Chiaro e Tondo
La vera ignoranza
Chiaro e Tondo 104
venerdì 9 ottobre 2009
Fa quasi tenerezza, per chi legge, ed è molto rassicurante sentenziare in modo assoluto che la causa dei tumori , nel Sud ed in Italia fosse dovuto in gran parte agli inceneritori. E' bello trovare dati che diano questa certezza, poter dare dell'ignorante al giornalista che per rasserenarvi ulteriormente vi comunica di essere a libro paga di una potente multinazionale che costruisce l'aggeggio malefico, oltre che assoldato dalla banda di delinquenti (e perdenti, poiché minoranza) che intendono impiantare lo stesso a Trani.
Beata Ignoranza … che fa puntare i riflettori unilateralmente su di un obiettivo e non fa pensare alla ben più cruda realtà. Maledetta ignoranza che fa stare tutto il giorno su Internet a fare il copia – incolla e che non fa leggere i libri. Quelli ad esempio come Gomorra... di Roberto Saviano. Altro che inceneritori… La malavita,- ci comunica lo scrittore campano- senza nemmeno bisogno di trovare cave abbandonate, ha scavato dappertutto ed ha riempito non solo la Campania, ma tutto il sud Italia, ma anche il Lazio, di rifiuti tossici, di toner per le stampanti, altamente cancerogeni, "smaltiti" illegalmente in tutto il sottosuolo del Sud (ma i Casalesi sono arrivati anche in Emilia Romagna, vedi Parma, e infatti leggo dati riguardanti Forlì, non lontanissima, ).
La camorra, ormai "impresa" dedita al business dei rifiuti (guarda caso ancora loro), "smaltisce" sostanze tossiche per conto di aziende che pagherebbero molto di più per i normali costi di smaltimento secondo legge. Mi dispiace squarciare il velo illusorio e consolatorio, ma la vera ignoranza è non sapere che i tumori vengono, per gran parte, da un sottosuolo martoriato dai rifiuti tossici che hanno intaccato le falde acquifere e di riflesso gli organismi sensibili, predisposti, come da studi compiuti ultimamente a livello genetico, (e questa è anche la tesi del professor Veronesi), colpiti di fatto da tumori.
E' facile fare la guerra agli inceneritori, tanto per colpire a livello politico (allora sì sulla pelle dei bambini e degli ammalati, sui cittadini ignari) e tacendo sulle vere grandi cause. Certi interventi finiscono per fare il gioco dei camorristi, che indisturbati continuano a riempire i territori di rifiuti tossici, mentre qui facciamo i Don Chisiotte non più coi mulini, ma con i più moderni inceneritori.
Dimentichiamoci della malavita, tanto ci sono gli inceneritori a giustificare i tumori. Questa è disinformazione, oltre che ignoranza verace. Non sono per gli inceneritori; sono per la raccolta differenziata: ficcatevelo bene nella testa. Sono tanto propenso alla seconda soluzione che suggerisco l'unica paradossale strada possibile, che scuoterebbe anche i tranesi e lo dico ai politici, anche a quelli di sinistra che potrebbero governare un domani: pagare chi fa la raccolta differenziata; incentiva tela così.
Tutto il resto, copia incolla di internet compreso, ai fini pratici, ai tranesi pigri e scazzati, non serve a nulla. Le alternative sono note. I "rifiuti zero" sono roba da bei paesini del Trentino, con ruscelletto e fiori in centro. Siamo a Trani. Presto i casalesi arriveranno anche qui. (Già a Foggia è stata trovata una discarica abusiva a cielo aperto, by Sacra Corona Unita). Su questo dovremmo aprire un nuovo dibattito, anche con le autorità.
Beata Ignoranza … che fa puntare i riflettori unilateralmente su di un obiettivo e non fa pensare alla ben più cruda realtà. Maledetta ignoranza che fa stare tutto il giorno su Internet a fare il copia – incolla e che non fa leggere i libri. Quelli ad esempio come Gomorra... di Roberto Saviano. Altro che inceneritori… La malavita,- ci comunica lo scrittore campano- senza nemmeno bisogno di trovare cave abbandonate, ha scavato dappertutto ed ha riempito non solo la Campania, ma tutto il sud Italia, ma anche il Lazio, di rifiuti tossici, di toner per le stampanti, altamente cancerogeni, "smaltiti" illegalmente in tutto il sottosuolo del Sud (ma i Casalesi sono arrivati anche in Emilia Romagna, vedi Parma, e infatti leggo dati riguardanti Forlì, non lontanissima, ).
La camorra, ormai "impresa" dedita al business dei rifiuti (guarda caso ancora loro), "smaltisce" sostanze tossiche per conto di aziende che pagherebbero molto di più per i normali costi di smaltimento secondo legge. Mi dispiace squarciare il velo illusorio e consolatorio, ma la vera ignoranza è non sapere che i tumori vengono, per gran parte, da un sottosuolo martoriato dai rifiuti tossici che hanno intaccato le falde acquifere e di riflesso gli organismi sensibili, predisposti, come da studi compiuti ultimamente a livello genetico, (e questa è anche la tesi del professor Veronesi), colpiti di fatto da tumori.
E' facile fare la guerra agli inceneritori, tanto per colpire a livello politico (allora sì sulla pelle dei bambini e degli ammalati, sui cittadini ignari) e tacendo sulle vere grandi cause. Certi interventi finiscono per fare il gioco dei camorristi, che indisturbati continuano a riempire i territori di rifiuti tossici, mentre qui facciamo i Don Chisiotte non più coi mulini, ma con i più moderni inceneritori.
Dimentichiamoci della malavita, tanto ci sono gli inceneritori a giustificare i tumori. Questa è disinformazione, oltre che ignoranza verace. Non sono per gli inceneritori; sono per la raccolta differenziata: ficcatevelo bene nella testa. Sono tanto propenso alla seconda soluzione che suggerisco l'unica paradossale strada possibile, che scuoterebbe anche i tranesi e lo dico ai politici, anche a quelli di sinistra che potrebbero governare un domani: pagare chi fa la raccolta differenziata; incentiva tela così.
Tutto il resto, copia incolla di internet compreso, ai fini pratici, ai tranesi pigri e scazzati, non serve a nulla. Le alternative sono note. I "rifiuti zero" sono roba da bei paesini del Trentino, con ruscelletto e fiori in centro. Siamo a Trani. Presto i casalesi arriveranno anche qui. (Già a Foggia è stata trovata una discarica abusiva a cielo aperto, by Sacra Corona Unita). Su questo dovremmo aprire un nuovo dibattito, anche con le autorità.