Chiaro e Tondo
Passami una mezza provincia
Chiaro e Tondo 64
venerdì 15 maggio 2009
Premesso che sul sempre più inquietante caso di Sant'Antuono mi sa tanto che ci toccherà ritornare (a proposito, chissà stavolta cosa dovrà escogitare il sindaco per replicare al vescovo dopo l'ultimo "pizzico" ricevuto sulla questione) mi sembra che, eccetto questo e qualche altro raro fatto (vedi l'infamata ai danni di Marco Pilone ad esempio,-leggi articoli correlati- grazie a quell'insulto per Trani che è stata l'istituzione di "Amet sevizi speciali", una vera vergogna per una città come la nostra, una presa per i fondelli legalizzata) ci si accapigli per quisquilie e pinzellacchere, mentre si perdono di vista, poiché sempre più in alto mare, vicende di primaria importanza per la nostra Trani.
Pensiamo alla nascente provincia BAT, che in verità sta assumendo i contorni dell'aborto, del mostriciattolo (ecco perché, fatta qualche eccezione,- come da noi sostenuto in passato,- molti hanno candidato delle "seconde linee") che rischia di partire e di rimanere, per chissà quanto, priva di alcuni uffici vitali per il buon funzionamento della quotidianità dei cittadini. Altro che il Vocabolario, a dire il vero alquanto scarno di Ventola, gli accademici appelli all'unità e alla serietà (?in politica serietà…? Mah!) della professoressa Marmo, "la tua voce" di De Feudis (ma non era uno slogan della SIP... Il telefono, la tua voce?), il "già visto" e il tanfo da antiquariato della politica dei comunisti, la vuotaggine delle liste specchietto...
Qui, cari politici ora presi unicamente dal voto e dalla corsa all'accalappiamento dei fessacchiotti da abbindolare, c'è da considerare che la Bat non avrebbe né l'Ufficio Scolastico Provinciale, il vecchio Provveditorato, per intenderci, con grave danno e scorno per il foltissimo gruppo nella BAT dei lavoratori della scuola (il ministero della Pubblica Istruzione non ne vorrebbe sapere di istituirne di nuovi, ma in altre neo provincie, vedi Monza politici e dirigenti scolastici, a differenza dei nostri "morti di sonno", si sarebbero già pesantemente mobilitati).
E che dire del rischio di essere una Provincia senza Ufficio del Tesoro, senza Ufficio della Motorizzazione e senza sede della Banca d'Italia? Tutti "nodi£ per cui attivarsi sin d'ora se, come spesso avviene, non vorremo restare indietro e, come già detto, se vorremo davvero diventare autonomi da Bari e non restarne un'eterna stazioncina di periferia. Con le vecchie spocchie e manie autolesionistiche (tipiche dei provincialotti).
Pensiamo alla nascente provincia BAT, che in verità sta assumendo i contorni dell'aborto, del mostriciattolo (ecco perché, fatta qualche eccezione,- come da noi sostenuto in passato,- molti hanno candidato delle "seconde linee") che rischia di partire e di rimanere, per chissà quanto, priva di alcuni uffici vitali per il buon funzionamento della quotidianità dei cittadini. Altro che il Vocabolario, a dire il vero alquanto scarno di Ventola, gli accademici appelli all'unità e alla serietà (?in politica serietà…? Mah!) della professoressa Marmo, "la tua voce" di De Feudis (ma non era uno slogan della SIP... Il telefono, la tua voce?), il "già visto" e il tanfo da antiquariato della politica dei comunisti, la vuotaggine delle liste specchietto...
Qui, cari politici ora presi unicamente dal voto e dalla corsa all'accalappiamento dei fessacchiotti da abbindolare, c'è da considerare che la Bat non avrebbe né l'Ufficio Scolastico Provinciale, il vecchio Provveditorato, per intenderci, con grave danno e scorno per il foltissimo gruppo nella BAT dei lavoratori della scuola (il ministero della Pubblica Istruzione non ne vorrebbe sapere di istituirne di nuovi, ma in altre neo provincie, vedi Monza politici e dirigenti scolastici, a differenza dei nostri "morti di sonno", si sarebbero già pesantemente mobilitati).
E che dire del rischio di essere una Provincia senza Ufficio del Tesoro, senza Ufficio della Motorizzazione e senza sede della Banca d'Italia? Tutti "nodi£ per cui attivarsi sin d'ora se, come spesso avviene, non vorremo restare indietro e, come già detto, se vorremo davvero diventare autonomi da Bari e non restarne un'eterna stazioncina di periferia. Con le vecchie spocchie e manie autolesionistiche (tipiche dei provincialotti).