Chiaro e Tondo
Cappa e spada sul turismo
Chiaro e Tondo 160
giovedì 6 maggio 2010
Assodato che il sindaco, facendo il suo mestiere, ricordi per la quinta, sesta volta consecutiva, in occasione di ricorrenze con ponti, che le presenze turistiche a Trani sono in aumento, mi sembra ormai stucchevole, ogni volta che si dirama questo tipo di dati, oggettivi, reali, il teatrino da cappa e spada, con immediato controcanto, con annesso catalogo delle "mancanze". Come se si voglia esorcizzare quel dato, come se lo si voglia offuscare o far dimenticare in fretta. Come a dire che, se sei della parte politica avversa a chi governa ora, quindi anche con un pizzico di malafede, ti ripeti che non è possibile che "quelli là" riescano a dire che le presenze turistiche sono in aumento. E' un'ulteriore variante del degrado del dibattito politico: tutto serve per il duello con cappa e spada.
Anche un dato che dovrebbe mettere di buonumore come la presenza turistica. Per non ricordare i "duelli" da Comuni medievali con Bisceglie di qualche anno fa: lì più turisti, lì più movida e altre amenità. Come se la bellezza universale di Trani, riconosciuta non solo da turisti della domenica o dai gitanti della porta accanto, fosse soggetta ad un applausometro, ad una tendenza di un momento, ad un capriccio passeggero.
Come se i nostri grandi monumenti e palazzi ora comparissero ed ora scomparissero, come le luci intermittenti. Il dibattito dunque, non deve affossarsi sulla presenza in più o meno, da contraddire subito con la buca in più o in meno. Dobbiamo liberarci da questa cultura miope che ci fa muovere non sull'ampio respiro e sulle grandi idee, ma sullo spessore dei peli, sulla sciabola e sul fioretto. A latere, poi, mi sembra sacrosanto far presenti le mancanze, ma il teatrino, il controcanto, la pistolettata strumentale per favore risparmiatecela.
Anche un dato che dovrebbe mettere di buonumore come la presenza turistica. Per non ricordare i "duelli" da Comuni medievali con Bisceglie di qualche anno fa: lì più turisti, lì più movida e altre amenità. Come se la bellezza universale di Trani, riconosciuta non solo da turisti della domenica o dai gitanti della porta accanto, fosse soggetta ad un applausometro, ad una tendenza di un momento, ad un capriccio passeggero.
Come se i nostri grandi monumenti e palazzi ora comparissero ed ora scomparissero, come le luci intermittenti. Il dibattito dunque, non deve affossarsi sulla presenza in più o meno, da contraddire subito con la buca in più o in meno. Dobbiamo liberarci da questa cultura miope che ci fa muovere non sull'ampio respiro e sulle grandi idee, ma sullo spessore dei peli, sulla sciabola e sul fioretto. A latere, poi, mi sembra sacrosanto far presenti le mancanze, ma il teatrino, il controcanto, la pistolettata strumentale per favore risparmiatecela.