Chiaro e Tondo
Nevrosi di provincia
Chiaro e Tondo 68
venerdì 29 maggio 2009
Tutto secondo copione: come in ogni squinternata, sfilacciata, bassa, infima, campagna elettorale, vengono fuori le nevrosi tenute più o meno nascoste durante gli altri momenti dell'anno. Politici, giornalisti, massaie, direttori ed ex direttori, sindaco e/ o politici trombati, ex, nullità di varia schiatta, si risvegliano e vanno al "tutti contro tutti".
E' un nervoso paragonabile a quello che si vive in casa della sposa il giorno del matrimonio, specialmente al mattino, quando il papi non può proferire parola perché "non capisce nulla" o rompe sempre, il nonno non può parlare perché tacciato di rincoglionimento galoppante, la vicina di casa "è la solita ruffiana" (nel senso di "impicciona, pettegola"), il fioraio in ritardo andrebbe licenziato. Insomma è la solita campagna elettorale in cui tutti si aggrappano a tutti per sparare il proprio parere interessato, la propria sentenza stizzita, la minaccia di querela, il giudizio barbuto sull'editorialista poco analista, la scarica d'insulti sul forumista onanista, il forumista ex sedicente politico (trombato nel frattempo) che rialza la cresta e torna ad eccitarsi, come ai bei tempi. Insomma una varia umanità che va analizzata ma rispettata, poiché specchio dei nostri tempi in cui la politica vera si fa su di un sito web mentre nelle stanze governative si bivacca, ci si accapiglia con qualche round in consiglio comunale (un alterco col sindaco non guasta mai come spot – brioche aggratis).
Mentre la città soffoca sotto il peso della disoccupazione (vedi ultimi rilievi sindacali) qui si pensa ad ospitare nei sottani affittati per 20 giorni, bellimbusti romani o baresi per ben figurare in tv, o coi parenti e per ascoltare le solite fregnacce; si va dal fotografo per foto su manifesto elettorale con posa frontale (tipo taglia per pericoloso delinquente) o posa sui tre quarti per faccia ad uovo da snellire o posa con espressione arguta da filosofo che scruta l'avvenire della città e dei suoi sventurati seguaci (elettori). Prima che questa rubrica chiuda perché poco degna delle elevate dispute politiche e dei programmi troppo avveniristici degli stessi futuri rappresentanti del popolo, meritevoli di analisi ben più profonde, fatemelo gridare a squarciagola: "Basta con queste campagne elettorali fetecchia!"
E' un nervoso paragonabile a quello che si vive in casa della sposa il giorno del matrimonio, specialmente al mattino, quando il papi non può proferire parola perché "non capisce nulla" o rompe sempre, il nonno non può parlare perché tacciato di rincoglionimento galoppante, la vicina di casa "è la solita ruffiana" (nel senso di "impicciona, pettegola"), il fioraio in ritardo andrebbe licenziato. Insomma è la solita campagna elettorale in cui tutti si aggrappano a tutti per sparare il proprio parere interessato, la propria sentenza stizzita, la minaccia di querela, il giudizio barbuto sull'editorialista poco analista, la scarica d'insulti sul forumista onanista, il forumista ex sedicente politico (trombato nel frattempo) che rialza la cresta e torna ad eccitarsi, come ai bei tempi. Insomma una varia umanità che va analizzata ma rispettata, poiché specchio dei nostri tempi in cui la politica vera si fa su di un sito web mentre nelle stanze governative si bivacca, ci si accapiglia con qualche round in consiglio comunale (un alterco col sindaco non guasta mai come spot – brioche aggratis).
Mentre la città soffoca sotto il peso della disoccupazione (vedi ultimi rilievi sindacali) qui si pensa ad ospitare nei sottani affittati per 20 giorni, bellimbusti romani o baresi per ben figurare in tv, o coi parenti e per ascoltare le solite fregnacce; si va dal fotografo per foto su manifesto elettorale con posa frontale (tipo taglia per pericoloso delinquente) o posa sui tre quarti per faccia ad uovo da snellire o posa con espressione arguta da filosofo che scruta l'avvenire della città e dei suoi sventurati seguaci (elettori). Prima che questa rubrica chiuda perché poco degna delle elevate dispute politiche e dei programmi troppo avveniristici degli stessi futuri rappresentanti del popolo, meritevoli di analisi ben più profonde, fatemelo gridare a squarciagola: "Basta con queste campagne elettorali fetecchia!"