Chiaro e Tondo
Il bravo assessore, il push up e la ricotta
Chiaro e Tondo 76
venerdì 26 giugno 2009
A noi cittadini e opinione pubblica, che non abbiamo la fregola e la necessità di cominciare a srfuculiare sin d'ora i sette nani nominati dal primo cittadino (anzi sono sei più Biancaneve Chiarello), importa ben poco se le loro cariche provengano da questo o quel partito, dal sindaco o da suo fratello, da un partito che disconosce qualcuno di loro o da un altro che li abbia nutriti, allevati e pasciuti.
Interessa un unico fatto: che come ha detto Tarantini siano "bravi". Ora sul concetto di "bravi" ci si potrebbe sedere intorno ad un tavolo, con una bibita fresca in mano ed aprire una discussione un po' sofista, un po' barbuta, una questione di lana caprina… Negli ambienti di Palazzo ed in quelli della maggioranza, così come è naturale in quelli dell'opposizione, anche per bocca di assessori trombati, gira questa malignità, questa cattiveria da malpensanti: il concetto di "bravo" secondo chi governa e tira le fila di questa amministrazione cittadina equivarrebbe a quello di "yes men". Tradotto: se non pianti grane e dici sempre di sì, sei ritenuto bravo.
Questo concetto mi fu abbozzato qualche mese fa da persone vicine a questa maggioranza e feci finta di nulla, pensando che fosse un pensiero isolato, figlio di qualche risentimento. Poi le segnalazioni in merito sono aumentate: il primo, il secondo, il terzo personaggio, a parte quelli dell'opposizione, che spesso e volentieri sembrano andare a rimorchio di certe beghe nate nel seno apparentemente prosperoso del governo Tarantini. Certe volte mi sembra che questo governo, forte di suo a prescindere, nei numeri e nella sicumera ostentata dal Sindaco, rassomigli a quei reggiseno imbottiti o push up, che fanno immaginare tette da sogno, ma poi, all'atto pratico, per via di questi "spifferi" che di tanto in tanto si sentono (vedi querele interne tra componenti della maggioranza: De Toma contro De Simone; mal di pancia per questa o quella nomina: vedi Troisi contro Chiarello o sfoghi sulla necessità dello yes men, di cui sopra), rivelino seno pericolosamente cadente.
Quindi, carissimi, non importa da dove venga l'assessore, ma che assicuri competenza (il sindaco intendeva questa accezione per il termine "bravo") e possibilmente, due giorni dopo la nomina, non cominci a sputare nel piatto e a parlar male del Capo. Come già annunciato la pagella vera e propria ai nuovi assessori la daremo fra sei sette mesi. Tutto il resto adesso è fuffa; è ricotta partitica.
Interessa un unico fatto: che come ha detto Tarantini siano "bravi". Ora sul concetto di "bravi" ci si potrebbe sedere intorno ad un tavolo, con una bibita fresca in mano ed aprire una discussione un po' sofista, un po' barbuta, una questione di lana caprina… Negli ambienti di Palazzo ed in quelli della maggioranza, così come è naturale in quelli dell'opposizione, anche per bocca di assessori trombati, gira questa malignità, questa cattiveria da malpensanti: il concetto di "bravo" secondo chi governa e tira le fila di questa amministrazione cittadina equivarrebbe a quello di "yes men". Tradotto: se non pianti grane e dici sempre di sì, sei ritenuto bravo.
Questo concetto mi fu abbozzato qualche mese fa da persone vicine a questa maggioranza e feci finta di nulla, pensando che fosse un pensiero isolato, figlio di qualche risentimento. Poi le segnalazioni in merito sono aumentate: il primo, il secondo, il terzo personaggio, a parte quelli dell'opposizione, che spesso e volentieri sembrano andare a rimorchio di certe beghe nate nel seno apparentemente prosperoso del governo Tarantini. Certe volte mi sembra che questo governo, forte di suo a prescindere, nei numeri e nella sicumera ostentata dal Sindaco, rassomigli a quei reggiseno imbottiti o push up, che fanno immaginare tette da sogno, ma poi, all'atto pratico, per via di questi "spifferi" che di tanto in tanto si sentono (vedi querele interne tra componenti della maggioranza: De Toma contro De Simone; mal di pancia per questa o quella nomina: vedi Troisi contro Chiarello o sfoghi sulla necessità dello yes men, di cui sopra), rivelino seno pericolosamente cadente.
Quindi, carissimi, non importa da dove venga l'assessore, ma che assicuri competenza (il sindaco intendeva questa accezione per il termine "bravo") e possibilmente, due giorni dopo la nomina, non cominci a sputare nel piatto e a parlar male del Capo. Come già annunciato la pagella vera e propria ai nuovi assessori la daremo fra sei sette mesi. Tutto il resto adesso è fuffa; è ricotta partitica.