Chiaro e Tondo
I professorini
Chiaro e Tondo 159
venerdì 30 aprile 2010
Avevamo da tempo auspicato la creazione di una nuova leva di politici tranesi: un po' raccomandati, un po' bravi per conto loro, un po' affabulatori, o apprendisti tali, si poteva pure fare. In ogni modo un gruppo di persone in grado di garantire un minimo di ricambio, rispetto a qualche stagionato rappresentante della classe politica di oggi. Di tanto in tanto, ogni quattro o cinque anni, faccio per me stesso e per voi lettori, un piccolo monitoraggio riguardo a queste nuove leve. Ogni volta – come diceva Vasco- ho sempre dinanzi la stessa immagine: a destra un gruppo di ragazzi pur volenterosi, ma ancora troppo invasati dalle vecchie teorie fasciste, insomma un po' troppo ancorati allo stereotipo "Patria Dio Famiglia", dopo di che, in varie occasioni, si presentano come una sorta di "coro muto", che si limita ad ascoltare il leaderino di turno, aspirante rampante: il già citato "Fabrizio l'euforico", che la butta sempre sull'euforia nelle cose che dice (appunto) e sul tono appassionato (che funziona sempre, pur parlando delle stesse tematiche). La nascita della Libreria di destra sarà pure un moto d'idea ad effetto, ma mi trasmette l'immagine della riserva indiana, della setta per adepti, del recinto per sole aquile, per professorini che hanno studiato sempre sullo stesso sussidiario.
Se guardo a sinistra, a parte il buon Bartolo, l'ex grande promessa della politica tranese, ora ripiegato su interventi iper- moderati in salsa dc, (che se li legge Tonino Di Pietro lo spedisce dritto nell'UDC), vedo, nella cosiddetta squadra Primavera, un'impressionante teoria di professorini col dito alzato, che esprimono sempre il loro verbo, convinti che le proprie certezze siano inattaccabili. Che i governi che hanno dinanzi, anche quelli passati retti da politici di sinistra, siano abitati da una massa di minchioni ;che se fossero loro a comandare farebbero questo, quell'altro e quell'altro ancora. Salvo poi, una volta che fossero giunti effettivamente al timone, martellare i maroni dei loro capi (mi ricordo della parabola del buon Fanelli, gran picconatore del governo Avantario, quando era in Rifondazione e costantemente all'opposizione interna:memorabili alcuni suoi aneddoti che mi confidò a suo tempo).
Ma ciò che m'interessa sono i giovani d'oggi: ho letto con una certa stizza la replica del consigliere Laurora (PD) all'avvocato Franco: quella nota è una summa di quanto detto: prende le distanze riferendosi all'età più avanzata dello stesso avvocato (non una trovata propriamente oxfordiana); gli dice che se vuole parlare deve iscriversi al PD e lo richiama sul modo giusto di fare politica (il suo). Per non parlare degli interventi del giovane Holden Ferrante: nella sostanza quasi sempre pertinenti, da par suo, ma molto spesso accompagnati, nella forma, da quel sopracciglio alzato, sintomatico di chi ha sempre la verità in tasca. Largo ai giovani!
Se guardo a sinistra, a parte il buon Bartolo, l'ex grande promessa della politica tranese, ora ripiegato su interventi iper- moderati in salsa dc, (che se li legge Tonino Di Pietro lo spedisce dritto nell'UDC), vedo, nella cosiddetta squadra Primavera, un'impressionante teoria di professorini col dito alzato, che esprimono sempre il loro verbo, convinti che le proprie certezze siano inattaccabili. Che i governi che hanno dinanzi, anche quelli passati retti da politici di sinistra, siano abitati da una massa di minchioni ;che se fossero loro a comandare farebbero questo, quell'altro e quell'altro ancora. Salvo poi, una volta che fossero giunti effettivamente al timone, martellare i maroni dei loro capi (mi ricordo della parabola del buon Fanelli, gran picconatore del governo Avantario, quando era in Rifondazione e costantemente all'opposizione interna:memorabili alcuni suoi aneddoti che mi confidò a suo tempo).
Ma ciò che m'interessa sono i giovani d'oggi: ho letto con una certa stizza la replica del consigliere Laurora (PD) all'avvocato Franco: quella nota è una summa di quanto detto: prende le distanze riferendosi all'età più avanzata dello stesso avvocato (non una trovata propriamente oxfordiana); gli dice che se vuole parlare deve iscriversi al PD e lo richiama sul modo giusto di fare politica (il suo). Per non parlare degli interventi del giovane Holden Ferrante: nella sostanza quasi sempre pertinenti, da par suo, ma molto spesso accompagnati, nella forma, da quel sopracciglio alzato, sintomatico di chi ha sempre la verità in tasca. Largo ai giovani!