Chiaro e Tondo

La patata bollente

Chiaro e Tondo 187

Credo che il fatto del giorno, anzi del mese, potremmo dire, sia indissolubilmente legato a questa mina vagante dei ragazzini disabili non completamente "coperti" nelle ore di scuola, dalla presenza di un soggetto a loro disposizione: che sia l'insegnante di sostegno, o nella fattispecie, l'educatore inviato dal Comune. Il tutto, per un rapporto "uno a uno", come si dice in gergo. Credo però che l'episodio che tanto rumore ha fatto, giustamente, e che ha riguardato la scuola Baldassarre, quella di Piazza Dante, come dicono tutti, sia solo una notizia minima, con tutto il rispetto per il ragazzino rimasto vittima nella vicenda trattata dai giornali e denunciata dal consigliere comunale Ferrante.

Raccogliendo testimonianze dirette di colleghi prof., posso affermare che dietro questo episodio, infatti, ci sono continui disagi che né il dirigente, né i suoi collaboratori, riescono ad arginare: professoresse di sostegno chiamate dal loro assistito, non lo stesso protagonista della vicenda di cui sopra, "zoccola", "puttana", o invitate a "fare sesso" dal ragazzino che chiaramente vive il suo disagio psicologico, senza che possa essere realmente aiutato, nonostante il supporto di una psicologa che su di un foglio scrive quello che i docenti dovrebbero (ecco appunto dovrebbero, perché nei momenti di crisi è difficile intervenire concretamente) fare nei momenti di tilt. Altri disabili che defecano nei loro vestiti, altri che girano per i corridoi indisturbati. Insomma una situazione che man mano sta divenendo esplosiva e che vede in serio disagio chi è chiamato a governare una realtà così complessa come una scuola.

Ricordo che nel passato anno scolastico, nel quale ho ricoperto la carica di vice preside nella stessa scuola Baldassarre, (quest'anno per sopraggiunti impegni professionali nel settore della formazione e della comunicazione ho passato il testimone) passavo le cosiddette ore di "buco" (e mai termine fu più azzeccato) a "marcare stretto" quei ragazzini disabili, girando per le aule e vedendo se i colleghi avessero bisogno di una mano, o nel migliore o peggiore dei casi, cercavo di impegnare il disabile, nelle ore non coperte in orario dai docenti di sostegno, in attività di recupero o alternative, tipo informatica (in quella sorta di "limbo", comunque giuridicamente giustificato dalla cosiddetta "didattica compensativa", tra l'altro messa in pratica da un'eccellente dirigente scolastica che anni fa conobbi lavorando presso la scuola "Palumbo", Angela Maria Mangini, oggi preside in quel di Ruvo).

Insomma, una via crucis; una situazione da risolvere al più presto e che credo riguardi anche altre scuole, che magari, per evitare rogne, o cattiva pubblicità, con poco coraggio, non denunciano i vari episodi che si verificano quotidianamente. Mettono la munnezza sotto il tappeto, senza sapere che proprio così, i problemi si acuiscono e cronicizzano. Tanto a Trani, mai fu tanto potente come mezzo di divulgazione di problemi nelle scuole, il tremendo quanto puntuale passaparola dei genitori.
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