Chiaro e Tondo
A ognuno il suo panino
Chiaro e Tondo 48
venerdì 20 marzo 2009
Non riesco a capire cosa caspita c'entri con la protesta dei panificatori, legata al rispetto o meno del riposo domenicale, l'atto ignobile, di alcuni di quelli, di buttare il pane per strada come accaduto qualche giorno fa. A maggior ragione in un momento di crisi come questo, in cui il pane, sia simbolicamente che materialmente, dovrebbe essere salvaguardato e ancor di più rispettato, risparmiato ed offerto, in ultima istanza, eventualmente a gente bisognosa. Cosa avremmo dovuto fare noi consumatori allora, difronte agli aumenti pazzeschi dello stesso prodotto, nel giro di pochi mesi, gli ultimi dodici, ventiquattro per la precisione? Che tipo di protesta avremmo dovuto inscenare noi difronte ad aumenti scriteriati, se avvessimo seguito lo stesso metro dei panificatori? Qualche mese fa mi capitò di assistere ad una scena a dir poco allucinante: in un affollato panificio tranese, un uomo ordina un chilo di pane e si sente chiedere come somma di pagamento quasi 5 euro! Un furto! Una vergogna? Alle lamentele dell'uomo il responabile del panificio ribatteva:" Se non le sta bene lo restituisca e non lo compri". Cosa avremmo dovuto fare noi consumatori? Sparegere mastice alle saracinesche di certi esercizi come questo?
Il Sindaco Tarantini è stato fin troppo moderato nel biasimare come atto deplorevole, quello di buttare il pane per strada, come fatto da questi signori, quando invece un altro tipo di protesta avrebbe potuto essere altrettanto efficace ma meno irriguardoso nei confronti di chi il pane lo deve restituire perchè venduto a certe somme. Altro che biasimevole! Io direi per lo meno irriguardoso, dati tempi. Quando certe categorie di commercianti devono salaguardare i propri interessi, qualsiasi tipo d'interesse, perdono o il senso della misura o il rispetto nei confronti di chi gli sta intorno. Ecco perchè diffido fortemente di determinate iniziative che mettono insieme associazioni di categoria (vedi l'ultima, quella degli imprenditori, con questo improbabile nome, dati i tempi, "Buonvento", che mi auguro foriero di ogni bene per loro e per i loro lavoratori; ora spero che, nel rispetto del diritto d'opinione non mi mandino una nota di marca postfascista, tipo quella giuntami dal "fu" Circolo di AN).
Non mi fido delle associazioni partitiche come quella in questione, perchè condizionate dall'interesse particolare, dal fumo di congrega, dal rischio di tutela lobbistica, con il pericolo di scavalcare il vero "collettore" delle istanze dei cittadini, che è la politica fatta dalle istituzioni vere e proprie, con i suoi passaggi, le sue regole, i suoi uomini politici e non società civile prestata alla politica per una tutela d'interesse di categoria; c'è il dubbio che, se votati, certi rappresentanti di associazioni tipo Buonvento, una volta curati i propri interessi primari, di categoria, appunto, ritengano la propria missione compiuta, e passino ai propri interssi secondari, per dire.
Già in Italia di conflitti d'iteressi ne abbiamo tanti... Dopo il maldestro tentativo dell'ultimo centro - sinistra tranese di governo, di portare pezzi di società civile nella politica, con i disastrosi risultati che ricordiamo, questo è un errore che non potremmo più permetterci. Gli imprenditori continuino a rimanere tali e a curare i propri interssi rapportandosi direttamente agli strumenti che una normale democrazia mette a disposizione, come per tutti gli altri cittadini e pur con le sue eventuali distorsioni, non traformandosi in politici.
Quanto ai panificatori, protestino pure, ma senza buttare il pane per strada.
Il Sindaco Tarantini è stato fin troppo moderato nel biasimare come atto deplorevole, quello di buttare il pane per strada, come fatto da questi signori, quando invece un altro tipo di protesta avrebbe potuto essere altrettanto efficace ma meno irriguardoso nei confronti di chi il pane lo deve restituire perchè venduto a certe somme. Altro che biasimevole! Io direi per lo meno irriguardoso, dati tempi. Quando certe categorie di commercianti devono salaguardare i propri interessi, qualsiasi tipo d'interesse, perdono o il senso della misura o il rispetto nei confronti di chi gli sta intorno. Ecco perchè diffido fortemente di determinate iniziative che mettono insieme associazioni di categoria (vedi l'ultima, quella degli imprenditori, con questo improbabile nome, dati i tempi, "Buonvento", che mi auguro foriero di ogni bene per loro e per i loro lavoratori; ora spero che, nel rispetto del diritto d'opinione non mi mandino una nota di marca postfascista, tipo quella giuntami dal "fu" Circolo di AN).
Non mi fido delle associazioni partitiche come quella in questione, perchè condizionate dall'interesse particolare, dal fumo di congrega, dal rischio di tutela lobbistica, con il pericolo di scavalcare il vero "collettore" delle istanze dei cittadini, che è la politica fatta dalle istituzioni vere e proprie, con i suoi passaggi, le sue regole, i suoi uomini politici e non società civile prestata alla politica per una tutela d'interesse di categoria; c'è il dubbio che, se votati, certi rappresentanti di associazioni tipo Buonvento, una volta curati i propri interessi primari, di categoria, appunto, ritengano la propria missione compiuta, e passino ai propri interssi secondari, per dire.
Già in Italia di conflitti d'iteressi ne abbiamo tanti... Dopo il maldestro tentativo dell'ultimo centro - sinistra tranese di governo, di portare pezzi di società civile nella politica, con i disastrosi risultati che ricordiamo, questo è un errore che non potremmo più permetterci. Gli imprenditori continuino a rimanere tali e a curare i propri interssi rapportandosi direttamente agli strumenti che una normale democrazia mette a disposizione, come per tutti gli altri cittadini e pur con le sue eventuali distorsioni, non traformandosi in politici.
Quanto ai panificatori, protestino pure, ma senza buttare il pane per strada.