Chiaro e Tondo
Caro radical chic, io il banco me lo prendo...
Chiaro e Tondo 180
giovedì 7 ottobre 2010
Non vedo proprio cosa ci sia di male nell'accettare la proposta relativa alla cosiddetta sponsorizzazione di banchi ed eventualmente altre suppellettili, per il loro acquisto e per il beneficio delle disastrate scuole della Provincia BAT. La penuria finanziaria e di mezzi di primaria utilità che ha colpito le scuole locali sembra ormai davvero irreversibile. In molti casi, come da prassi, negli anni passati, molti dirigenti scolastici amministrativi avevano anticipato alcune note di spesa, con soldi giunti in precedenza nelle casse delle scuole. Col sopraggiungere dei tagli, le casse non si sono potute riempire nuovamente, continuando ad adempiere alle normali spese, che in molti casi riguarderebbero perfino le risme per le fotocopie.
In molti istituti, ci si ritrova con banchi sfasciati o non adatti all'altezza di molti alunni (evidentemente la "lunghezza" media degli studenti si è elevata negli ultimi anni). I dirigenti chiedono contributi finanziari ai genitori per far stampare i libretti per le assenze e per acquistare le risme di carta. A maggior ragione, le scuole non sono in grado di acquistare nuovi banchi e nuove sedie, che spesso si presentano con gambe spezzate o traballanti. E dinanzi a questo sfascio cosa ci tocca leggere? Che qualche politico lontano anni luce dalla difficile realtà della scuola, dai suoi affanni e dai suoi bilanci anemici, storce il naso al cospetto di una proposta che dovremmo piuttosto augurarci venga recepita dalle aziende eventualmente interessate. Il fine, in ottica machiavelliana, giustificherebbe i mezzi. Laddove il fine è quello di fornire ai nostri ragazzi un minimo di dignità, almeno formale e strutturale, per quelle ore in cui si ritrovano nelle scuole. Che c'importa che sul banco ci sia il marchio d'un'azienda? L'importante è che quel nuovo banco ci sia. Il momento è grave per la scuola e certi rappresentanti delle nostre istituzioni, adagiati sui loro dorati triclinium, si permettono di mettere becco in una proposta risolutiva che costituirebbe una boccata d'ossigeno per un'istituzione in affanno finanziario. Certo, un tempo sarebbe stato facile fare dell'ironia: ce la saremmo cavata con una battuta che avrebbe accostato le nostre scuole ad una succursale dell'Ikea… d'accordo, una volta avremmo potuto scherzarci su.
Ma oggi, ben venga qualsiasi salvagente. E ben venga questo segnale di vitalità da parte di una BAT che comincia finalmente a dare qualche segno di vita socio – politico – amministrativa propositiva. E al diavolo le strumentalizzazioni politiche e il naso arricciato dei radical chic di turno.
In molti istituti, ci si ritrova con banchi sfasciati o non adatti all'altezza di molti alunni (evidentemente la "lunghezza" media degli studenti si è elevata negli ultimi anni). I dirigenti chiedono contributi finanziari ai genitori per far stampare i libretti per le assenze e per acquistare le risme di carta. A maggior ragione, le scuole non sono in grado di acquistare nuovi banchi e nuove sedie, che spesso si presentano con gambe spezzate o traballanti. E dinanzi a questo sfascio cosa ci tocca leggere? Che qualche politico lontano anni luce dalla difficile realtà della scuola, dai suoi affanni e dai suoi bilanci anemici, storce il naso al cospetto di una proposta che dovremmo piuttosto augurarci venga recepita dalle aziende eventualmente interessate. Il fine, in ottica machiavelliana, giustificherebbe i mezzi. Laddove il fine è quello di fornire ai nostri ragazzi un minimo di dignità, almeno formale e strutturale, per quelle ore in cui si ritrovano nelle scuole. Che c'importa che sul banco ci sia il marchio d'un'azienda? L'importante è che quel nuovo banco ci sia. Il momento è grave per la scuola e certi rappresentanti delle nostre istituzioni, adagiati sui loro dorati triclinium, si permettono di mettere becco in una proposta risolutiva che costituirebbe una boccata d'ossigeno per un'istituzione in affanno finanziario. Certo, un tempo sarebbe stato facile fare dell'ironia: ce la saremmo cavata con una battuta che avrebbe accostato le nostre scuole ad una succursale dell'Ikea… d'accordo, una volta avremmo potuto scherzarci su.
Ma oggi, ben venga qualsiasi salvagente. E ben venga questo segnale di vitalità da parte di una BAT che comincia finalmente a dare qualche segno di vita socio – politico – amministrativa propositiva. E al diavolo le strumentalizzazioni politiche e il naso arricciato dei radical chic di turno.