspettarci questa risposta.
Cantante prima, poi conduttore televisivo e adesso scrittore («Tre facce della stessa medaglia»), Ruggeri a Trani ha presentare il suo primo romanzo, Che giorno sarà, «una non biografia – dice – per esorcizzare un incubo ricorrente: ritornare 18enne e dover rifare tutto dall'inizio». Il romanzo, edito da Kovalski, tocca una serie di temi di grande attualità: è la storia di un cantante di belle speranze che assapora un discreto successo ma poi, tradito da cattive compagnie e scelte sbagliate, si ritrova a percorrere al contrario la scala del successo anche a causa della sua mediocrità, abbassando completamente i livelli della propria coscienza. Un errore all'ordine del giorno nella società di oggi. Ruggeri cita Andy Warhol: «Il mondo è pieno di persone che, a fortuna o a ragione, riescono ad ottenere quel fatidico quarto d'ora di celebrità. Il problema nasce dopo: si potrebbero stilare elenchi infiniti di persone che sono ripiombate nell'anonimato, autentici disadattati sociali, vittime di reality, di concorsini, ma soprattutto vittime di un limite personale: il non volersi migliorare, il credere di essere arrivati in vetta quando non è affatto così». Complici di questo declino diventano le persone che ci circondano: «Do un consiglio ai giovani artisti: ponderate bene le frequentazioni. Il mondo è pieno di ciarlatani e persone interessate, soprattutto nel campo della musica. Eppoi, non circondatevi solo di persone che vi danno sempre ragione perché quando sbaglierete nessuno vi aiuterà».
Bravura, fortuite coincidenze e persone giuste. Il segreto per la gloria è questo, ma anche l'avere il sostegno di una famiglia alle spalle: «I genitori spesso commettono due errori. O demoliscono l'autostima dei figli oppure li caricano di aspettative esagerate vedendo in loro un'opportunità di rivalsa sociale. Il giusto sta nel mezzo, senza esagerazioni».
E chi sosterrà l'Italia? «I politici di oggi non credo. Chi più, chi meno, hanno deluso tutti e tradito la nostra fiducia. Ci vorrà del tempo prima che nasca un politico in grado di riconquistare la fiducia del Paese». Da un artista fieramente orgoglioso di definirsi «libero e generalmente critico nei confronti del potere» non potevamo che aspettarci questa risposta.