Chiaro e Tondo
Gli orfani del caimano
Chiaro e Tondo 197
giovedì 24 febbraio 2011
Premettendo che ritengo l'attuale premier praticamente morto, politicamente parlando, anche se virtualmente resta in vita grazie ai soldi, ai camerieri a servizio e alle tv, penso che da ora o almeno, simbolicamente, dal 6 aprile, giorno dell'inizio del processo a Silvio Berlusconi, tutti coloro che hanno posti di responsabilità nel PdL, dovranno necessariamente pensare all'individuazione di una nuova nomenclatura, di un nuovo organigramma, di una definita classe politica che incarni e rappresenti tutta quell'area moderata che riempie in un modo o nell'altro (è un elemento che non sparirà col crepuscolo del sire di Arcore) realtà simili a quelle di Trani, in cui, di fatto, l'area che fa riferimento ai principi librali, cattolici e, appunto, moderati, è, resta e resterà, maggioranza.
Dopo discussioni e confronti con cittadini comuni, nel piccolo del mio sondaggio personale, comunque vi garantisco, articolato e variegato socialmente, credetemi sulla parola, mi sono reso conto che molte di queste persone, non prendendo in considerazione il principio britannico dell'alternanza (che pure sarebbe un elemento di civiltà politica), dopo la destra, vorrebbero ancora la destra; dopo il Berlusca non gradirebbero un cambio di governo che passi il potere a forze legate al circuito del Pd (ritenuto poco rappresentativo dell'area moderata e poco pratico in una futura azione di governo, in quanto diviso al suo interno) dell'Idv (con Di Pietro che resta un politico dalla natura reazionaria e che non ha neppure lui, a causa della sua rusticità politica, sfondato nell'area moderata, anzi, pur con le sue sacrosante ragioni di opposizione al Berlusca, ha estremizzato sempre più i suoi modi da sanculotto – sanfedista, e per giunta, per dirla con Sonia Alfano ha reso un feudo il suo partito) e del Sel di Vendola, che di fatto toglie voti alla defunta Rifondazione, allo stesso Di Pietro o al Pd, ma difficilmente prende consensi dall'area cosiddetta borghese e diventa poco credibile quando fa realizzare centrali alla Marcegaglia o tiene ancora l'Acquedotto pugliese in mano a privati (Grillo docet).
Io dico che dopo tutto quello che sta avvenendo e avverrà, con un premier che in ogni paese del mondo, Uganda a parte, con tutto il rispetto, sarebbe morto politicamente dopo l'incredibile serie di tracolli morali, giudiziari e politici, qui c'è ancora gente che lo rivoterebbe, nel peggiore dei casi, o che comunque non cambierebbe, nella migliore ipotesi, appartenenza politica, bisogna che, deposto il re azzoppato, che comunque potrebbe continuare a regnare virtualmente grazie al potere mediatico e finanziario (qui la sinistra paga giustamente l'incapacità, quando ha governato, di istituire una vera legge contro il conflitto d'interessi), ci sia necessità di continuare a dare rappresentanza politica, in modo degno, non farcito di mignotte, denaro per deputati da acquistare e altre amenità a questa area moderata, conservatrice, che così come negli Usa, o nella stessa Inghilterra o Germania, trova una classe politica di tradizione, in Partito Popolare Europeo è una realtà. Anche dopo la catastrofe Bush, tanto per fare un esempio, il partito conservatore americano non sì è certo estinto, anzi, ora ha di nuovo la maggioranza del Congresso, pur con il democratico Obama al governo.
Si facciano due conti i Tarantini, i Marmo, i Fitto, i Quagliariello, i Letta, i Formigoni, con le debite proporzioni: devono saper voltare pagina, se non nella forma, finchè il re resta in vita, nei contenuti, per risollevare la degna rappresentanza politica di una fetta di popolazione che, col mutismo di questo periodo (non ho letto prese di posizione pubbliche da parte di quella gente comune, che pur si pronuncia nel privato) attesta il suo strisciante imbarazzo e disagio, che comunque, lo ribadiamo, non li porterà a votare certo per il Pd.
