Chiaro e Tondo
Cattolici e politica a Trani: perse le tracce
Chiaro e Tondo 34
venerdì 30 gennaio 2009
E meno male che pure il Papa ultimamente aveva lanciato un appello perchè i cattolici fossero maggiormente presenti in politica. Qui a Trani, dopo i tempi d'oro della DC, pare che se ne siano perse completamente le tracce, anche a causa di un sistema elettorale che sicuramente ha svantaggiato le posizioni moderate, tipiche dei cattolici stessi. E allora? L'ultimo fallimentare tentativo di organizzare un gruppo d'ispirazione politico - cattolica, fu il movimento Cittaperta, naufragato, contestualmente con l'esperienza del governo che prima sostenne e poi affossò.
Ora resta un interrogativo: dove è finita quella base di elettorato cattolico moderato che naturalemnte, in gran parte, nell'ultima tornata versò il suo consenso sul centro - destra, laddove vi è però una rappresentanza politica di matrice non propriamente cattolica, non verace, ma per larghi tratti cattolica solo sulla facciata. Il vero gruppo cattolico tranese, la maggioranza, ha accettato di porsi supino e di spalmarsi in gran parte sul talamo di una compagine politica che pone al centro l'idea di profitto, di affare grazie alla politica, in certe contrade, o , in altre, di politica come vernice e fumo ma poca sostanza, poca concretezza. Una politica in grado di curare gli interessi degli attori protagonisti, dei singoli partiti e di molti suoi componenti, ma di non fare molto per la sostanza, il pane dei cittadini stessi. Lo disse anche il senatore Visibelli, qualche anno fa: possiamo fare e dire tante belle cose e belle parole per i tranesi, parlare dei bei libri, avere tanti progetti, ma alla fine i cittadini chiedono e chiederanno il pane, il lavoro, la sicurezza per la loro famiglia.
Prendo spunto, per questa conclusione, dall'ultimo atto d'accusa dei sindacati tranesi verso chi amministra: mancanza d'investimenti per il lavoro, per creare occasioni di occupazione per giovani e non. Disoccupazione e lavoro nero dilaganti. Costruire case e non creare occasioni di lavoro per far comprare quelle case non segue una logica. E i cattolici, su certe "campagne" in favore della famiglia e del lavoro dove sono? La Diocesi, spiace dirlo, è spesso muta su questo e altri motivi di interesse comune. La massa di cattolici che ha votato Tarantini non è nemmeno in grado di uscire allo scoperto per difendere il sindaco quando viene attaccato, mostrando un minimo di coerenza e coraggio. Vota e si nasconde. Vota e resta nel dismpegno.
I cattolici che hanno votato per il centro - sinistra sembrano essere diventata una specie di riserva, che non sa bene dove "buttarsi" (la Margherita defunta, rappresentava un piccolo avamposto); ora c'è chi si butta con l'ultimo Beppe Grillo, chi aveva visto in Mastella un baluardo è rimasto ancora spiazzato. Il PD appare una zattera in balia delle onde laiche e dipietriste (ultimo flop di Tonino l'attacco a Napolitano, figuriamoci), non in grado di darsi un'identità propria, figuriamoci se è in grado di dare un'impronta cattolica. Laddove Casini era riuscito a ricreare un minimo di unità in tal senso, la corsa alla visibilità (Pionati e co. docet) o la smania di rimanere sul carro del vincitore gaudente (Giovanardi ari docet) hanno sminuzzato e mortificato quel pensierino stupendino del Casini (divorziato a sua volta e convolato a nozze nel seno della famiglia Caltagirone). Una Trani che aveva una tradizione cattolica in politica tende ad estinguersi e questa è una delle tante cellule della nostra tradizione che si va disgregando in nome dell'orticello e della vanità del nostro tempo. O vacuità. O mancanza di personalità di molti di quei cattolici.
Ora resta un interrogativo: dove è finita quella base di elettorato cattolico moderato che naturalemnte, in gran parte, nell'ultima tornata versò il suo consenso sul centro - destra, laddove vi è però una rappresentanza politica di matrice non propriamente cattolica, non verace, ma per larghi tratti cattolica solo sulla facciata. Il vero gruppo cattolico tranese, la maggioranza, ha accettato di porsi supino e di spalmarsi in gran parte sul talamo di una compagine politica che pone al centro l'idea di profitto, di affare grazie alla politica, in certe contrade, o , in altre, di politica come vernice e fumo ma poca sostanza, poca concretezza. Una politica in grado di curare gli interessi degli attori protagonisti, dei singoli partiti e di molti suoi componenti, ma di non fare molto per la sostanza, il pane dei cittadini stessi. Lo disse anche il senatore Visibelli, qualche anno fa: possiamo fare e dire tante belle cose e belle parole per i tranesi, parlare dei bei libri, avere tanti progetti, ma alla fine i cittadini chiedono e chiederanno il pane, il lavoro, la sicurezza per la loro famiglia.
Prendo spunto, per questa conclusione, dall'ultimo atto d'accusa dei sindacati tranesi verso chi amministra: mancanza d'investimenti per il lavoro, per creare occasioni di occupazione per giovani e non. Disoccupazione e lavoro nero dilaganti. Costruire case e non creare occasioni di lavoro per far comprare quelle case non segue una logica. E i cattolici, su certe "campagne" in favore della famiglia e del lavoro dove sono? La Diocesi, spiace dirlo, è spesso muta su questo e altri motivi di interesse comune. La massa di cattolici che ha votato Tarantini non è nemmeno in grado di uscire allo scoperto per difendere il sindaco quando viene attaccato, mostrando un minimo di coerenza e coraggio. Vota e si nasconde. Vota e resta nel dismpegno.
I cattolici che hanno votato per il centro - sinistra sembrano essere diventata una specie di riserva, che non sa bene dove "buttarsi" (la Margherita defunta, rappresentava un piccolo avamposto); ora c'è chi si butta con l'ultimo Beppe Grillo, chi aveva visto in Mastella un baluardo è rimasto ancora spiazzato. Il PD appare una zattera in balia delle onde laiche e dipietriste (ultimo flop di Tonino l'attacco a Napolitano, figuriamoci), non in grado di darsi un'identità propria, figuriamoci se è in grado di dare un'impronta cattolica. Laddove Casini era riuscito a ricreare un minimo di unità in tal senso, la corsa alla visibilità (Pionati e co. docet) o la smania di rimanere sul carro del vincitore gaudente (Giovanardi ari docet) hanno sminuzzato e mortificato quel pensierino stupendino del Casini (divorziato a sua volta e convolato a nozze nel seno della famiglia Caltagirone). Una Trani che aveva una tradizione cattolica in politica tende ad estinguersi e questa è una delle tante cellule della nostra tradizione che si va disgregando in nome dell'orticello e della vanità del nostro tempo. O vacuità. O mancanza di personalità di molti di quei cattolici.