Chiaro e Tondo
Arrosto Pd, in salsa berlusconiana
Chiaro e Tondo 210
giovedì 2 giugno 2011
Ben venga, per un fatto di democrazia, un'opposizione forte e che, mi sembra, abbia anche a sua disposizione buone risorse finanziarie. Il manifesto sei per tre contro Sotero, di dimensioni berlusconiane, mi sembra quasi un'anomalia per il partito democratico, ma tant'è, una volta realizzato ed esposto, ha sicuramente fatto un certo effetto. Non entro nel merito della polemica poiché mi sembra che anche stavolta, causa querele, sarà un giudice a pronunciarsi, ma la trovata del 6 x 3 tirato su da un partito d'opposizione credo sia un'assoluta novità nel panorama mediatico sempre minimalista di questi ultimi anni da parte di chi sta dall'altra parte della staccionata, rispetto a chi governa questa città.
Ci interessa dunque il fatto mediatico, poiché sarà l'autorità giudiziaria a dirci se il messaggio contro i soldi intascati da Sotero sia giusto o fuori luogo. Ci sembra infatti di intravedere un segno dei tempi che cambiano, proprio all'indomani della comunque preannunciata (io l'ho scritto da marzo) frana del berlusconismo. In un gioco di specchi rovesciati il Pd tranese fa un manifesto di dimensioni berlusconiane proprio quando Berlusconi è sul punto di abdicare, se non di fatto, almeno virtualmente, moralmente. Ciò che non aveva fatto il Pd negli anni scorsi, magari per elementi di contestazione ancor più gravi all'amministrazione Tarantini, ora lo fa su di una questione sì rilevante, ma non di primissimo impatto, come potrebbe essere, che so, sui nodi del piano urbanistico generale o sulle mancate politiche del lavoro o su altri sperperi anche maggiori ed in proporzione più gravi rispetto a 60 mila euro. Sulle costosissime targhe da ufficio a Palazzo di Città io non ci avrei fatto un sei per tre, ma un nove per sei. Insomma, sembra che si usi il bazooka per abbattere il moscerino.
Le chiavi di lettura sono due: o Ferrante e Laurora ed il Pd vogliono appunto cominciare in grande stile la campagna elettorale, con la bomba ad effetto e tricchetracche sulla coccia pelata del malcapitato Sotero, o mi sembra che la stessa coppia, unitamente al partito, voglia smarcarsi da certe voci, diciamo anche noi da fantapolitica, che vorrebbero già in atto accordi sottobanco con qualche esponente della maggioranza in odore di candidatura a sindaco. Non voglio nemmeno pensarci ma i malpensanti sono già in assetto di guerra sulla questione. Fatto sta che dopo il tanto fumo di questi anni, prodotto da un'opposizione sempre più di là che qua, in senso proprio di esistenza vitale, un po' d'arrosto (mediatico) anche comunicato finalmente con una certa efficacia (poche parole e in carattere grande, fin troppo stavolta, invece dei manifestini che spingono al suicidio, da lettore, già alla terza riga), non guasta. Che poi arrostito sia finito proprio Sotero è un fatto. La querela dell'interessato e la difesa del consiglio Amiu sono un altro arrosto. Il contorno, o la salsa, tra tre per sei e giudici tirati in ballo per un fatto anche politico, è sempre berlusconiano.
Ci interessa dunque il fatto mediatico, poiché sarà l'autorità giudiziaria a dirci se il messaggio contro i soldi intascati da Sotero sia giusto o fuori luogo. Ci sembra infatti di intravedere un segno dei tempi che cambiano, proprio all'indomani della comunque preannunciata (io l'ho scritto da marzo) frana del berlusconismo. In un gioco di specchi rovesciati il Pd tranese fa un manifesto di dimensioni berlusconiane proprio quando Berlusconi è sul punto di abdicare, se non di fatto, almeno virtualmente, moralmente. Ciò che non aveva fatto il Pd negli anni scorsi, magari per elementi di contestazione ancor più gravi all'amministrazione Tarantini, ora lo fa su di una questione sì rilevante, ma non di primissimo impatto, come potrebbe essere, che so, sui nodi del piano urbanistico generale o sulle mancate politiche del lavoro o su altri sperperi anche maggiori ed in proporzione più gravi rispetto a 60 mila euro. Sulle costosissime targhe da ufficio a Palazzo di Città io non ci avrei fatto un sei per tre, ma un nove per sei. Insomma, sembra che si usi il bazooka per abbattere il moscerino.
Le chiavi di lettura sono due: o Ferrante e Laurora ed il Pd vogliono appunto cominciare in grande stile la campagna elettorale, con la bomba ad effetto e tricchetracche sulla coccia pelata del malcapitato Sotero, o mi sembra che la stessa coppia, unitamente al partito, voglia smarcarsi da certe voci, diciamo anche noi da fantapolitica, che vorrebbero già in atto accordi sottobanco con qualche esponente della maggioranza in odore di candidatura a sindaco. Non voglio nemmeno pensarci ma i malpensanti sono già in assetto di guerra sulla questione. Fatto sta che dopo il tanto fumo di questi anni, prodotto da un'opposizione sempre più di là che qua, in senso proprio di esistenza vitale, un po' d'arrosto (mediatico) anche comunicato finalmente con una certa efficacia (poche parole e in carattere grande, fin troppo stavolta, invece dei manifestini che spingono al suicidio, da lettore, già alla terza riga), non guasta. Che poi arrostito sia finito proprio Sotero è un fatto. La querela dell'interessato e la difesa del consiglio Amiu sono un altro arrosto. Il contorno, o la salsa, tra tre per sei e giudici tirati in ballo per un fatto anche politico, è sempre berlusconiano.