Chiaro e Tondo
Quella lega calcistica tranese del 2008
Chiaro e Tondo 20
venerdì 5 dicembre 2008
Mi chiedo cosa abbia realmente spinto il signor Paolo Abruzzese a reimbarcarsi sulla nave - zattera del calcio a Trani. La risposta di rito immagino che sia sempre la stessa: la passione per il calcio, per la gloria (soprattutto passata) di questo sport a Trani, per la voglia di rilanciare la situazione, almeno nelle programmazioni estive, di un settore, che con tutta la buona volontà nel volerne parlar bene, non è andato (negli ultimi anni) e non va attualmente, oltre un malinconico livello di mediocrità.
Mi chiedo come abbia potuto, dopo la travagliata esperienza del presidente Simone, quasi sempre sbertucciato sui muri dello stadio con la frase più benevola che era: "Simone vattene", approdare a rilevare un inacrico che doveva vedere una squadra che avrebbe dovuto giocare in uno stadio vero ed invece gioca in una specie di sgorbio malandato, una sorta di mostro con un grande ciuffo d'erba verde al centro, ed un insieme di pretuberanze cementizie, che hanno ingoiato anche la pista d'atletica e , specialmente per quel che riguarda la tribuna, hanno distorto e reso handicappata una strada una volta comoda e dritta come Via Superga.
Mi chiedo quale rapporto ci sia tra tifoseria, fatta non solo di ragazzi giovani ma anche di uomini maturi e questo presidente uscito di scena dopo la tristissima pagina di Pozzuoli (remember il catastrofico Campania - Pol. Trani 3 - 2 ? ) e riaccolto prima con freddezza, poi con l'assenza di aiuti dal Comune ( e ci mancherebbe... con la voragine di debiti, il presidente si aspettava che ci mettessimo a contribuire al pagamento degli ingaggi ai nuovi acquisti, poi andati via verso lidi più ricchi?), poi addirittura "bastonato" pubblicamente con quel durissimo comunicato apparso qualche giorno fa da parte dei tifosi.
Certo, il calcio è un argomento leggero rispetto alle piccole e grandi tragedie che investono la nostra cittadina, ma è un ulteriore segnale di un decadimento, anche nell'ambito dei pubblici svaghi, che la dice lunga sul modo di vivere a Trani, i vari aspetti dell'esistenza civile. Mai infatti, nemmeno ai tempi delle goleade subite in casa nell'utima parte della storia della vecchia e gloriosa Polisportiva Trani, si era mai vista una "scazzottata" mediatica tra un predidente (dalla tv) e dei tifosi (dal comunicato - manifesto).
E' vero anche che finchè avrebbero potuto farlo, prima che si affogasse nei debiti, le pubbliche amministrazioni hanno fatto pochissimo per riavviare il giocattolo calcio, quella grande emozione sul rettangolo verde (me che ce l'abbiano con tutto ciò che è verde, vista l'incredibile idea di abbattere alberi in Piazza Dalla Chiesa per fare il mercato?... in una città sempre più povera di verde... Mi rifiuto di pensare che il Sindaco Tarantini voglia portare avanti questo proposito).
Come sono lontani i tempi di Rodolfo Conte, (ex allenatore degli ultimi tempi d'oro) della concordia tra Società, ambiente cittadino, delle domeniche allo stadio, dei tempi in cui non c'avevo una lira e andavo a condurre dagli studi di Radio Bombo la diretta domenicale dedicata alle partite del Trani. Come sono lontani i pomeriggi in cui in piena estate mi recavo allo stadio con mio padre e spaparanzati all'ombra della tribuna (allora c'era ed era praticabile) seguivamo gli allenamenti della preparazione estiva della squadra e già allora, quando c'era qualche mugugno, veniva contestato pure il medico sociale della società, un dottor Tarantini con capelli neri e qualche chilo in meno, che a bordo campo, doveva a volte fare da cuscinetto tra pubblico e società e rispondere a qualche perplessità (diciamo così) di qualche tifoso che già esponeva il suo campionario forbito di lessico colorito (memorabili per me alcune espressioni imparate sugli spalti e qui irripetibili).
Bene. A fronte di tutto questo mi chiedo perchè il Presidente si sia imbarcato in un'avventura che oggi forse richiederebbe, e solo così potrebbe portare risultati d'eccellenza ed eccitamento della piazza, la presenza di una cordata robusta di soci, ricchi, attaccati alla città e capaci di costruire una vera grande squadra. Se vogliamo parlare di calcio vero parliamone. Se dobbiamo fare qualche trista cronachina domenicale di partite di calcio di una giovane e volenterosa squadra, quale in questo momento è il Trani,(massimo rispetto per chi ci lavora e si allena quotidianamente) facciamolo pure, ma non chiedeteci di accendere l'entusiasmo vero. A Trani ci sono veri appassionati: penso a Nicola che da anni e anni segue il Trani dapperttutto; penso a Fabio, un mio ex studente che sul suo pc aveva tutte le immagini dei servizi televisivi degli ultimi 25 anni del Trani (pensate, un diciannovenne). La gente è pronta ad entusiasmarsi, ma se le istituzioni varie condannano il Trani ad essere una specie di ectoplasma e si lascia in piedi quella specie di stadio (anzi ex stadio) che cosa si pretende? Ve l'ho detto chiaro e tondo.
