Chiaro e Tondo
Campo dei miracoli
Chiaro e Tondo 12
martedì 11 novembre 2008
Il tempo passa veloce e mentre ci si accapiglia per buchi di bilancio ed incarichi di varia natura, tutti sembrano essersi dimenticati di una questione che potrebbe sembrare di piccolo cabotaggio, rispetto alle infuocate questioni di questi giorni, ma che la dice lunga sulla sensibilità di cogliere problemi reali, piccoli sì, ma legati alla vita quotidiana dei cittadini, alle esigenze che non siano sempre risalenti al dio denaro.
Tutti, o quasi, sembrano essersi dimenticati del campetto di calcio garantito alla parrocchia di San Giuseppe, finchè un bel giorno, anzi, un brutto giorno, questa garanzia è venuta a mancare, senza offrire alcuna alternativa, come era stato promesso. Per piazzare l'ennesima antenna di telefonia mobile, dall'oggi al domani, era stato sottratto al gruppo di quei ragazzi della parrocchia in questione, il prezioso luogo di svago e sport.Sappiamo che il terreno era di proprietà del Comune e che il periodo di concessione era terminato, ma ricordiamo i modi ed i tempi di sottrazione del sito ai ragazzi… che evitiamo di ricordare (basti pensare alla forzatura del cancello per entrare, senza un preavviso, per dare il via ai lavori di cui sopra); "puntuale" era arrivato l'impegno di fornire un sito alternativo e Don Enzo De Ceglie, il parroco rimasto senza campetto è rimasto in verità solo, fermo e zitto, in attesa del "miracolo", della "duplicazione" (moltiplicazione poteva essere troppo…) del rettangolo di gioco.
Si è poi ipotizzato che, col nuovo Pug, nella revisione di spazi, luoghi e altro, sarebbe saltata fuori la soluzione. Pur fiduciosi che si segua questa strada, dubitiamo che, con la rapace corsa all'edificazione che scatterà, in nome di più appartamenti, meno costi (altri dubbi, a meno che non ci riferiamo al contratto di quartiere) e occupazione da rilanciare nel settore edile, qualcuno si ricorderà del campetto della parrocchia di San Giuseppe. L'area "La pietra" ad esempio, potrebbe essere la soluzione, dalle ultime ipotesi, ma si riuscirà a ricavare uno spazio degno?
Qualche striscione di quelli posti dai genitori dei ragazzi orfani del "loro" luogo di gioco, in segno di protesta, all'indomani del "misfatto", sbatte ancora sull'inferriata polverosa. E'ormai stracciato e logoro. La polvere del campo abbandonato si solleva di tanto in tanto, come a ricordare il famoso riferimento della "polvere" scossa in segno di ricordo di una mancata ospitalità da parte della gente nei confronti dei discepoli… La grande antenna sullo sfondo mi ricorda quei monumenti, quelle torri di un tempo, ora in questo caso simbolo contemporaneo, della protervia del profitto cieco, comunque sia, che toglie aria e spazi ai cittadini.Umberto Ronco e Don Aldo Martucci, protagonisti di una civiltà ormai in estinzione, che si erano battuti per la conquista di uno spazio come quello in questione, sono altre vittime indirette, nella memoria del loro impegno, della barbarie dei nostri giorni. Ve lo chiedo, cari amministratori, dicendolo chiaro e tondo: sia subito offerto un nuovo spazio, senza far aspettare ancora tempi biblici...
Tutti, o quasi, sembrano essersi dimenticati del campetto di calcio garantito alla parrocchia di San Giuseppe, finchè un bel giorno, anzi, un brutto giorno, questa garanzia è venuta a mancare, senza offrire alcuna alternativa, come era stato promesso. Per piazzare l'ennesima antenna di telefonia mobile, dall'oggi al domani, era stato sottratto al gruppo di quei ragazzi della parrocchia in questione, il prezioso luogo di svago e sport.Sappiamo che il terreno era di proprietà del Comune e che il periodo di concessione era terminato, ma ricordiamo i modi ed i tempi di sottrazione del sito ai ragazzi… che evitiamo di ricordare (basti pensare alla forzatura del cancello per entrare, senza un preavviso, per dare il via ai lavori di cui sopra); "puntuale" era arrivato l'impegno di fornire un sito alternativo e Don Enzo De Ceglie, il parroco rimasto senza campetto è rimasto in verità solo, fermo e zitto, in attesa del "miracolo", della "duplicazione" (moltiplicazione poteva essere troppo…) del rettangolo di gioco.
Si è poi ipotizzato che, col nuovo Pug, nella revisione di spazi, luoghi e altro, sarebbe saltata fuori la soluzione. Pur fiduciosi che si segua questa strada, dubitiamo che, con la rapace corsa all'edificazione che scatterà, in nome di più appartamenti, meno costi (altri dubbi, a meno che non ci riferiamo al contratto di quartiere) e occupazione da rilanciare nel settore edile, qualcuno si ricorderà del campetto della parrocchia di San Giuseppe. L'area "La pietra" ad esempio, potrebbe essere la soluzione, dalle ultime ipotesi, ma si riuscirà a ricavare uno spazio degno?
Qualche striscione di quelli posti dai genitori dei ragazzi orfani del "loro" luogo di gioco, in segno di protesta, all'indomani del "misfatto", sbatte ancora sull'inferriata polverosa. E'ormai stracciato e logoro. La polvere del campo abbandonato si solleva di tanto in tanto, come a ricordare il famoso riferimento della "polvere" scossa in segno di ricordo di una mancata ospitalità da parte della gente nei confronti dei discepoli… La grande antenna sullo sfondo mi ricorda quei monumenti, quelle torri di un tempo, ora in questo caso simbolo contemporaneo, della protervia del profitto cieco, comunque sia, che toglie aria e spazi ai cittadini.Umberto Ronco e Don Aldo Martucci, protagonisti di una civiltà ormai in estinzione, che si erano battuti per la conquista di uno spazio come quello in questione, sono altre vittime indirette, nella memoria del loro impegno, della barbarie dei nostri giorni. Ve lo chiedo, cari amministratori, dicendolo chiaro e tondo: sia subito offerto un nuovo spazio, senza far aspettare ancora tempi biblici...