PS: Mi sono divertito a spulciare, così per curiosità, tra alcuni dei punti del programma del candidato sindaco della sinistra barlettana, il professor Maffei, forse anche futuro rieletto, vista la pochezza della destra barlettana: tra gli altri leggo: riqualificazione del lungomare, con realizzazione di piste ciclabili in città e poco più in là: eliminazione dei passaggi a livello, oltre che, udite udite, istituzione di un centro – congressi. Sinceramente mi sono sentito imbarazzato, mettendomi nei suoi panni, per lui, perché ho pensato che il valente staff di cui si circonda, non ha avuto l'accortezza di dare una sbirciatina introno a se, per rendersi conto che tutti questi punti sono pure alcuni di quelli del pericoloso fascista Pinuccio T., di fatto dunque un progressista, anzi un despota illuminato, sindaco uscente della viciniore Trani, spesso accusata, con boria tipica di quelle parti, di rincorrere Barletta o altre città, su determinati provvedimenti o trend. Poi leggo per combinazione il programma del nuovo presidente della Fiera del Levante, professor Viesti: anche lui tra le priorità ha inserito la realizzazione di un nuovo centro congressi, per la Fiera dei prossimi anni. Vabbè che anche i baresi frequentano Trani, ma questa idea di Pinuccio non si sarà un po' troppo "sputtanata"? Tanto per ricorrere ad un termine molto in voga...
2 PS: Borsino sindaco: non me ne vogliate, soprattutto per gli esclusi o per le future eventuali comparse, ma questo giochino mi piace, vi piace, lo so, e tirerà avanti ancora a lungo: a destra quotazioni in rialzo per Riserbato, stabili per Di Marzio, in ribasso per Corrado, che pare si sia tirato volontariamente fuori (da voci di corridoio PdL). A sinistra in rialzo sempre Operamolla (anche l'Udc sembrerebbe aderire al suo nome, salvo virate su Di Marzio, a leggere la non pregiudiziale sull'età- ma è la politica dei due forni che continua, bellezza); stabile Ferrante, ma con l'insidia, se si va alle primarie, di qualche sorpresa da Sel, specialista in quella competizione, con la proposta di qualche nome nuovo, qualora Carcano decidesse di fare un passo indietro per una personalità più stimolante e ad effetto, che dalla parti di Vendola potrebbero tirare fuori dal cilindro: a meno che pure loro non decidano di appoggiare Operamolla e a quel punto il tavolo sarebbe meno affollato di assi o due di picche, carte che il centrosinistra tranese, si è ritrovato in quantità industriale, negli ultimi anni.
Dopo discussioni e confronti con cittadini comuni, nel piccolo del mio sondaggio personale, comunque vi garantisco, articolato e variegato socialmente, credetemi sulla parola, mi sono reso conto che molte di queste persone, non prendendo in considerazione il principio britannico dell'alternanza (che pure sarebbe un elemento di civiltà politica), dopo la destra, vorrebbero ancora la destra; dopo il Berlusca non gradirebbero un cambio di governo che passi il potere a forze legate al circuito del Pd (ritenuto poco rappresentativo dell'area moderata e poco pratico in una futura azione di governo, in quanto diviso al suo interno) dell'Idv (con Di Pietro che resta un politico dalla natura reazionaria e che non ha neppure lui, a causa della sua rusticità politica, sfondato nell'area moderata, anzi, pur con le sue sacrosante ragioni di opposizione al Berlusca, ha estremizzato sempre più i suoi modi da sanculotto – sanfedista, e per giunta, per dirla con Sonia Alfano ha reso un feudo il suo partito) e del Sel di Vendola, che di fatto toglie voti alla defunta Rifondazione, allo stesso Di Pietro o al Pd, ma difficilmente prende consensi dall'area cosiddetta borghese e diventa poco credibile quando fa realizzare centrali alla Marcegaglia o tiene ancora l'Acquedotto pugliese in mano a privati (Grillo docet).
