Chiaro e Tondo
Bomba De Simone, forum cvd, villa antigastrica
Chiaro e Tondo 209
giovedì 26 maggio 2011
Capitolo 1. Girano altre voci sui futuri candidati sindaco della destra; il tricchetracche Lovato (lanciato, come dicono i bene informati, dal balcone della sua villa direttamente dal sindaco) pare non abbia troppo entusiasmato la coalizione d'appartenenza, sempre più inacidita per i duelli intestini: sembra che lo sparo si afflosciato dalle parti della rotonda di via Istria, finendo nell'acqua delle fontane versalliane, non riuscendo a raggiungere nemmeno Palazzo di Città, anzi, nemmeno piazza della Repubblica.
Fuor di metafora, un rappresentante di spicco del PdL ha infatti letteralmente ringhiato alla nostra indiscrezione: «Lovato? Bravo, bravissimo, uomo buono e probo, ma debole politicamente; qua ci vogliono le palle (e chi è la Santanchè? nda) per far rigare dritto i dirigenti comunali che in questi anni hanno fatto i caxxi (sic) loro e per risollevare questa città». E se anche sul nome di Di Marzio si affollano dubbi (qualche tempo fa un udiccino ci confidò di vederlo come un «marchiato a fuoco» dalla travagliata prima Repubblica «e che quindi - concludeva - dal mio punto di vista moderato, non me lo vedo a fare il sindaco», ora anche altri pidiellini sputano sentenza di morte in culla sulla candidatura Di Marzio e uno di loro pontifica spietato: «Ma quando si decide a rimettere il mandato di assessore provinciale e di presidente del consiglio comunale? Fino a quel momento non se ne parla di candidatura».
Se nel PdL comincia a sollevarsi la nebbia fitta della confusione e della ingovernabilità interna, sintomo di una casa politica sempre più dilaniata dall'odio e dall'invidia interna, è anche perché sotto le ceneri delle vanità politiche, covano ambizioni sopite negli anni spesso passati ad alzare ed abbassare la mano in consiglio. Nulla di più. E dacci dentro allora con le candidature a go go: l'ultima palla di cannone riguarderebbe una possibile direttamente a sindaco di Peppino De Simone, altro cavallo di razza ex Dc (e con Di Marzio come la mettiamo?). Di fatto troviamo conferma anche in questo senso. Anzi, in seno al PdL c'è pure chi gradirebbe (si parla di «esperienza politica ed impegno nel sociale, full time e mani libere da altri incarichi, da parte dell'interessato, oltre che di un certo surplus in fatto di grinta») fosse anche per non darla vinta, crediamo, ai vari Di Marzio (lo avevo detto che erano cominciate le grandi manovre contra Peppinum I) o Riserbato, sempre acquattato dietro il cespuglio, ma proprio per questo, forse, per ora ignorato dal resto della coalizione («Ma chi lo ha mai visto - dicono - questo qui sedersi ad un tavolo, confrontarsi con le forze politiche e chiedere di candidarsi?»). Ne ricaviamo dunque che i tavoli di candidatura sono già aperti. Tutto scorre, diceva il filosofo. Speriamo che non scorra troppo sangue, aggiungiamo noi al mercante in fiera della politicaccia tranese.
Capitolo 2. L'ultimo forum indetto dall'amministrazione è stato l'ennesimo flop di pubblico: lo avevamo scritto ultimamente che era un genere che non attecchiva, perché questa è la città della non esposizione personale e della critica mossa col passamontagna dell'anonimato, del nomignolo su forum o della pernacchia fatta stando comodamente alla finestra, qualunque cosa passi sotto il naso. O peggio ancora della pugnalata alle spalle. Cvd, come volevasi dimostrare. Certo i politici sono quel che sono, ma anche noi cittadini non scherziamo. Siamo degni gli uni degli altri. Che tristezza vedere il trio novello Lescano Tarantini Affatato Di Savino, al quale sembra che venga pure da ridere, innocente ragazzo, parlare alle sedie vuote, e pure rosse.
