Chiaro e Tondo
La seconda destra
Chiaro e Tondo 166
giovedì 17 giugno 2010
Con il possibile matrimonio tra il PD e l'UDC, che già si è rivelato un mezzo fallimento in quel di Bari, all'indomani della vittoria di Emiliano, si andrebbe comunque a sancire una certificazione di morte per quel certo di tipo di sinistra riformista e moderata, che consegnerebbe le sue spoglie nelle mani di coloro che hanno in mente un solo obiettivo: rifondare il centro, e meglio ancora la Democrazia Cristiana. Gente con pochi scrupoli politici, questi neo – democristiani, che, come la borghesia fece col popolo nella Rivoluzione Francese, per eliminare i nobili, ora vuol servirsi della quasi carogna del PD, per far fuori l' "aristocrazia" berlusconiana e tornare al Potere. Se quella sinistra pensata da Prodi, Andreatta ed altri ideologi è al tramonto, si profila la nascita di una seconda destra.
E a Trani il percorso che vede lo spappolamento graduale di quella certa sinistra, vivrebbe ora una ulteriore tappa con la nuova "soluzione", tutta ancora da valutare (la sinistra vendoliana cosa ne pensa? Ve lo vedete Felice Di Lernia, per dirne uno, accanto agli ex forza italioti, con il set del buon berlusconiano in valigetta?) del matrimonio tra PD e Carlo Laurora. Questa trovata, anticipata da chi scrive svariati mesi fa, costituirebbe l'implicita ammissione del PD e dintorni, di essere incapace di trovare al proprio interno una guida carismatica, una leaderschip vera.
La pensata elettorale è legittima, ci mancherebbe: in virtù della Ragion di stato l'attuale destra non potrebbe proferire parola, poiché Ella ha fatto accordi ed ha inglobato chi era all'opposizione l'altro ieri. Solo chi sta da questa parte e analizza freddamente i vari casi politici, potrebbe dire, insieme a chi vota da quando è nato a sinistra, che il matrimonio tra il PD e Carlo Laurora puzza di resa incondizionata per la sinistra, puzza di piccolo compromesso storico, puzza di legame d'interesse tra chi fino ad ieri era il capo locale di Forza Italia e chi, da anni fa opposizione ai governi berlusconiani. E' come se la juve che non riesce a vincere, chiedesse Milito all'Inter almeno per una decina di giornate.
Un pezzo di sinistra che si eclissa ed un pezzo di seconda destra che nasce, con in sottofondo un'eco insistente: "'A Carlo, facce vince, almeno tu".
E a Trani il percorso che vede lo spappolamento graduale di quella certa sinistra, vivrebbe ora una ulteriore tappa con la nuova "soluzione", tutta ancora da valutare (la sinistra vendoliana cosa ne pensa? Ve lo vedete Felice Di Lernia, per dirne uno, accanto agli ex forza italioti, con il set del buon berlusconiano in valigetta?) del matrimonio tra PD e Carlo Laurora. Questa trovata, anticipata da chi scrive svariati mesi fa, costituirebbe l'implicita ammissione del PD e dintorni, di essere incapace di trovare al proprio interno una guida carismatica, una leaderschip vera.
La pensata elettorale è legittima, ci mancherebbe: in virtù della Ragion di stato l'attuale destra non potrebbe proferire parola, poiché Ella ha fatto accordi ed ha inglobato chi era all'opposizione l'altro ieri. Solo chi sta da questa parte e analizza freddamente i vari casi politici, potrebbe dire, insieme a chi vota da quando è nato a sinistra, che il matrimonio tra il PD e Carlo Laurora puzza di resa incondizionata per la sinistra, puzza di piccolo compromesso storico, puzza di legame d'interesse tra chi fino ad ieri era il capo locale di Forza Italia e chi, da anni fa opposizione ai governi berlusconiani. E' come se la juve che non riesce a vincere, chiedesse Milito all'Inter almeno per una decina di giornate.
Un pezzo di sinistra che si eclissa ed un pezzo di seconda destra che nasce, con in sottofondo un'eco insistente: "'A Carlo, facce vince, almeno tu".