Chiaro e Tondo
Consiglio Comunale: contro il logorio della vita moderna
Chiaro e Tondo 168
Trani - giovedì 1 luglio 2010
Si parla sempre tanto di efficienza amministrativa, di snellimento delle operazioni burocratiche nella cosa pubblica, ma sembra che il Consiglio Comunale di Trani vada nella direzione completamente opposta. E va bene che il sindaco è ormai un assiduo frequentatore delle maratone nazionali e internazionali, ma voler trasferire il concetto e l'immagine di maratona anche e sempre allo stesso Consiglio Comunale sta diventando una vera tortura per i cittadini (sparuti) e addetti ai lavori (pochi) che lo seguono, oltre che per i consiglieri che si sottopongono a queste ormai poco fruttuose sedute.
Tutto si trascina in questa assise. Tutto diventa gelatinoso nella cadenza petulante del tempo che dilata gli sguardi, confonde le idee, rincoglionisce i canuti e insomma spersonalizza e aliena quei pochi che, volenterosi, vorrebbero davvero lavorare per la città, si fa per dire. Credo che vadano rivisti, e qui mi riferisco in particolare al Presidente del Consiglio, i classici parametri, i fondamentali nella gestione del Consiglio per quanto riguarda i tempi, la natura degli interventi, la globalità della "macchina" consiliare, l'eventuale ripartizione delle tematiche, senza scivolare nelle ore tarde in cui la mente si annebbia, il voto diventa meccanico, la lingua s'impasta (orrenda immagine, chiedo scusa), il pantalone, e non solo quello s'incolla pericolosamente, il cavallo s'affoga.
E' una questione di postura umana, oltre che di efficienza governativa, mi si passi l'espressione ardita, di questi tempi. Lo so che è un fenomeno comune anche ad altri Consigli viciniori, ma una volta tanto cerchiamo di distinguerci. Basta con le sedute fiume del Consiglio Comunale che inebetiscono i suoi stessi componenti: buttiamo il cuore oltre il gettone, pardon, l'ostacolo.
Tutto si trascina in questa assise. Tutto diventa gelatinoso nella cadenza petulante del tempo che dilata gli sguardi, confonde le idee, rincoglionisce i canuti e insomma spersonalizza e aliena quei pochi che, volenterosi, vorrebbero davvero lavorare per la città, si fa per dire. Credo che vadano rivisti, e qui mi riferisco in particolare al Presidente del Consiglio, i classici parametri, i fondamentali nella gestione del Consiglio per quanto riguarda i tempi, la natura degli interventi, la globalità della "macchina" consiliare, l'eventuale ripartizione delle tematiche, senza scivolare nelle ore tarde in cui la mente si annebbia, il voto diventa meccanico, la lingua s'impasta (orrenda immagine, chiedo scusa), il pantalone, e non solo quello s'incolla pericolosamente, il cavallo s'affoga.
E' una questione di postura umana, oltre che di efficienza governativa, mi si passi l'espressione ardita, di questi tempi. Lo so che è un fenomeno comune anche ad altri Consigli viciniori, ma una volta tanto cerchiamo di distinguerci. Basta con le sedute fiume del Consiglio Comunale che inebetiscono i suoi stessi componenti: buttiamo il cuore oltre il gettone, pardon, l'ostacolo.