Chiaro e Tondo
Marinaro Maradona e mediano
Chiaro e Tondo 29
martedì 13 gennaio 2009
Quando ho saputo che Dino Marinaro sarebbe andato in pensione da impiegato delle poste ho provato un senso d'inquietudine. A parte il fatto, già messo in evidenza da altri, che dovrò rassegnarmi a sostenere file più lunghe (absit iniuria verbis per gli altri impiegati, però), allo sportello. Subito dopo, inoltre, ho cercato di fare mente locale e di ripensare a tutte le volte che, entrando nell'ufficio, cercavo subito con lo sguardo la sua postazione e quando non era il suo turno, per cui non era al suo posto, mi prendeva un senso di panico per le conseguenze che avrei dovuto subire nella perdita del più prezioso dei beni, anche più del denaro: il tempo.
Ho deliberatamente aspettato qualche giorno, da quello dell'inizio del suo pensionamento, dal primo gennaio, proprio per ricordare meglio i vari episodi legati agli incontri col Dino impiegato, che incredibilmente, tanto per raccontare un primo aneddoto, prima che fossero instaurati i famigerati bigliettini da salumeria, a volte riusciva a servire contemporaneamente anche due utenti nello stesso momento e senza andare nel pallone, mai. Un tourbillon di azione, conteggio, sguardo a chi passava da quelle parti, meglio se qualche bella gnocca, e quando capitava, una battuta sull'andamento politico, soprattutto se gli si poneva dinanzi il sottoscritto, reduce da qualche articolo particolarmente discusso o col quale non era propriamente daccordo.
Che dire, data, la sua affidabilità e concretezza sul lavoro, in tutti questi anni, mi auguro che il Direttore delle poste gli abbia riservato un riconoscimento particolare, medaglia, targa o qualsiasi gadget. A parte una certa somiglianza col Pibe de oro in certe giornate di particolare forma era un funabolo del bollettino, un Maradona del libretto postale, un Ronaldo della pensione, una specie di badante messicana, (dati i tratti somatici, non potevo dire romena), per gli anziani che andavano a ritirare la pensione e avevano bisogno di assistenza particolare e aiuto.
Ora, nella sua seconda dimensione di politico, per Dino, uomo sanguigno e con quella faccia da "oste della luna piena" di manzoniana memoria, diventa come sempre tutto più difficile. Lui lo sa. La politica con la quale si è cimentato e si cimenta non è mai stata una passeggiata. Il campetto della politica non è certo gestibile come la fila dell'ufficio postale ma si annuncia, ora che si è ricollocato nella Democrazia Cristiana delle Autonomie, un'ennesima sfida contro chi governa e chi è all'opposizione, sempre lì, lì nel mezzo, finchè ce n'è... Una vita da mediano, Dino Marinaro, uno così, sempre a pedalare, sempre a lottare, lì nel mezzo.
Ho deliberatamente aspettato qualche giorno, da quello dell'inizio del suo pensionamento, dal primo gennaio, proprio per ricordare meglio i vari episodi legati agli incontri col Dino impiegato, che incredibilmente, tanto per raccontare un primo aneddoto, prima che fossero instaurati i famigerati bigliettini da salumeria, a volte riusciva a servire contemporaneamente anche due utenti nello stesso momento e senza andare nel pallone, mai. Un tourbillon di azione, conteggio, sguardo a chi passava da quelle parti, meglio se qualche bella gnocca, e quando capitava, una battuta sull'andamento politico, soprattutto se gli si poneva dinanzi il sottoscritto, reduce da qualche articolo particolarmente discusso o col quale non era propriamente daccordo.
Che dire, data, la sua affidabilità e concretezza sul lavoro, in tutti questi anni, mi auguro che il Direttore delle poste gli abbia riservato un riconoscimento particolare, medaglia, targa o qualsiasi gadget. A parte una certa somiglianza col Pibe de oro in certe giornate di particolare forma era un funabolo del bollettino, un Maradona del libretto postale, un Ronaldo della pensione, una specie di badante messicana, (dati i tratti somatici, non potevo dire romena), per gli anziani che andavano a ritirare la pensione e avevano bisogno di assistenza particolare e aiuto.
Ora, nella sua seconda dimensione di politico, per Dino, uomo sanguigno e con quella faccia da "oste della luna piena" di manzoniana memoria, diventa come sempre tutto più difficile. Lui lo sa. La politica con la quale si è cimentato e si cimenta non è mai stata una passeggiata. Il campetto della politica non è certo gestibile come la fila dell'ufficio postale ma si annuncia, ora che si è ricollocato nella Democrazia Cristiana delle Autonomie, un'ennesima sfida contro chi governa e chi è all'opposizione, sempre lì, lì nel mezzo, finchè ce n'è... Una vita da mediano, Dino Marinaro, uno così, sempre a pedalare, sempre a lottare, lì nel mezzo.