Chiaro e Tondo
Politica palese o segreta?
Chiaro e Tondo 85
martedì 28 luglio 2009
Non ci è piaciuto per niente il primo vagito del neonato Consiglio Provinciale della BAT, che va a confermare una fastidiosa sensazione: i riti politici, gli interventi di determinati componenti della nuova assise, altro non sono che l'ennesima trita ripresentazione di quel modo di essere, vivere e pensare lontano dalla praticità, dalle esigenze della gente, dai problemi reali, dalla logica del buon senso, dallo sguardo limpido, dall'azione "palese", nel senso di chiara, esplicita, sincera, aperta, trasparente. Senza nemmeno poi arrivare a pensare ad una politica all'insegna della "fratellanza" (bum!), come predicato in un intervento dalla Pina Marmo, forse ancora non sazia e poco conscia di esempi pratici, dopo la sua "avventura – figuraccia" alle ultime elezioni, di una politica che tutto è tranne sinonimo di fratellanza. E proprio lei è stata una vittima di questo modus vivendi che mette la stessa fratellanza alla voce "barzellette", tutt'al più.
Incartarsi subito in partenza sulla questione del voto palese o segreto per l'elezione di un Presidente del Consiglio, il cui nome era già stato ampiamente esplicitato e formalmente condiviso, è stato un modo per inviare un messaggio cifrato a chi governa ed a noi pubblico pagante: anche all'ombra della BAT regnerà la politica non palese, bensì "segreta", ossia quella governata dai sotterfugi, dagli sgambetti, dalle trame sotterranee, dai tentativi di farsi le scarpe l'un l'altro alla prima occasione.
Qui ancora dobbiamo cominciare e già un tranese cerca di fare lo sgambetto ad un altro; già chi era consigliere nella Provincia di Bari, rivendica la propria superiorità e si fa "magnanimo" elargitore di consigli per gli altri; già vediamo alcuni volti sperduti e spauriti pronti ad esser lì per alzar solo la timida manina su ordine dei boss del suo partito. Chiudo con un'immagine emblematica di un triangolo di personaggi protagonisti diretti ed indiretti del primo consiglio provinciale: siamo al momento in cui Carlo Laurora sta spiegando perché sarebbe giusto per lui un voto segreto, nell'elezione del Presidente; sullo sfondo, seduto in prima fila c'è lo sguardo livido di un Raffaele Fitto, "convitato di pietra" (che in effetti sembra pietrificato), simbolo di quel PDL contro il quale Laurora è andato in guerra, fino al rumoroso divorzio. Ora Fitto, capo de "La Puglia prima di tutto", sarebbe in effetti l'attuale "padrino" del Riserbato, contro il quale a sua volta si genera questa "strana" richiesta di "voto segreto"… Con l' "escusatio non petita" di evitare "disagi" all'interessato e a chi deve votarlo (per forza?).
Il regista di Telesveva, tv locale che ha trasmesso in differita l'evento, è stato lesto e "subliminale" nell'inquadrare, durante l'intervento di Laurora un volto teso, amareggiato, deluso e contrito da parte dello stesso Riserbato, andando contro il quale, in questo momento di grande consenso per lui, si rischia di fare la fine di chi osava andare contro Pinuccio, a Trani, all'indomani della seconda elezione, con un roboante 60% di consensi: la figura del perdente. Alla fine Riserbato vola sulla poltrona col sorriso dei giorni migliori e con un pizzico di commozione, pronto ad affidarsi, come fece Casini per l'insediamento a Presidente della Camera, alla Madonna.
Signori, benvenuti nella ridente BAT, provincia dei lunghi coltelli. Lasciamo ogni speranza, noi tranesi che entriamo in questo nuovo "circus": nessuna nuova politica, nessun vantaggio apparente per la nostra città (hai voglia, il prof De Simone a proporre Palazzo Beltrani per la Prefettura della Bat, un'indicazione data a suo tempo anche da Chiaro e Tondo: ce la possiamo scordare).
Incartarsi subito in partenza sulla questione del voto palese o segreto per l'elezione di un Presidente del Consiglio, il cui nome era già stato ampiamente esplicitato e formalmente condiviso, è stato un modo per inviare un messaggio cifrato a chi governa ed a noi pubblico pagante: anche all'ombra della BAT regnerà la politica non palese, bensì "segreta", ossia quella governata dai sotterfugi, dagli sgambetti, dalle trame sotterranee, dai tentativi di farsi le scarpe l'un l'altro alla prima occasione.
Qui ancora dobbiamo cominciare e già un tranese cerca di fare lo sgambetto ad un altro; già chi era consigliere nella Provincia di Bari, rivendica la propria superiorità e si fa "magnanimo" elargitore di consigli per gli altri; già vediamo alcuni volti sperduti e spauriti pronti ad esser lì per alzar solo la timida manina su ordine dei boss del suo partito. Chiudo con un'immagine emblematica di un triangolo di personaggi protagonisti diretti ed indiretti del primo consiglio provinciale: siamo al momento in cui Carlo Laurora sta spiegando perché sarebbe giusto per lui un voto segreto, nell'elezione del Presidente; sullo sfondo, seduto in prima fila c'è lo sguardo livido di un Raffaele Fitto, "convitato di pietra" (che in effetti sembra pietrificato), simbolo di quel PDL contro il quale Laurora è andato in guerra, fino al rumoroso divorzio. Ora Fitto, capo de "La Puglia prima di tutto", sarebbe in effetti l'attuale "padrino" del Riserbato, contro il quale a sua volta si genera questa "strana" richiesta di "voto segreto"… Con l' "escusatio non petita" di evitare "disagi" all'interessato e a chi deve votarlo (per forza?).
Il regista di Telesveva, tv locale che ha trasmesso in differita l'evento, è stato lesto e "subliminale" nell'inquadrare, durante l'intervento di Laurora un volto teso, amareggiato, deluso e contrito da parte dello stesso Riserbato, andando contro il quale, in questo momento di grande consenso per lui, si rischia di fare la fine di chi osava andare contro Pinuccio, a Trani, all'indomani della seconda elezione, con un roboante 60% di consensi: la figura del perdente. Alla fine Riserbato vola sulla poltrona col sorriso dei giorni migliori e con un pizzico di commozione, pronto ad affidarsi, come fece Casini per l'insediamento a Presidente della Camera, alla Madonna.
Signori, benvenuti nella ridente BAT, provincia dei lunghi coltelli. Lasciamo ogni speranza, noi tranesi che entriamo in questo nuovo "circus": nessuna nuova politica, nessun vantaggio apparente per la nostra città (hai voglia, il prof De Simone a proporre Palazzo Beltrani per la Prefettura della Bat, un'indicazione data a suo tempo anche da Chiaro e Tondo: ce la possiamo scordare).