Chiaro e Tondo
La barbarie comune e quella con colletto bianco
Chiaro e Tondo 208
giovedì 19 maggio 2011
Vuoi vedere che a furia di valorizzare il contenitore, ci dimentichiamo di salvare il contenuto? Le presenze di turisti, cui abbiamo fatto recentemente riferimento, non possono essere un alibi, una panacea per non ricordare tutto quello che si può e si potrebbe fare. Non dobbiamo accontentarci, insomma. La domanda del contenuto e del contenitore proviene dunque da lontano. Pensiamo a San Luigi, prima di tutto: avrebbe dovuto costituire un luogo di riferimento per la cultura, una volta restaurato, ma si sta riducendo a platea per qualche incontro di partito o associazione, per altro non affollatissima, oltre ad ospitare concerti e qualche sperduto forum, mezzo che a Trani ha sempre attecchito poco: è chiaro! C'è da esporsi...
In verità, San Luigi possiede locali laterali e sovrastanti la chiesa stessa, che vengono utilizzati poco o nulla. Mai una mostra, mai una proposta stimolante. E se al museo diocesano, altro celebrato contenitore, già cadono già i calcinacci, dopo una riapertura in pompa magna avvenuta nemmeno tre mesi fa, non ci stancheremo mai di denunciare il costante stato di degrado degli angoli esterni della Cattedrale, perennemente innaffiati da urina o tinteggiati da escrementi. La città d'arte quale siamo non può permettersi di vantare la valorizzazione tramite iniziative pubbliche e private di monumenti o chiese, finanche tramite l'apertura di ristoranti nelle chiese stesse, per poi vedere di fatto via via questi monumenti sottratti alla collettività o perché diventano appunto luoghi privati, accessibili ad una minoranza o perché li si utilizza poco o perché li si abbandona al degrado. Per non parlare dei tanti edifici inutilizzati, come l'ex istituto professionale, guarda caso alle spalle di una nuova carcassa, quella del Supercinema, e poi la casa di Giovanni Bovio, ridotta a sede di un ordine professionale e di cui non si parla più. Non vorremmo che per un palazzo Beltrani recuperato, dovremmo pagare, per la legge della cattiva compensazione, con lo sciupio di svariati altri siti.
A proposito di piazze, ossia luoghi della memoria molto cari ai tranesi: ci sorge un tremendo interrogativo. Ho sensazioni negative su piazza Longobardi. Non è che diventa un secondo caso stile piazza Teatro degli anni 80? Il rischio dell'improvvisazione e la barbarie dei vandali, sia quelli di strada, quelli comuni sia quelli in giacca e cravatta, coi colletti bianchi, quelli che muovono le cosiddette strategie di politica, mercato, di marketing, restano anche a Trani, come in tanti luoghi d'Italia, elementi da cui salvarci e contro cui combattere, anche con la forza della parola, come nel nostro caso. Con tutti gli studenti tranesi che in questi anni hanno sudato nelle Facoltà della tutela dei beni artistici, sarebbe un controsenso sprecare quei beni e vedere quei giovani ingrossare il flusso dei concittadini che cercano altrove occupazione. Per non parlare del fatto che non siamo riusciti ad organizzare, in tutti questi anni, una mostra d'arte di richiamo non dico nazionale o internazionale, ma nemmeno regionale. Lasciando che in tal senso città vicine fossero assolute protagoniste. Pensiamo a Barletta.
Ps. Piccola riflessione sulla politica: visto che le primarie hanno portato candidati vincenti in molte città d'Italia, credo che sia giusto che anche a Trani si segua quel percorso, a cominciare da sinistra. Anzi, viste le divisioni della destra,che ormai sono di dominio pubblico, consiglio anche a questa compagine, in via eccezionale, e per evitare eventuali masochistiche quanto ridicole doppie candidature a sindaco, come già avvenuto in passato, di darsi alle primarie: i berluschini tranesi, che forse staranno capendo che il capolinea d'un epoca si avvicina, anzi già c'è, si risparmierebbero sbranamenti a chiappe e polpacci, oltre a svariati litri di Tavor.
In verità, San Luigi possiede locali laterali e sovrastanti la chiesa stessa, che vengono utilizzati poco o nulla. Mai una mostra, mai una proposta stimolante. E se al museo diocesano, altro celebrato contenitore, già cadono già i calcinacci, dopo una riapertura in pompa magna avvenuta nemmeno tre mesi fa, non ci stancheremo mai di denunciare il costante stato di degrado degli angoli esterni della Cattedrale, perennemente innaffiati da urina o tinteggiati da escrementi. La città d'arte quale siamo non può permettersi di vantare la valorizzazione tramite iniziative pubbliche e private di monumenti o chiese, finanche tramite l'apertura di ristoranti nelle chiese stesse, per poi vedere di fatto via via questi monumenti sottratti alla collettività o perché diventano appunto luoghi privati, accessibili ad una minoranza o perché li si utilizza poco o perché li si abbandona al degrado. Per non parlare dei tanti edifici inutilizzati, come l'ex istituto professionale, guarda caso alle spalle di una nuova carcassa, quella del Supercinema, e poi la casa di Giovanni Bovio, ridotta a sede di un ordine professionale e di cui non si parla più. Non vorremmo che per un palazzo Beltrani recuperato, dovremmo pagare, per la legge della cattiva compensazione, con lo sciupio di svariati altri siti.
A proposito di piazze, ossia luoghi della memoria molto cari ai tranesi: ci sorge un tremendo interrogativo. Ho sensazioni negative su piazza Longobardi. Non è che diventa un secondo caso stile piazza Teatro degli anni 80? Il rischio dell'improvvisazione e la barbarie dei vandali, sia quelli di strada, quelli comuni sia quelli in giacca e cravatta, coi colletti bianchi, quelli che muovono le cosiddette strategie di politica, mercato, di marketing, restano anche a Trani, come in tanti luoghi d'Italia, elementi da cui salvarci e contro cui combattere, anche con la forza della parola, come nel nostro caso. Con tutti gli studenti tranesi che in questi anni hanno sudato nelle Facoltà della tutela dei beni artistici, sarebbe un controsenso sprecare quei beni e vedere quei giovani ingrossare il flusso dei concittadini che cercano altrove occupazione. Per non parlare del fatto che non siamo riusciti ad organizzare, in tutti questi anni, una mostra d'arte di richiamo non dico nazionale o internazionale, ma nemmeno regionale. Lasciando che in tal senso città vicine fossero assolute protagoniste. Pensiamo a Barletta.
Ps. Piccola riflessione sulla politica: visto che le primarie hanno portato candidati vincenti in molte città d'Italia, credo che sia giusto che anche a Trani si segua quel percorso, a cominciare da sinistra. Anzi, viste le divisioni della destra,che ormai sono di dominio pubblico, consiglio anche a questa compagine, in via eccezionale, e per evitare eventuali masochistiche quanto ridicole doppie candidature a sindaco, come già avvenuto in passato, di darsi alle primarie: i berluschini tranesi, che forse staranno capendo che il capolinea d'un epoca si avvicina, anzi già c'è, si risparmierebbero sbranamenti a chiappe e polpacci, oltre a svariati litri di Tavor.