Chiaro e Tondo
Primo: la pagnotta a casa
Chiaro e Tondo 148
martedì 23 marzo 2010
Credo che di fronte alla vergogna che dovrebbe derivare dalla situazione del lavoratori della Franzoni, tutto passi in secondo piano. In primis mi domando perché abbia aderito alla protesta dei lavoratori un solo sindacato. E se i sindacati non si attivano in occasioni come queste, quando e a che cosa servono? Quelle pezze stese in piazza con i messaggi d'indignazione e protesta degli ex operai stridono, nel loro minimalismo disperato, con le stronzate che stiamo ascoltando e cui stiamo assistendo nell'attuale campagna elettorale.
Una campagna elettorale più vuota che mai nei contenuti, più banale che mai, piena di cavalli deboli e/o azzoppati, al cospetto di un problema reale, concreto, come quello sbattuto in piazza e nuovamente sui giornali, in questi giorni. Va bene che se non ci fosse stata questa teatrale protesta, forse nemmeno noi dei media avremmo ripreso l'argomento, ma il silenzio delle istituzioni al cospetto di tanta disperazione è davvero assordante. Non un'ipotesi, non un progetto, non un accenno. Perché non pensare e cercare di riabilitare, in via eccezionale, visto il persistere di questa grave emergenza, la figura dei lavoratori socialmente utili o una riproposizione di quella figura con un escamotage, un guizzo, una trovata, un sacrificio economico, dal momento che il sindaco stesso aveva annunciato che i debiti comunali sono estinti?
Perché non attivarsi per contattare anche stavolta un imprenditore ( e qui il mio appello raggiunge anche gente come Laurora o Vendola, protagonisti uscenti dall'ambito regionale e con l'ambizione della riconferma, oltre che il sindaco Tarantini) per muovere le acque, per attivarsi, così come è stato fatto in passato, per dare vita ad un resort o recuperare un palazzo storico, o rilanciare una squadra di calcio. Stavolta non si tratta di oggetti, di palazzi, di piaceri turistici da assaporare con la dolce vista sul porto, ma vite umane, famiglie con bambini, anche piccoli, pane da portare a casa. La politica non è ufficio collocamento, d'accordo, ma fucina d'idee e progetti per risolvere problemi sì, questo deve essere. Non eravamo la regione di Di Vittorio? Sindacalisti dormienti e politici accomodati nell'edonismo dei loro patinati spot elettorali si muovano!
Una campagna elettorale più vuota che mai nei contenuti, più banale che mai, piena di cavalli deboli e/o azzoppati, al cospetto di un problema reale, concreto, come quello sbattuto in piazza e nuovamente sui giornali, in questi giorni. Va bene che se non ci fosse stata questa teatrale protesta, forse nemmeno noi dei media avremmo ripreso l'argomento, ma il silenzio delle istituzioni al cospetto di tanta disperazione è davvero assordante. Non un'ipotesi, non un progetto, non un accenno. Perché non pensare e cercare di riabilitare, in via eccezionale, visto il persistere di questa grave emergenza, la figura dei lavoratori socialmente utili o una riproposizione di quella figura con un escamotage, un guizzo, una trovata, un sacrificio economico, dal momento che il sindaco stesso aveva annunciato che i debiti comunali sono estinti?
Perché non attivarsi per contattare anche stavolta un imprenditore ( e qui il mio appello raggiunge anche gente come Laurora o Vendola, protagonisti uscenti dall'ambito regionale e con l'ambizione della riconferma, oltre che il sindaco Tarantini) per muovere le acque, per attivarsi, così come è stato fatto in passato, per dare vita ad un resort o recuperare un palazzo storico, o rilanciare una squadra di calcio. Stavolta non si tratta di oggetti, di palazzi, di piaceri turistici da assaporare con la dolce vista sul porto, ma vite umane, famiglie con bambini, anche piccoli, pane da portare a casa. La politica non è ufficio collocamento, d'accordo, ma fucina d'idee e progetti per risolvere problemi sì, questo deve essere. Non eravamo la regione di Di Vittorio? Sindacalisti dormienti e politici accomodati nell'edonismo dei loro patinati spot elettorali si muovano!