Chiaro e Tondo
Bilancio di fine ventennio - III
Chiaro e Tondo 126
martedì 5 gennaio 2010
Come De Simone mi ha dato l'impressione di essere un Di Marzio parallelo, però incompiuto, per i fatti esposti nella scorsa puntata, Gigi Riserbato, altra autentica "promessa" di questa politica nostrana, mi richiama un accostamento al plurivotato Pinuccio. Un Pinuccio parallelo, non certo per storia politica, (il primo allevato nella culla "nera" e "lisa" del MSI, l'altro in quella "bianca" e "candida" democristiana), ma per approccio al pubblico, all'utenza. Una dimensione istrionesca nell'offrirsi alla gente, con sapiente uso della favella, impressione di disponibilità formale sconfinata, che rifocilla il popolo bisognoso di papà politici, anche se quella sostanziale (quando si può) è sempre da verificare, a seconda delle possibilità effetive, appunto.
La grande chance di Gigi è giocata, come già ha fatto Di Marzio con Fitto, per conservare quell'aura di Potere amministrativo sconfinato e onnipotente, su assi di collegamento esterni: prima i Matarrese, poi lo stesso Fitto, ora chissà, direttamente coi luogotenenti del Berlusca? Il percorso di Gigi è di quelli torrentizi e prepotenti nella gestione del cursus honorum, ed il Ventennio tranese, pur nella sua coda finale, gli pone il sigillo di elemento dal radioso avvenire, se non fa saltare il banco, (per troppa ingordigia o poca pazienza), dei sapienti rapporti con gli assi esterni baresi e romani, che tanto bene gli hanno recato finora; proprio il contrario di un suo "cugino" politico, sempre allevato in culla bianca, quel Carlo Laurora che ad un certo punto, come già scrivemmo, ha rischiato di divenire, anzi per un po' di fatto lo è stato, ciò che una definizione sbrigativa e sbracata tipica del tranese medio lo avrebbe consacrato: il padrone di Trani. Facile ora dire che a quel ruolo preferisse l'onestà della coscienza e la pulizia morale e la presa di distanza dalla larva PDL e dai brigantoni del palcoscenico locale, ma nel cursus honorum di un vero politico, i passi indietro si pagano, anche se compiuti a beneficio d'una ricostruzione della verginità (tra l'altro tutta da definire) che spesso porta effetti collaterali, tipo emorragie o difficoltà nel mantenere intatta la serenità dei rapporti futuri (bella la metafora ginecologista?).
Insomma ad un certo punto Laurora ha avuto un full pazzesco, perché aveva in mano Pinuccio col famoso accordo "tu ricandidato sindaco, io super manager di palazzo", Forza Italia nell'area BAT, ed un consenso largo di quell'area moderata, conquistata a colpi di ottimismo, buone maniere e rassicurazioni di varia natura sul futuro (tutto: lavoro, politica, amore, come il mago Fox). Una qualche fibrillazione, una serpentina troppo veloce nelle camerate baresi, un qualche atto di lesa maestà verso Fitto e c, lo hanno fatto ritrovare come Cenerentola a mezzanotte e, con tutto il rispetto per il volenteroso partito in cui si trova, nel quale sicuramente ritroverà il vecchio consenso, o almeno gran parte di esso, da parte delle brave persone innamorate delle buone maniere, il suo futuro politico è tutto da ricostruire. Ecco un altro cavallo dimezzato del Ventennio nostro. Alla prossima comincia il viaggio nel ventennio visto da sinistra. O giù di lì.
CONTINUA....
La grande chance di Gigi è giocata, come già ha fatto Di Marzio con Fitto, per conservare quell'aura di Potere amministrativo sconfinato e onnipotente, su assi di collegamento esterni: prima i Matarrese, poi lo stesso Fitto, ora chissà, direttamente coi luogotenenti del Berlusca? Il percorso di Gigi è di quelli torrentizi e prepotenti nella gestione del cursus honorum, ed il Ventennio tranese, pur nella sua coda finale, gli pone il sigillo di elemento dal radioso avvenire, se non fa saltare il banco, (per troppa ingordigia o poca pazienza), dei sapienti rapporti con gli assi esterni baresi e romani, che tanto bene gli hanno recato finora; proprio il contrario di un suo "cugino" politico, sempre allevato in culla bianca, quel Carlo Laurora che ad un certo punto, come già scrivemmo, ha rischiato di divenire, anzi per un po' di fatto lo è stato, ciò che una definizione sbrigativa e sbracata tipica del tranese medio lo avrebbe consacrato: il padrone di Trani. Facile ora dire che a quel ruolo preferisse l'onestà della coscienza e la pulizia morale e la presa di distanza dalla larva PDL e dai brigantoni del palcoscenico locale, ma nel cursus honorum di un vero politico, i passi indietro si pagano, anche se compiuti a beneficio d'una ricostruzione della verginità (tra l'altro tutta da definire) che spesso porta effetti collaterali, tipo emorragie o difficoltà nel mantenere intatta la serenità dei rapporti futuri (bella la metafora ginecologista?).
Insomma ad un certo punto Laurora ha avuto un full pazzesco, perché aveva in mano Pinuccio col famoso accordo "tu ricandidato sindaco, io super manager di palazzo", Forza Italia nell'area BAT, ed un consenso largo di quell'area moderata, conquistata a colpi di ottimismo, buone maniere e rassicurazioni di varia natura sul futuro (tutto: lavoro, politica, amore, come il mago Fox). Una qualche fibrillazione, una serpentina troppo veloce nelle camerate baresi, un qualche atto di lesa maestà verso Fitto e c, lo hanno fatto ritrovare come Cenerentola a mezzanotte e, con tutto il rispetto per il volenteroso partito in cui si trova, nel quale sicuramente ritroverà il vecchio consenso, o almeno gran parte di esso, da parte delle brave persone innamorate delle buone maniere, il suo futuro politico è tutto da ricostruire. Ecco un altro cavallo dimezzato del Ventennio nostro. Alla prossima comincia il viaggio nel ventennio visto da sinistra. O giù di lì.
CONTINUA....