Io dico che dopo tutto quello che sta avvenendo e avverrà, con un premier che in ogni paese del mondo, Uganda a parte, con tutto il rispetto, sarebbe morto politicamente dopo l'incredibile serie di tracolli morali, giudiziari e politici, qui c'è ancora gente che lo rivoterebbe, nel peggiore dei casi, o che comunque non cambierebbe, nella migliore ipotesi, appartenenza politica, bisogna che, deposto il re azzoppato, che comunque potrebbe continuare a regnare virtualmente grazie al potere mediatico e finanziario (qui la sinistra paga giustamente l'incapacità, quando ha governato, di istituire una vera legge contro il conflitto d'interessi), ci sia necessità di continuare a dare rappresentanza politica, in modo degno, non farcito di mignotte, denaro per deputati da acquistare e altre amenità a questa area moderata, conservatrice, che così come negli Usa, o nella stessa Inghilterra o Germania, trova una classe politica di tradizione, in Partito Popolare Europeo è una realtà. Anche dopo la catastrofe Bush, tanto per fare un esempio, il partito conservatore americano non sì è certo estinto, anzi, ora ha di nuovo la maggioranza del Congresso, pur con il democratico Obama al governo.
Si facciano due conti i Tarantini, i Marmo, i Fitto, i Quagliariello, i Letta, i Formigoni, con le debite proporzioni: devono saper voltare pagina, se non nella forma, finchè il re resta in vita, nei contenuti, per risollevare la degna rappresentanza politica di una fetta di popolazione che, col mutismo di questo periodo (non ho letto prese di posizione pubbliche da parte di quella gente comune, che pur si pronuncia nel privato) attesta il suo strisciante imbarazzo e disagio, che comunque, lo ribadiamo, non li porterà a votare certo per il Pd.
PS: Mi sono divertito a spulciare, così per curiosità, tra alcuni dei punti del programma del candidato sindaco della sinistra barlettana, il professor Maffei, forse anche futuro rieletto, vista la pochezza della destra barlettana: tra gli altri leggo: riqualificazione del lungomare, con realizzazione di piste ciclabili in città e poco più in là: eliminazione dei passaggi a livello, oltre che, udite udite, istituzione di un centro – congressi. Sinceramente mi sono sentito imbarazzato, mettendomi nei suoi panni, per lui, perché ho pensato che il valente staff di cui si circonda, non ha avuto l'accortezza di dare una sbirciatina introno a se, per rendersi conto che tutti questi punti sono pure alcuni di quelli del pericoloso fascista Pinuccio T., di fatto dunque un progressista, anzi un despota illuminato, sindaco uscente della viciniore Trani, spesso accusata, con boria tipica di quelle parti, di rincorrere Barletta o altre città, su determinati provvedimenti o trend. Poi leggo per combinazione il programma del nuovo presidente della Fiera del Levante, professor Viesti: anche lui tra le priorità ha inserito la realizzazione di un nuovo centro congressi, per la Fiera dei prossimi anni. Vabbè che anche i baresi frequentano Trani, ma questa idea di Pinuccio non si sarà un po' troppo "sputtanata"? Tanto per ricorrere ad un termine molto in voga...
2 PS: Borsino sindaco: non me ne vogliate, soprattutto per gli esclusi o per le future eventuali comparse, ma questo giochino mi piace, vi piace, lo so, e tirerà avanti ancora a lungo: a destra quotazioni in rialzo per Riserbato, stabili per Di Marzio, in ribasso per Corrado, che pare si sia tirato volontariamente fuori (da voci di corridoio PdL). A sinistra in rialzo sempre Operamolla (anche l'Udc sembrerebbe aderire al suo nome, salvo virate su Di Marzio, a leggere la non pregiudiziale sull'età- ma è la politica dei due forni che continua, bellezza); stabile Ferrante, ma con l'insidia, se si va alle primarie, di qualche sorpresa da Sel, specialista in quella competizione, con la proposta di qualche nome nuovo, qualora Carcano decidesse di fare un passo indietro per una personalità più stimolante e ad effetto, che dalla parti di Vendola potrebbero tirare fuori dal cilindro: a meno che pure loro non decidano di appoggiare Operamolla e a quel punto il tavolo sarebbe meno affollato di assi o due di picche, carte che il centrosinistra tranese, si è ritrovato in quantità industriale, negli ultimi anni.