Cento idee
Nella storia di Trani la Disfida di Barletta
Idea di Pietro Lamacchia
sabato 17 gennaio 2009
Facciamo rientrare nella storia di Trani anche la disfida.
13 febbraio 1503 Il campo di combattimento venne concordato da Fieramosca e La Motte attraverso uno scambio di lettere e scelto in un luogo situato fra Andria e Corato. Questo campo, oggi chiamato S. Elia, rientrava nel territorio della Città di Trani a qul tempo sotto la giurisdizione della Repubblica di Venezia. A imperituro ricordo dell'avvenimento, il Prefetto di Bari e di Otranto, don Ferrante Caracciolo, fece erigere nel 1583 un Monumento alla Disfida proprio nel luogo dove essa venne combattuta, recante un'epigrafe su cui c'era scritto (in Latino):
"Chiunque tu sia, se egregi fatti di valore ti accendono l'animo, ricorda di illustri guerrieri le grandissime gesta. Qui nobile orgoglio fece scendere in campo a combattere tredici italiani con tredici Francesi. Marte stesso parve rifulgere e accrescere in loro forza e coraggio. Pari il numero, pari le armi, pari il vigore degli animi, e ugualmente giocondi e superbi di morire per la patria. Fortunato valore oppose termine alla contesa, e furono vittoriosi quelli che dovevano esserlo. Qui gli Itali superarono i Franchi in reale certame: qui Gallia vinta diè la mano all'Italia".
Nel 1806 alcuni soldati francesi, di stanza ad Andria, si recarono sul campo della Sfida e danneggiarono il monumento distruggendone la lapide. Solo 50 anni dopo, su pressione dello storico ruvese Giovanni Jatta, essa venne ricostruita con l'aggiunta di un'altra epigrafe dettata da Giovanni Bovio: "XIII febbraio MDIII in equo certame contro tredici francesi qui tredici di ogni terra italiana nell'amore antico e tra due invasori provarono che dove l'animo sovrasti la fortuna gli individui e le nazioni risorgono".
13 febbraio 1503 Il campo di combattimento venne concordato da Fieramosca e La Motte attraverso uno scambio di lettere e scelto in un luogo situato fra Andria e Corato. Questo campo, oggi chiamato S. Elia, rientrava nel territorio della Città di Trani a qul tempo sotto la giurisdizione della Repubblica di Venezia. A imperituro ricordo dell'avvenimento, il Prefetto di Bari e di Otranto, don Ferrante Caracciolo, fece erigere nel 1583 un Monumento alla Disfida proprio nel luogo dove essa venne combattuta, recante un'epigrafe su cui c'era scritto (in Latino):
"Chiunque tu sia, se egregi fatti di valore ti accendono l'animo, ricorda di illustri guerrieri le grandissime gesta. Qui nobile orgoglio fece scendere in campo a combattere tredici italiani con tredici Francesi. Marte stesso parve rifulgere e accrescere in loro forza e coraggio. Pari il numero, pari le armi, pari il vigore degli animi, e ugualmente giocondi e superbi di morire per la patria. Fortunato valore oppose termine alla contesa, e furono vittoriosi quelli che dovevano esserlo. Qui gli Itali superarono i Franchi in reale certame: qui Gallia vinta diè la mano all'Italia".
Nel 1806 alcuni soldati francesi, di stanza ad Andria, si recarono sul campo della Sfida e danneggiarono il monumento distruggendone la lapide. Solo 50 anni dopo, su pressione dello storico ruvese Giovanni Jatta, essa venne ricostruita con l'aggiunta di un'altra epigrafe dettata da Giovanni Bovio: "XIII febbraio MDIII in equo certame contro tredici francesi qui tredici di ogni terra italiana nell'amore antico e tra due invasori provarono che dove l'animo sovrasti la fortuna gli individui e le nazioni risorgono".