Mi chiedo come abbia potuto, dopo la travagliata esperienza del presidente Simone, quasi sempre sbertucciato sui muri dello stadio con la frase più benevola che era: "Simone vattene", approdare a rilevare un inacrico che doveva vedere una squadra che avrebbe dovuto giocare in uno stadio vero ed invece gioca in una specie di sgorbio malandato, una sorta di mostro con un grande ciuffo d'erba verde al centro, ed un insieme di pretuberanze cementizie, che hanno ingoiato anche la pista d'atletica e , specialmente per quel che riguarda la tribuna, hanno distorto e reso handicappata una strada una volta comoda e dritta come Via Superga.
Mi chiedo quale rapporto ci sia tra tifoseria, fatta non solo di ragazzi giovani ma anche di uomini maturi e questo presidente uscito di scena dopo la tristissima pagina di Pozzuoli (remember il catastrofico Campania - Pol. Trani 3 - 2 ? ) e riaccolto prima con freddezza, poi con l'assenza di aiuti dal Comune ( e ci mancherebbe... con la voragine di debiti, il presidente si aspettava che ci mettessimo a contribuire al pagamento degli ingaggi ai nuovi acquisti, poi andati via verso lidi più ricchi?), poi addirittura "bastonato" pubblicamente con quel durissimo comunicato apparso qualche giorno fa da parte dei tifosi.
Certo, il calcio è un argomento leggero rispetto alle piccole e grandi tragedie che investono la nostra cittadina, ma è un ulteriore segnale di un decadimento, anche nell'ambito dei pubblici svaghi, che la dice lunga sul modo di vivere a Trani, i vari aspetti dell'esistenza civile. Mai infatti, nemmeno ai tempi delle goleade subite in casa nell'utima parte della storia della vecchia e gloriosa Polisportiva Trani, si era mai vista una "scazzottata" mediatica tra un predidente (dalla tv) e dei tifosi (dal comunicato - manifesto).
E' vero anche che finchè avrebbero potuto farlo, prima che si affogasse nei debiti, le pubbliche amministrazioni hanno fatto pochissimo per riavviare il giocattolo calcio, quella grande emozione sul rettangolo verde (me che ce l'abbiano con tutto ciò che è verde, vista l'incredibile idea di abbattere alberi in Piazza Dalla Chiesa per fare il mercato?... in una città sempre più povera di verde... Mi rifiuto di pensare che il Sindaco Tarantini voglia portare avanti questo proposito).
Come sono lontani i tempi di Rodolfo Conte, (ex allenatore degli ultimi tempi d'oro) della concordia tra Società, ambiente cittadino, delle domeniche allo stadio, dei tempi in cui non c'avevo una lira e andavo a condurre dagli studi di Radio Bombo la diretta domenicale dedicata alle partite del Trani. Come sono lontani i pomeriggi in cui in piena estate mi recavo allo stadio con mio padre e spaparanzati all'ombra della tribuna (allora c'era ed era praticabile) seguivamo gli allenamenti della preparazione estiva della squadra e già allora, quando c'era qualche mugugno, veniva contestato pure il medico sociale della società, un dottor Tarantini con capelli neri e qualche chilo in meno, che a bordo campo, doveva a volte fare da cuscinetto tra pubblico e società e rispondere a qualche perplessità (diciamo così) di qualche tifoso che già esponeva il suo campionario forbito di lessico colorito (memorabili per me alcune espressioni imparate sugli spalti e qui irripetibili).
Bene. A fronte di tutto questo mi chiedo perchè il Presidente si sia imbarcato in un'avventura che oggi forse richiederebbe, e solo così potrebbe portare risultati d'eccellenza ed eccitamento della piazza, la presenza di una cordata robusta di soci, ricchi, attaccati alla città e capaci di costruire una vera grande squadra. Se vogliamo parlare di calcio vero parliamone. Se dobbiamo fare qualche trista cronachina domenicale di partite di calcio di una giovane e volenterosa squadra, quale in questo momento è il Trani,(massimo rispetto per chi ci lavora e si allena quotidianamente) facciamolo pure, ma non chiedeteci di accendere l'entusiasmo vero. A Trani ci sono veri appassionati: penso a Nicola che da anni e anni segue il Trani dapperttutto; penso a Fabio, un mio ex studente che sul suo pc aveva tutte le immagini dei servizi televisivi degli ultimi 25 anni del Trani (pensate, un diciannovenne). La gente è pronta ad entusiasmarsi, ma se le istituzioni varie condannano il Trani ad essere una specie di ectoplasma e si lascia in piedi quella specie di stadio (anzi ex stadio) che cosa si pretende? Ve l'ho detto chiaro e tondo.