Chiaro e Tondo
D.T.: Decadenza Tranese
Chiaro e Tondo 11
venerdì 7 novembre 2008
Vi è un intreccio di avvenimenti che ci porta ad osservare un profilo della nostra città che non vorremmo mai commentare. E' il profilo della decadenza, quella vera, che ricade sui cittadini stessi, non letteraria o figurata, di una città che perde i pezzi, gli strumenti, le strutture basilari della cultura. Ho letto con molto interesse l'intervento del collega Franco Di Pinto, che ci offre un'immagine impietosa dello stato delle scuole tranesi: disagi su disagi in luoghi che per fornire la base del sapere, dovrebbero prima di tutto metttere i propri fruitori, in grado di vivere senza intoppi le proprie giornate di lavoro.
L'intreccio continua con l'assenza di un teatro (era una delle promesse elettorali del Sindaco Tarantini, e quanto vorremmo che fosse mantenuta). Teatro come testimonianza di civiltà, di scambio, di confronto, di sapere divulgato in modo piacevole. Niente. Ormai anche il 2008 volge al termine e di lavori per la ricostruzione di un teatro, nemmeno l'ombra. (Tarantini ipotizzava di sfruttare l'attuale stabile occupato dall'Amet, ma mi pare che di questi tempi l'ente sia interssato da ben altre beghe, altro che teatro. Forse "teatrino della politica", quello sì.
E poi, l'ultima beffa. Trani resta con una sola sala cinematografica. In questo caso l'amministrazione non c'entra nulla, il fatto è privato ed è legato alla chiusura del Supercinema per problemi economico - gestionali. Ancora una volta, nel nome del dio denaro, ci rimette un'altra fonte di svago, cultura, sapere. Qui faccio un appello alla proprietà del Supercinema, affinchè giunga ad un accordo di vendita con altri soggetti, o contibuisca ad adoperarsi affinchè la vicenda legale - gestionale, che ha portato alla chiusura della Sala, giunga ad una soluzione per cui il glorioso Supercinema, anche magari con un altro nome, venga restituito alla città, che paga un minor numero di pellicole e di occasioni di contatto col mondo esterno.
E per finire, il cerchio della decadenza contemporanea si chiude con la mancata inclusione di Trani nell'elenco provinciale delle città che avrebbero beneficiato della costruzione di una nuova struttura scolastica: avrebbe dovuto essere, nei progetti, il nuovo istituto alberghiero. Altro colpo ad una città che si preparerebbe ad essere capoluogo di provincia, con Andria e Barletta e che, nel trio, dovrebbe concentrarsi sull'attività turistica: e quale migliore occasione, con un istututo alberghiero, per preparare una classe dirigente in tale ramo e non la solita accozzaglia di pub, osterie e pizzerie, spesso in mano a persone, pur rispettabili, ma che s'improvvisano,il più delle volte in tali attività?
E sorvoliamo, nel senso che già i colleghi della stampa hanno sparato a zero sull'episodio, evitando poi di ricoradre la gaffe, già ampiamente documentata, in occasione dei Dialoghi di Trani, con la spiacevolissima interruzione della conferenza su Ivo Scaringi, rimarcata, nel dispiacere, anche dalla sua famiglia. Nonostante pioggia, Baricco e compagnia bella e tutte le scusanti di questo mondo, era un episodio da evitare ad ogni costo. Il grande professore, nonchè artista, da lassù, come suo solito, non avrà fatto una piega: avrà aggrottato un po' la fronte, avrà serrato le labbra verso l'esterno, come era solito fare quando restava perplesso e avrà bonariamente sorriso.
Fin qui la cultura. Un'elites, in fondo. Poi c'è la gente comune: cito a caso le parole di un politico che qualche giorno fa mi intima, a proposito della presente rubrica:" Dagli in testa al Sindaco, che mi sta sul cazzo!". E pensare che c'è gente che vuole che faccia i nomi di queste fonti: siete pazzi: qua scoppia la guerra civile...oltre a quella delle querele già in atto. Chi semina vento raccoglie tempesta e a me piace, al massimo, la brezza dei pareri, contrari o favorevoli del forum di questo frequentatissimo sito. Ve l'ho detto chiaro e tondo.
L'intreccio continua con l'assenza di un teatro (era una delle promesse elettorali del Sindaco Tarantini, e quanto vorremmo che fosse mantenuta). Teatro come testimonianza di civiltà, di scambio, di confronto, di sapere divulgato in modo piacevole. Niente. Ormai anche il 2008 volge al termine e di lavori per la ricostruzione di un teatro, nemmeno l'ombra. (Tarantini ipotizzava di sfruttare l'attuale stabile occupato dall'Amet, ma mi pare che di questi tempi l'ente sia interssato da ben altre beghe, altro che teatro. Forse "teatrino della politica", quello sì.
E poi, l'ultima beffa. Trani resta con una sola sala cinematografica. In questo caso l'amministrazione non c'entra nulla, il fatto è privato ed è legato alla chiusura del Supercinema per problemi economico - gestionali. Ancora una volta, nel nome del dio denaro, ci rimette un'altra fonte di svago, cultura, sapere. Qui faccio un appello alla proprietà del Supercinema, affinchè giunga ad un accordo di vendita con altri soggetti, o contibuisca ad adoperarsi affinchè la vicenda legale - gestionale, che ha portato alla chiusura della Sala, giunga ad una soluzione per cui il glorioso Supercinema, anche magari con un altro nome, venga restituito alla città, che paga un minor numero di pellicole e di occasioni di contatto col mondo esterno.
E per finire, il cerchio della decadenza contemporanea si chiude con la mancata inclusione di Trani nell'elenco provinciale delle città che avrebbero beneficiato della costruzione di una nuova struttura scolastica: avrebbe dovuto essere, nei progetti, il nuovo istituto alberghiero. Altro colpo ad una città che si preparerebbe ad essere capoluogo di provincia, con Andria e Barletta e che, nel trio, dovrebbe concentrarsi sull'attività turistica: e quale migliore occasione, con un istututo alberghiero, per preparare una classe dirigente in tale ramo e non la solita accozzaglia di pub, osterie e pizzerie, spesso in mano a persone, pur rispettabili, ma che s'improvvisano,il più delle volte in tali attività?
E sorvoliamo, nel senso che già i colleghi della stampa hanno sparato a zero sull'episodio, evitando poi di ricoradre la gaffe, già ampiamente documentata, in occasione dei Dialoghi di Trani, con la spiacevolissima interruzione della conferenza su Ivo Scaringi, rimarcata, nel dispiacere, anche dalla sua famiglia. Nonostante pioggia, Baricco e compagnia bella e tutte le scusanti di questo mondo, era un episodio da evitare ad ogni costo. Il grande professore, nonchè artista, da lassù, come suo solito, non avrà fatto una piega: avrà aggrottato un po' la fronte, avrà serrato le labbra verso l'esterno, come era solito fare quando restava perplesso e avrà bonariamente sorriso.
Fin qui la cultura. Un'elites, in fondo. Poi c'è la gente comune: cito a caso le parole di un politico che qualche giorno fa mi intima, a proposito della presente rubrica:" Dagli in testa al Sindaco, che mi sta sul cazzo!". E pensare che c'è gente che vuole che faccia i nomi di queste fonti: siete pazzi: qua scoppia la guerra civile...oltre a quella delle querele già in atto. Chi semina vento raccoglie tempesta e a me piace, al massimo, la brezza dei pareri, contrari o favorevoli del forum di questo frequentatissimo sito. Ve l'ho detto chiaro e tondo.