Chiaro e Tondo
Lasciatelo divertire
Chiaro e Tondo 195
giovedì 10 febbraio 2011
Parliamo di futuro politico tranese poiché il presente è alquanto deprimente e piatto e sinceramente credo che offra ormai pochi spunti di discussione, a parte qualche trovata dell'ultima ora di Pina Chiarello, se ci sarà. E se ci fosse stato ancora il lucido capoccione di Tony a sbrillantare il governo cittadino, con qualche performance alla Jarry, ci saremmo ancora divertiti un pò.
C'è una tale mancanza di spunti satirici o extra politici, di quelli che fanno chiacchierare, purtroppo, più degli atti ufficiali, della politica vera, (ma è il cazzeggio, bellezza), che persino Pinuccio T. deve, pur di tirarsi su il morale in tale palude, vestire i panni dell'ironico autore di satira, prendere spunto dal grigio "Pompiere del Mezzogiorno", simulare un sogno per ironizzare non tanto su Vendola (questo l'hanno capito in pochi, perché mi sa che il Pompiere non l'aveva letto quasi nessuno), quanto sul contenuto dei pezzi letti e presentarsi come novello satiro di destra, un Bertolino del Sud, un Ficarra senza Picone, che si diverte a cimentarsi col l'arma, letteraria e pericolosa, vista la suscettibilità dell'uditorio, della satira stessa.
Ma se Pinuccio scrive un pezzo di tale natura ci devono pur essere delle spiegazioni: dopo il dramma arcoriano ha probabilmente capito che la politica, come da me già sostenuto, ha praticamente chiuso i battenti e tanto vale darsi alla satira, alla scrittura, alla gag in prosa con simulazione onirica, che, se pur stereotipata, serve sempre a creare quella situazione funzionale, nell'inconscio, di un'altra dimensione: ha scritto bene un lettore, che pur nella foga di denigrare Pinuccio, ha detto che quello non è il sindaco. In effetti non lo è; ma quella sua tirata satirica non c'entrava nulla con Vendola: egli, freudianamente, ci ha comunicato che da oggi è cominciata una nuova era dell'uomo Pinuccio: d'altronde credo che lo abbia seriamente cominciato a pensare dopo l'incredibile morte di un collega ed amico come l'ex sindaco di Barletta, Salerno: da allora reputo che abbia deciso di non vivere più la politica in modo "sempre teso", come diceva Verdone, ma in maniera più soft, rilassata, fino ad avventurarsi nelle propaggini, appunto, della satira, del cazzeggio con licenza da autore.
La politica sporca brutta e cattiva, quella che puzza di muffa di scantinato vecchio, quella delle cazziate al consiglierino di turno, quella del cattivo sangue a prescindere, ora la lascerà ai cavalli di ritorno della Prima Repubblica, leggi Di Marzio, ai piccoli allievi "sempre tesi" alla Beppe Corrado, ai Viticialdelli, ai Cuccovilli d'annata, ai tanti Laurora sparsi nella landa desolata della Trani politica, al Pd che non sa se fare le primarie o scegliersi un candidato secco, come il terno su Napoli, al PdL che continua a difendere sempre più pateticamente l'Eiaculatore finale, ai burocrati rampanti sparsi tra le polverose stanze del Comune di Trani. Insomma, in attesa che la politica torni ad essere vera essenza della nostra esistenza, anche Pinuccio s'è preso una pausa. Lasciatelo divertire.
C'è una tale mancanza di spunti satirici o extra politici, di quelli che fanno chiacchierare, purtroppo, più degli atti ufficiali, della politica vera, (ma è il cazzeggio, bellezza), che persino Pinuccio T. deve, pur di tirarsi su il morale in tale palude, vestire i panni dell'ironico autore di satira, prendere spunto dal grigio "Pompiere del Mezzogiorno", simulare un sogno per ironizzare non tanto su Vendola (questo l'hanno capito in pochi, perché mi sa che il Pompiere non l'aveva letto quasi nessuno), quanto sul contenuto dei pezzi letti e presentarsi come novello satiro di destra, un Bertolino del Sud, un Ficarra senza Picone, che si diverte a cimentarsi col l'arma, letteraria e pericolosa, vista la suscettibilità dell'uditorio, della satira stessa.
Ma se Pinuccio scrive un pezzo di tale natura ci devono pur essere delle spiegazioni: dopo il dramma arcoriano ha probabilmente capito che la politica, come da me già sostenuto, ha praticamente chiuso i battenti e tanto vale darsi alla satira, alla scrittura, alla gag in prosa con simulazione onirica, che, se pur stereotipata, serve sempre a creare quella situazione funzionale, nell'inconscio, di un'altra dimensione: ha scritto bene un lettore, che pur nella foga di denigrare Pinuccio, ha detto che quello non è il sindaco. In effetti non lo è; ma quella sua tirata satirica non c'entrava nulla con Vendola: egli, freudianamente, ci ha comunicato che da oggi è cominciata una nuova era dell'uomo Pinuccio: d'altronde credo che lo abbia seriamente cominciato a pensare dopo l'incredibile morte di un collega ed amico come l'ex sindaco di Barletta, Salerno: da allora reputo che abbia deciso di non vivere più la politica in modo "sempre teso", come diceva Verdone, ma in maniera più soft, rilassata, fino ad avventurarsi nelle propaggini, appunto, della satira, del cazzeggio con licenza da autore.
La politica sporca brutta e cattiva, quella che puzza di muffa di scantinato vecchio, quella delle cazziate al consiglierino di turno, quella del cattivo sangue a prescindere, ora la lascerà ai cavalli di ritorno della Prima Repubblica, leggi Di Marzio, ai piccoli allievi "sempre tesi" alla Beppe Corrado, ai Viticialdelli, ai Cuccovilli d'annata, ai tanti Laurora sparsi nella landa desolata della Trani politica, al Pd che non sa se fare le primarie o scegliersi un candidato secco, come il terno su Napoli, al PdL che continua a difendere sempre più pateticamente l'Eiaculatore finale, ai burocrati rampanti sparsi tra le polverose stanze del Comune di Trani. Insomma, in attesa che la politica torni ad essere vera essenza della nostra esistenza, anche Pinuccio s'è preso una pausa. Lasciatelo divertire.