Capitolo 3. Per fortuna contro le gastriti della vita quotidiana c'è la villa comunale rivestita spettacolosamente a festa dall'ottima iniziativa che coinvolge i fiorai pronti ad adornarla come non mai. Uno splendore che non si vedeva da anni. Un plauso al direttore della villa, Pinuccio Merra, che ha creduto in questo progetto e che l'ha perfezionato ancor più da un anno all'altro, con costi risicati, per giunta. Quando vogliamo anche noi a Trani sappiamo valorizzare il bello che già abbiamo. Prosit.
Fuor di metafora, un rappresentante di spicco del PdL ha infatti letteralmente ringhiato alla nostra indiscrezione: «Lovato? Bravo, bravissimo, uomo buono e probo, ma debole politicamente; qua ci vogliono le palle (e chi è la Santanchè? nda) per far rigare dritto i dirigenti comunali che in questi anni hanno fatto i caxxi (sic) loro e per risollevare questa città». E se anche sul nome di Di Marzio si affollano dubbi (qualche tempo fa un udiccino ci confidò di vederlo come un «marchiato a fuoco» dalla travagliata prima Repubblica «e che quindi - concludeva - dal mio punto di vista moderato, non me lo vedo a fare il sindaco», ora anche altri pidiellini sputano sentenza di morte in culla sulla candidatura Di Marzio e uno di loro pontifica spietato: «Ma quando si decide a rimettere il mandato di assessore provinciale e di presidente del consiglio comunale? Fino a quel momento non se ne parla di candidatura».
Se nel PdL comincia a sollevarsi la nebbia fitta della confusione e della ingovernabilità interna, sintomo di una casa politica sempre più dilaniata dall'odio e dall'invidia interna, è anche perché sotto le ceneri delle vanità politiche, covano ambizioni sopite negli anni spesso passati ad alzare ed abbassare la mano in consiglio. Nulla di più. E dacci dentro allora con le candidature a go go: l'ultima palla di cannone riguarderebbe una possibile direttamente a sindaco di Peppino De Simone, altro cavallo di razza ex Dc (e con Di Marzio come la mettiamo?). Di fatto troviamo conferma anche in questo senso. Anzi, in seno al PdL c'è pure chi gradirebbe (si parla di «esperienza politica ed impegno nel sociale, full time e mani libere da altri incarichi, da parte dell'interessato, oltre che di un certo surplus in fatto di grinta») fosse anche per non darla vinta, crediamo, ai vari Di Marzio (lo avevo detto che erano cominciate le grandi manovre contra Peppinum I) o Riserbato, sempre acquattato dietro il cespuglio, ma proprio per questo, forse, per ora ignorato dal resto della coalizione («Ma chi lo ha mai visto - dicono - questo qui sedersi ad un tavolo, confrontarsi con le forze politiche e chiedere di candidarsi?»). Ne ricaviamo dunque che i tavoli di candidatura sono già aperti. Tutto scorre, diceva il filosofo. Speriamo che non scorra troppo sangue, aggiungiamo noi al mercante in fiera della politicaccia tranese.
Capitolo 2. L'ultimo forum indetto dall'amministrazione è stato l'ennesimo flop di pubblico: lo avevamo scritto ultimamente che era un genere che non attecchiva, perché questa è la città della non esposizione personale e della critica mossa col passamontagna dell'anonimato, del nomignolo su forum o della pernacchia fatta stando comodamente alla finestra, qualunque cosa passi sotto il naso. O peggio ancora della pugnalata alle spalle. Cvd, come volevasi dimostrare. Certo i politici sono quel che sono, ma anche noi cittadini non scherziamo. Siamo degni gli uni degli altri. Che tristezza vedere il trio novello Lescano Tarantini Affatato Di Savino, al quale sembra che venga pure da ridere, innocente ragazzo, parlare alle sedie vuote, e pure rosse.
Capitolo 3. Per fortuna contro le gastriti della vita quotidiana c'è la villa comunale rivestita spettacolosamente a festa dall'ottima iniziativa che coinvolge i fiorai pronti ad adornarla come non mai. Uno splendore che non si vedeva da anni. Un plauso al direttore della villa, Pinuccio Merra, che ha creduto in questo progetto e che l'ha perfezionato ancor più da un anno all'altro, con costi risicati, per giunta. Quando vogliamo anche noi a Trani sappiamo valorizzare il bello che già abbiamo. Prosit.