Chiaro e Tondo
Calogero, il turismo e le cisterne
Chiaro e Tondo 90
venerdì 21 agosto 2009
La scena è un lampo, un ricordo fulmineo: sono alla visita per il militare a Taranto in marina; è il febbraio del 1992; all'ennesimo schiamazzo proveniente dalla camerata, il tenente Calogero urla: "Adesso mi avete rotto la minchia!", e ordina a tutti di scendere in cortile, in pigiama, all'una di notte, al gelo pungente che penetrava nelle ossa. Lo so che non si può, lo so che è politicamente scorretto, lo so che è una provocazione che sarebbe meglio evitare, come quella di un anno fa verso gli allora "intoccabili" (ma perché?) Grillini… Lo so che mi odierete, ma è la mia natura schietta che mi spinge a farlo; mi butto come un kamikaze nelle pieghe flosce del vostro perbenismo, del leccaculismo verso le parti politiche cui appartenete o simpatizzate, dell'acidità verso chi la pensa diversamente da voi.
Ho cominciato a rimuginare questo inconfessabile pensiero all'indomani delle polemiche forumiste, suscitate dai miei ultimi articoli rispettivamente su sinistra tranese e Trani città turistica, per cui sono partiti gli ennesimi piagnistei, il solito pessimismo, addirittura una presa per il culo all'amico Massimo Pillera, definito "emigrante di lusso" (ma che ne sapete dei sacrifici e delle sofferenze della gente, dietro la vostra bella tastiera del cavolo?).La pista ciclabile potrebbe essere uno strumento per favorire lo sport ed il turismo? Non va bene! Il Parcheggio a pagamento? Non va bene! È un deserto! E' un buco nell'acqua! La sinistra fa pena? Non lo possiamo dire perché se no viene il magone a qualcuno… E allora chiamo idealmente in ballo l'ormai vecchio tenente Calogero e isso su di un cartello virtuale quella sua urlata, liberatoria, definitiva frase.
Pietrangelo Buttafuoco, scrittore e giornalista siciliano nel suo romanzo "Le uova del drago", racconta della diversa reazione della gente catanese all'arrivo degli alleati anglo americani: i cittadini discutono, studiano strategie, cercano di reagire e di organizzarsi al cospetto delle "contorsioni" cui la storia li stava costringendo; i contadini restano muti, fermi, al massimo si calano nelle cisterne piene d'acqua, per non farsi trovare e lì restano fino a marcire… Che immagine adattabile alla fisionomia della neonata BAT, laddove i "cittadini" sembrano essere gli andriesi ed i barlettani, pronti a studiare strategie al cospetto della nuova realtà storica e pronti a dire la loro sul piano sociale ed economico, ed i "contadini" siamo noi tranesi, pronti a rinchiuderci nelle "cisterne" piene di negatività, pessimismo, critica sterile, piagnisteo ed infine, all'atto pratico, passività, morte, pronti a marcire in quell'acqua.
Turismo, ci buttiamo da soli lo sterco in faccia, affossiamo ogni idea e ci castriamo nella denuncia cui non segue un impegno fattivo, un'idea propositiva. La città non è fatta solo dai politici, ma anche dagli imprenditori (che non rischiano nulla); dai commercianti, dai cittadini che formano un'opinione pubblica, non un lamento, una nenia da prefica bizzoca; i politici incapaci si "scavalcano" o si affiancano con una società civile attiva e non piangente o portata a calarsi nelle cisterne fino a marcire.
Ho cominciato a rimuginare questo inconfessabile pensiero all'indomani delle polemiche forumiste, suscitate dai miei ultimi articoli rispettivamente su sinistra tranese e Trani città turistica, per cui sono partiti gli ennesimi piagnistei, il solito pessimismo, addirittura una presa per il culo all'amico Massimo Pillera, definito "emigrante di lusso" (ma che ne sapete dei sacrifici e delle sofferenze della gente, dietro la vostra bella tastiera del cavolo?).La pista ciclabile potrebbe essere uno strumento per favorire lo sport ed il turismo? Non va bene! Il Parcheggio a pagamento? Non va bene! È un deserto! E' un buco nell'acqua! La sinistra fa pena? Non lo possiamo dire perché se no viene il magone a qualcuno… E allora chiamo idealmente in ballo l'ormai vecchio tenente Calogero e isso su di un cartello virtuale quella sua urlata, liberatoria, definitiva frase.
Pietrangelo Buttafuoco, scrittore e giornalista siciliano nel suo romanzo "Le uova del drago", racconta della diversa reazione della gente catanese all'arrivo degli alleati anglo americani: i cittadini discutono, studiano strategie, cercano di reagire e di organizzarsi al cospetto delle "contorsioni" cui la storia li stava costringendo; i contadini restano muti, fermi, al massimo si calano nelle cisterne piene d'acqua, per non farsi trovare e lì restano fino a marcire… Che immagine adattabile alla fisionomia della neonata BAT, laddove i "cittadini" sembrano essere gli andriesi ed i barlettani, pronti a studiare strategie al cospetto della nuova realtà storica e pronti a dire la loro sul piano sociale ed economico, ed i "contadini" siamo noi tranesi, pronti a rinchiuderci nelle "cisterne" piene di negatività, pessimismo, critica sterile, piagnisteo ed infine, all'atto pratico, passività, morte, pronti a marcire in quell'acqua.
Turismo, ci buttiamo da soli lo sterco in faccia, affossiamo ogni idea e ci castriamo nella denuncia cui non segue un impegno fattivo, un'idea propositiva. La città non è fatta solo dai politici, ma anche dagli imprenditori (che non rischiano nulla); dai commercianti, dai cittadini che formano un'opinione pubblica, non un lamento, una nenia da prefica bizzoca; i politici incapaci si "scavalcano" o si affiancano con una società civile attiva e non piangente o portata a calarsi nelle cisterne fino a marcire.