Chiaro e Tondo

Almanacco del giorno dopo

Chiaro e Tondo 155

Mi piaceva l'almanacco del giorno dopo… Lo mandavano in onda alle 19,45 in punto, prima del TG1. Era un momento di sospensione tra il giorno che stava per finire e quello successivo. Anche nella politica tranese stiamo entrando in una fase da almanacco del giorno dopo. Il Sindaco Tarantini dice che vuole raccogliere quanto ha seminato finora: i tre milioni di finanziamento per la casa di riposo sono un dato di fatto, in effetti, che rianima quel settore sociale, il welfare tranese, che negli ultimi anni non è più esistito. Al di là dei buoni propositi e di ciò che effettivamente l'amministrazione attuale riuscirà a "regalare" alla città, sia per i cittadini, sia per gli addetti ai lavori, diventa ormai fisiologico pensare a quello che potrebbe avvenire tra due anni, quando Trani tornerà alle urne.

Nel centro – sinistra, già detto che la soluzione migliore sarebbe ricandidare alla poltrona di sindaco Avantario; anche perché tra i polli giovani da batteria, della compagine in questione, non vediamo né il carisma, né la maturità, né l'esperienza per salire su di uno scranno tanto caldo; anche perché non vedo questi giovani galletti da combattimento interno, molto propensi a "prendere ordini" o eventuali decisioni "collegiali", si fa per dire, da qualche ex democristiano o da qualche fuoriuscito dall'ex Forza Italia; sarebbe già un compito gravoso quello; meglio un cavallo di razza alla Avantario, che era già passato dalle forche caudine delle pericolose opposizioni interne e che forse potrebbe avere un ascendente diverso sui galletti contemporanei, dopo aver avuto a che fare, purtroppo per lui con decapitazione finale, con pachidermi della prima repubblica o con pericolosi cattocomunisti col grembiule di Cittaperta. Roba da Caifa nel Sinedrio, tanto per usare un'immagine figurata forte.

A destra le strade sono due: o si punta su di un giovane di belle speranze come Gigi Riserbato, che ha già dato prova di equilibrio e sostanziale savoir faire con le varie componenti politiche; forse sentendo puzza d'inciuci con la sinistra ha lasciato l'UDC, restando in un alveo ben definito che potrà giocarsi per competizioni elettorali future sotto l'ombrellino sicuro del berlusconismo, che promette di durare ancora per un bel po'. L'altra opzione è quella dell'usato sicuro, ma col rischio di rispolverare una politica da Prima Repubblica: rischi zero, tirare a campare piuttosto che tirare le cuoia di andreottiana memoria e forse pochi spunti di colore per noi della stampa: un nome: Peppino; un cognome: Di Marzio. Ma sinceramente preferirei che rimanesse in una posizione strategica come l'assessorato ai lavori pubblici alla Provincia, sfruttando la sua esperienza, piuttosto che mettersi alla triste consolle coi bilancini da equilibrare al cospetto della semidilettantistica politica tranese.
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