Chiaro e Tondo
Limbo Pinuccio
Chiaro e Tondo 188
giovedì 2 dicembre 2010
Naturalmente il contenuto di questo articolo verrà completamente smentito per necessario politically corret, da parte dell'interessato. Ho una sensazione sempre più forte, pur non vivendoci accanto, secondo la quale il nostro sindaco abbia le tasche piene di questo suo incarico e con la testa sia ormai altrove. È vero non si può dire; tutto questo stride con le dichiarazioni d'amore più volte rivolte a Trani, stride con il grande onore che gli è stato dato, come ha più volte dichiarato il sindaco stesso, di diventare primo cittadino di questa città. Ma è il corso della storia contemporanea ad averlo fatto entrare in questo stadio ultimo dell'avventura amministrativa tranese, per la quale tracceremo un bilancio definitivo a motore definitivamente spento. È un governo nazionale che si è spaccato sotto le picconate di Fini e di tutto un gruppo, parlamentare ed extra parlamentare, che vuole fare fronte comune, anzi comitato di liberazione nazionale, contro il berlusconismo agonizzante e travolto da troppi scandali, troppe incomprensioni con la società civile, troppe gaffes, troppe gnocca, per dirla alla Feltri.
Ci sono frasi "spia", segnali inequivocabili, che definiscono la posizione di Pinuccio, quasi dettata dall'inconscio: "Gran parte di ciò che ho ideato e progettato in questi ultimi anni – se si realizzerà effettivamente, nda- verrà inaugurato o ultimato da qualcun' altro. La maggioranza che egli controlla procede ormai per forza d'inerzia e quella cura dei rapporti, quelle coccole politiche che ad essa aveva riservato sin dall'inizio del secondo mandato, onde evitare brutte sorprese come in passato, sono inevitabilmente svanite. Tutti per uno … uno per tutti? Macchè: ognuno per se, specialmente con questa grande incognita che potrebbero essere le prossime elezioni non solo nazionali, ma anche locali, qualora lo stesso Pinuccio si dimettesse in anticipo per presentarsi alle prime. Ognuno per se anche perché, sin da ora, gli attuali consiglieri sono consci che essere rieletti, con le nuove "proporzioni" elettorali, sarà ancora più difficile e che la prossima volta, sicuramente, non ci sarà quel playmaker del voto locale che è stato Pinuccio in passato; quindi uccelli senza zucchero per molti, una specie di possibile "sindrome Simone", non me ne voglia il buon Gino, sulle orme delle sfortunate elezioni targate 1999. Sempre che la sinistra, o il centro, vista l'ultima sortita, dal vago sapore bluffatorio di Laurora, proponga qualcosa di degno per la città.
Anche un esponente dell'attuale maggioranza ci conferma questa sensazione: Pinuccio viene avvertito come lontano, già affaccendato in altre faccende. Ma se per i politici attualmente in lizza, questo è più che altro un problema di morale, su o giù a seconda dei casi (ricordiamo che c'è qualche bella fronda anche nel centro – destra locale: vedi fittiani contro quagliarielliani, non data troppo a vedere), il disagio più grande tocca alla città, che pur vedendolo presente fisicamente a presentazioni di libri o in qualche tv privata, sente di essere entrata, col suo sindaco, in quella Terra di nessuno, una sorta di limbo indefinito, nel quale più che governare, si procede, come detto prima, per forza d'inerzia, come una macchina con poca benzina che sta sì per arrivare al traguardo, ma lo fa sbuffando e magari rompendo la coppa dell'olio in qualche stramaledetta buca. Una di quelle prosperate durante la sua ultima amministrazione.
Ci sono frasi "spia", segnali inequivocabili, che definiscono la posizione di Pinuccio, quasi dettata dall'inconscio: "Gran parte di ciò che ho ideato e progettato in questi ultimi anni – se si realizzerà effettivamente, nda- verrà inaugurato o ultimato da qualcun' altro. La maggioranza che egli controlla procede ormai per forza d'inerzia e quella cura dei rapporti, quelle coccole politiche che ad essa aveva riservato sin dall'inizio del secondo mandato, onde evitare brutte sorprese come in passato, sono inevitabilmente svanite. Tutti per uno … uno per tutti? Macchè: ognuno per se, specialmente con questa grande incognita che potrebbero essere le prossime elezioni non solo nazionali, ma anche locali, qualora lo stesso Pinuccio si dimettesse in anticipo per presentarsi alle prime. Ognuno per se anche perché, sin da ora, gli attuali consiglieri sono consci che essere rieletti, con le nuove "proporzioni" elettorali, sarà ancora più difficile e che la prossima volta, sicuramente, non ci sarà quel playmaker del voto locale che è stato Pinuccio in passato; quindi uccelli senza zucchero per molti, una specie di possibile "sindrome Simone", non me ne voglia il buon Gino, sulle orme delle sfortunate elezioni targate 1999. Sempre che la sinistra, o il centro, vista l'ultima sortita, dal vago sapore bluffatorio di Laurora, proponga qualcosa di degno per la città.
Anche un esponente dell'attuale maggioranza ci conferma questa sensazione: Pinuccio viene avvertito come lontano, già affaccendato in altre faccende. Ma se per i politici attualmente in lizza, questo è più che altro un problema di morale, su o giù a seconda dei casi (ricordiamo che c'è qualche bella fronda anche nel centro – destra locale: vedi fittiani contro quagliarielliani, non data troppo a vedere), il disagio più grande tocca alla città, che pur vedendolo presente fisicamente a presentazioni di libri o in qualche tv privata, sente di essere entrata, col suo sindaco, in quella Terra di nessuno, una sorta di limbo indefinito, nel quale più che governare, si procede, come detto prima, per forza d'inerzia, come una macchina con poca benzina che sta sì per arrivare al traguardo, ma lo fa sbuffando e magari rompendo la coppa dell'olio in qualche stramaledetta buca. Una di quelle prosperate durante la sua ultima amministrazione.