Chiaro e Tondo
La Trani dormiente nella Provincia delle occasioni perdute
Chiaro e Tondo 30
venerdì 16 gennaio 2009
Dobbiamo ancora attivare questa benedetta nuova provincia, ma la sensazione più diffusa è che essa costitutirà l'ennesimo festival delle occAsioni perdute per la nostra città. L'impressione nasce dal fatto che si nota una chiara differenza tra l'attivismo e quella "frenesia" che ha già preso da molto tempo le altre due realtà che la comporranno e la passività dei tranesi, la fiacca politica, l'assenza di entusiasmo da parte di cittadini, che si sono visti "recapitare", il pacco provincia, senza aver cacciato poi tanto sudore, che ora potrebbe essere versato per motivi diversi.
Ora che l'occasione arriva, sarà il caso di darsi una svegliata, anche se in ritardo, ma fa niente, pur di inserire Trani in un discorso, in un percorso di vero capoluogo e non città cuscinetto tra Andria e Barletta. Trani, città dormiente, sonnecchia sui candidati, ha sonnecchiato, anzi, non si è mai riavuta dal sonno pesante, nel momento in cui ci sarebbe stata la necessità di farsi sentire nella "composizione" della scacchiera burocratica, degli uffici, del cuore pulsante di quella realtà che dovrebbe poi dare nuova linfa alla vita dei cittadini, darsi da fare per creare posti di lavoro, sfruttare edifici finora rimasti in stand by. Mi chiedo perchè, ad esempio, non si sia inserita Trani nella candidatura agli uffici che contano, avendo un Palazzo Beltrani ormai usufruibile ed altri stabili, già altre volte richiamati all'attenzione, che potevano farci alzare una gelida manina per dire "Ci siamo anche noi".
Questa mancanza di attivismo nasce da un atteggiamento provinciale che spinge i politici a vivere alla giornata ed i cittadini pronti a battersi solo sui forum di discussione, comodamente seduti alla propria scrivania e pronti a contestare, senza scendere mai in piazza, mai una volta, forse per il troppo freddo d'inverno ed il troppo caldo d'estate. Forse timorosi di essere riconosciuti e bollati, nella città dei moderati e del timore reverenziale verso chi governa, sin dai tempi dello strapotere DC, come pericolosi facinorosi e che in futuro, in caso di possibili favori, potrebbero rischiare l'esclusione dalle liste dei simpatizzanti meritevoli di "ritorno". No signori. Sembra che la partecipazione popolare, la democrazia ed il senso civico, promossi sin dai tempi dell'Antica Grecia, qui a Trani subiscano una cristallizzazione alla vista di una città dormiente e ripiegata sugli interessi dei singoli, delle singole categorie, delle proprie azioni quotidiane. Lavarsi, fare colazione, andare sul posto di lavoro, riprodursi, fare merenda, andare in pizzeria, tornare a dormire. Senza progetti "di città" prioettata verso il futuro.
Il mio parere sulla mancanza di partecipaione attiva alla vita cittadina, tranne pochi casi isolati, sarebbe da ricercarsi in quel timore: quello di sbilanciarsi, di essere etichettati, di essere riconosciuti, in un "late biosas" (vivi nascosto) non sinonimo di moderazione, come insegnavano gli antichi greci, ma di assenza, di sottrazione.
Dal canto loro, i politici, raggiunto chi più chi meno il loro grado di gratificazione nel sistema, che prima o poi una brioche, uno strapuntino, un plaid, lo concederà, non hanno alcun interesse che quell'opinione pubblica dormiente si svegli: sono già impegnati, da quello che ho visto, con rogne e beghe interne ai propri partiti. La provincia, finchè ci sarà, costituirà un'occasione di sviluppo in senso lato, di contatti col mondo esterno, di canale di comunicazione (a proposito del dibattito dei giorni scorsi); possibile che anche stavolta dobbiamo vederci passare il treno davanti senza saltarci su?
Ora che l'occasione arriva, sarà il caso di darsi una svegliata, anche se in ritardo, ma fa niente, pur di inserire Trani in un discorso, in un percorso di vero capoluogo e non città cuscinetto tra Andria e Barletta. Trani, città dormiente, sonnecchia sui candidati, ha sonnecchiato, anzi, non si è mai riavuta dal sonno pesante, nel momento in cui ci sarebbe stata la necessità di farsi sentire nella "composizione" della scacchiera burocratica, degli uffici, del cuore pulsante di quella realtà che dovrebbe poi dare nuova linfa alla vita dei cittadini, darsi da fare per creare posti di lavoro, sfruttare edifici finora rimasti in stand by. Mi chiedo perchè, ad esempio, non si sia inserita Trani nella candidatura agli uffici che contano, avendo un Palazzo Beltrani ormai usufruibile ed altri stabili, già altre volte richiamati all'attenzione, che potevano farci alzare una gelida manina per dire "Ci siamo anche noi".
Questa mancanza di attivismo nasce da un atteggiamento provinciale che spinge i politici a vivere alla giornata ed i cittadini pronti a battersi solo sui forum di discussione, comodamente seduti alla propria scrivania e pronti a contestare, senza scendere mai in piazza, mai una volta, forse per il troppo freddo d'inverno ed il troppo caldo d'estate. Forse timorosi di essere riconosciuti e bollati, nella città dei moderati e del timore reverenziale verso chi governa, sin dai tempi dello strapotere DC, come pericolosi facinorosi e che in futuro, in caso di possibili favori, potrebbero rischiare l'esclusione dalle liste dei simpatizzanti meritevoli di "ritorno". No signori. Sembra che la partecipazione popolare, la democrazia ed il senso civico, promossi sin dai tempi dell'Antica Grecia, qui a Trani subiscano una cristallizzazione alla vista di una città dormiente e ripiegata sugli interessi dei singoli, delle singole categorie, delle proprie azioni quotidiane. Lavarsi, fare colazione, andare sul posto di lavoro, riprodursi, fare merenda, andare in pizzeria, tornare a dormire. Senza progetti "di città" prioettata verso il futuro.
Il mio parere sulla mancanza di partecipaione attiva alla vita cittadina, tranne pochi casi isolati, sarebbe da ricercarsi in quel timore: quello di sbilanciarsi, di essere etichettati, di essere riconosciuti, in un "late biosas" (vivi nascosto) non sinonimo di moderazione, come insegnavano gli antichi greci, ma di assenza, di sottrazione.
Dal canto loro, i politici, raggiunto chi più chi meno il loro grado di gratificazione nel sistema, che prima o poi una brioche, uno strapuntino, un plaid, lo concederà, non hanno alcun interesse che quell'opinione pubblica dormiente si svegli: sono già impegnati, da quello che ho visto, con rogne e beghe interne ai propri partiti. La provincia, finchè ci sarà, costituirà un'occasione di sviluppo in senso lato, di contatti col mondo esterno, di canale di comunicazione (a proposito del dibattito dei giorni scorsi); possibile che anche stavolta dobbiamo vederci passare il treno davanti senza saltarci su?