Cento idee
Animiamo il Castello di Trani tutto l'anno
Idea di Filomeno Cafagna
sabato 1 gennaio 2011
Sono Filomeno Cafagna, sottufficiale della Marina militare, risiedo a Trani, faccio parte dell'associazione storico culturale Trani Tradizioni e di recente sono anche diventato scrittore. Dopo questa piccola presentazione passo a giustificare la motivazione per cui mi trovo a redigere l'idea.
Ho appena ultimato la lettura dell'articolo sul Castello di Trani (http://www.traniweb.it/trani/informa/14092.html) dove viene riportato che il Castello della mia città è stato visitato da 5417 persone con un affluenza di +33% rispetto al 2009. Se si considera che il prezzo del biglietto d'ingresso è pari a 3 euro, possiamo affermare che il castello tranese in un anno ha incassato 16.251 euro, ai quali vanno decurtati spese di gestione, elettricità, acqua, stipendi dei dipendenti ed altro. Và da se che, se pur un bellissimo monumento, per il suo Ente allo stato attuale la gestione del castello rappresenta una notevole fonte di spesa.
Lo scrivente però pensa di avere un'idea che, non solo valorizzerebbe il Castello, ma creerebbe un buon numero di posti di lavoro, risolleverebbe l'indotto turistico (e non solo) cittadino, diventerebbe location di stage estivi per gli studenti e polo d'attrazione per tutta la durata dell'anno solare. Come l'attuale direttrice Margherita De Pasquale potrà confermare, quando il Castello viene allestito dall'associazione storico culturale Trani Tradizioni nella due giorni della rievocazione storica de Il Matrimonio di Re Manfredi, attira al suo interno un notevolissimo numero di persone e non solo turisti. Mi chiedo: cosa succederebbe se il Castello fosse sempre allestito?
A provvedere al suo allestimento dovrebbero provvedere i ragazzi dei vari Istituti superiori scolastici di Trani e delle città limitrofe, ognuno per la sua area di pertinenza. Si potrebbero accogliere al suo interno i materiali forniti dai vari produttori locali seguiti da insegnanti che attualmente (a causa dei tagli) si trovano senza lavoro, dei laboratori di arredo, di moda, di gastronomia e tutto ciò che dovesse essere necessario a rendere vivo il Castello. In tal modo metteremmo in campo una modalità d'insegnamento attiva dove il ragazzo si vedrà, da subito, impegnato a mettere in campo ciò che la scuola gli trasmette. A fine anno poi, si potrebbe organizzare un gran galà espositivo. Secondo voi, genitori, parenti e turisti non pagherebbero almeno 5 euro per vedere e filmare sul campo i lavori realizzati? Io personalmente lo farei.
Questa idea non è attuabile solo a Trani ma in ogni città che abbia un Castello. Una mail con questa proposta l'ho inoltrata alcuni mesi or sono presso l'ufficio delle scuole medie superiori del ministro della pubblica istruzione pregando di farsi carico e portavoce verso il ministro Gelmini. Ad oggi non ho avuto riscontri.
Tengo a specificare che queste non sono le parole di un imprenditore ma di un padre che, sperando d'essere propositivo, cerca di sfruttare in modo oculato la vera ricchezza della sua patria ossia il turismo. A me non importa chi riuscirà a realizzare questo progetto ma penso che in un periodo dove la scarsità di lavoro, la conseguente disoccupazione e la mancanza di circolazione monetaria regna sovrana sia un tentativo da intraprendere anche perché è un modo diverso di stimolare i nostri giovani verso la cultura del mondo del lavoro.
Ho appena ultimato la lettura dell'articolo sul Castello di Trani (http://www.traniweb.it/trani/informa/14092.html) dove viene riportato che il Castello della mia città è stato visitato da 5417 persone con un affluenza di +33% rispetto al 2009. Se si considera che il prezzo del biglietto d'ingresso è pari a 3 euro, possiamo affermare che il castello tranese in un anno ha incassato 16.251 euro, ai quali vanno decurtati spese di gestione, elettricità, acqua, stipendi dei dipendenti ed altro. Và da se che, se pur un bellissimo monumento, per il suo Ente allo stato attuale la gestione del castello rappresenta una notevole fonte di spesa.
Lo scrivente però pensa di avere un'idea che, non solo valorizzerebbe il Castello, ma creerebbe un buon numero di posti di lavoro, risolleverebbe l'indotto turistico (e non solo) cittadino, diventerebbe location di stage estivi per gli studenti e polo d'attrazione per tutta la durata dell'anno solare. Come l'attuale direttrice Margherita De Pasquale potrà confermare, quando il Castello viene allestito dall'associazione storico culturale Trani Tradizioni nella due giorni della rievocazione storica de Il Matrimonio di Re Manfredi, attira al suo interno un notevolissimo numero di persone e non solo turisti. Mi chiedo: cosa succederebbe se il Castello fosse sempre allestito?
A provvedere al suo allestimento dovrebbero provvedere i ragazzi dei vari Istituti superiori scolastici di Trani e delle città limitrofe, ognuno per la sua area di pertinenza. Si potrebbero accogliere al suo interno i materiali forniti dai vari produttori locali seguiti da insegnanti che attualmente (a causa dei tagli) si trovano senza lavoro, dei laboratori di arredo, di moda, di gastronomia e tutto ciò che dovesse essere necessario a rendere vivo il Castello. In tal modo metteremmo in campo una modalità d'insegnamento attiva dove il ragazzo si vedrà, da subito, impegnato a mettere in campo ciò che la scuola gli trasmette. A fine anno poi, si potrebbe organizzare un gran galà espositivo. Secondo voi, genitori, parenti e turisti non pagherebbero almeno 5 euro per vedere e filmare sul campo i lavori realizzati? Io personalmente lo farei.
Questa idea non è attuabile solo a Trani ma in ogni città che abbia un Castello. Una mail con questa proposta l'ho inoltrata alcuni mesi or sono presso l'ufficio delle scuole medie superiori del ministro della pubblica istruzione pregando di farsi carico e portavoce verso il ministro Gelmini. Ad oggi non ho avuto riscontri.
Tengo a specificare che queste non sono le parole di un imprenditore ma di un padre che, sperando d'essere propositivo, cerca di sfruttare in modo oculato la vera ricchezza della sua patria ossia il turismo. A me non importa chi riuscirà a realizzare questo progetto ma penso che in un periodo dove la scarsità di lavoro, la conseguente disoccupazione e la mancanza di circolazione monetaria regna sovrana sia un tentativo da intraprendere anche perché è un modo diverso di stimolare i nostri giovani verso la cultura del mondo del lavoro.