Chiaro e Tondo
Rischio impotenza, ma non molliamo
Chiaro e Tondo 145
venerdì 12 marzo 2010
Qualche giorno fa ebbi modo di dialogare con uno dei lavoratori in cassa integrazione della Franzoni Filati: rimasi colpito dalla grande aspettativa che – mi riferì – lui ed i suoi colleghi avevano riposto non tanto nelle istituzioni politiche, quanto in quelle della comunicazione, nelle testate giornalistiche, nei mezzi d'informazione, a cominciare da quelli locali come ad esempio il nostro e poi i giornali, le tv e radio private.
Col senno di poi, dopo la notizia dell'inizio dello sciopero della fame di un gruppo di quegli operai e ricordandomi di quelle parole sconsolate, di quella aspettativa di fatto delusa, poiché nessun miglioramento di fatto è avvenuto nella loro situazione, ho provato un senso di colpa. Anch'io non sono riuscito con uno, due tre editoriali, con una frase ironica, con una polemica vibrante a fare nulla di concreto per questi lavoratori. A cosa serve duettare con uno, due tre politici, dialogare con loro quasi tutti i giorni, punzecchiarsi o raccogliere complimenti, se poi non riesco a smuovere di una spanna una condizione disperata, come quella dei lavoratori in questione.
Mi viene voglia di chiedere scusa anche ai lettori, intesi come cittadini, se spesso anche noi responsabili dei mezzi di comunicazione, ci perdiamo nei rivoli della nostra vanità, del gusto della parola esibita, nel colpo secco, e troppo facile, sulla Croce rossa della nostra debole società. Meditando su queste cose ho letto con ulteriore dispiacere l'ennesima segnalazione di un nostro lettore storico, circa l'ennesima zolla di asfalto – biscotto venuta via: anche in questo caso rubriche ("guarda che buca"), editoriali con le buone e con le cattive, cambi di ditte addette a questo settore, quello della riparazione delle strade, continuano a non incidere abbastanza su problemi atavici, storici, cronici, come questo, apparentemente legato all'ordinaria amministrazione. Anche questa è un'altra occasione per chiedere scusa ai lettori. Tutti quanti. Ed i politici insieme a noi. Una volta tanto un esame di coscienza non basta. Cari lettori, aiutateci a non mollare la presa. Vi vedo sempre così agguerriti …
Col senno di poi, dopo la notizia dell'inizio dello sciopero della fame di un gruppo di quegli operai e ricordandomi di quelle parole sconsolate, di quella aspettativa di fatto delusa, poiché nessun miglioramento di fatto è avvenuto nella loro situazione, ho provato un senso di colpa. Anch'io non sono riuscito con uno, due tre editoriali, con una frase ironica, con una polemica vibrante a fare nulla di concreto per questi lavoratori. A cosa serve duettare con uno, due tre politici, dialogare con loro quasi tutti i giorni, punzecchiarsi o raccogliere complimenti, se poi non riesco a smuovere di una spanna una condizione disperata, come quella dei lavoratori in questione.
Mi viene voglia di chiedere scusa anche ai lettori, intesi come cittadini, se spesso anche noi responsabili dei mezzi di comunicazione, ci perdiamo nei rivoli della nostra vanità, del gusto della parola esibita, nel colpo secco, e troppo facile, sulla Croce rossa della nostra debole società. Meditando su queste cose ho letto con ulteriore dispiacere l'ennesima segnalazione di un nostro lettore storico, circa l'ennesima zolla di asfalto – biscotto venuta via: anche in questo caso rubriche ("guarda che buca"), editoriali con le buone e con le cattive, cambi di ditte addette a questo settore, quello della riparazione delle strade, continuano a non incidere abbastanza su problemi atavici, storici, cronici, come questo, apparentemente legato all'ordinaria amministrazione. Anche questa è un'altra occasione per chiedere scusa ai lettori. Tutti quanti. Ed i politici insieme a noi. Una volta tanto un esame di coscienza non basta. Cari lettori, aiutateci a non mollare la presa. Vi vedo sempre così agguerriti …