Chiaro e Tondo
Scatto di reni
Chiaro e Tondo 69
martedì 2 giugno 2009
Nel solito grigio panorama politico che si può ammirare a Trani, come un raggio di luce, giunge la notizia relativa all'emendamento in favore della biblioteca comunale. Uno "scatto di reni" sicuramente salutare per una città come la nostra affamata di cultura e comunque, tramite tanti suoi cittadini, in possesso di un "capitale" d'idee e capacità da spendere proprio nel settore in questione, quello culturale.
Una biblioteca che possa davvero funzionare a pieno regime ed in grado di diventare, più che in altri centri, un centro di smistamento, un punto di riferimento per intellettuali, studenti, docenti, cultori della lettura. La "crisi d'astinenza" da biblioteca potrebbe e dovrebbe portare dunque ad una volontà d'usufruirne in modo massiccio, "maggiorato". Certo, ora ci sarà da risolvere il nodo della sostituzione della dottoressa Fiore, che tanto bene ha fatto in questi anni, nei quali ha svolto il ruolo oscuro ma molto onorevole della "traghettatrice" nella palude dell'impasse, dell'impossibilità di un servizio al 100%.
Ma ora che siamo all'epilogo della pluriennale triste storia della biblioteca di Trani, che ora dovrà e potrà imbattersi in un lieto fine, bisogna ripensare a tutte quelle persone che negli anni si sono battute per la biblioteca: l'associazione Obiettivo Trani con i suoi civili ma determinati componenti, l'attuale assessore alla Cultura Andrea Lovato che ha tessuto negli anni, in silenzio e senza urla o strombazzamenti, la tela lunga e complessa dell'ingarbugliata questione; l'ottimismo del sindaco Tarantini che a costo di essere sommerso di critiche, ogni volta che si accendeva un barlume in merito alla questione (finanziamenti o risoluzione di gap vari) si lanciava in dichiarazioni entusiastiche, poi magari "rallentate" dalle pastoie burocratiche che inceppavano il decorso della "guarigione" della biblioteca malata.
Ed infine, se permettete, l'impegno dei mezzi di comunicazione: dal Giornale di Trani cui bisogna dare atto di aver sempre seguito con scrupolo le vicende, sin dai primi anni 90, quando il sottoscritto, collaboratore presso questa testata, può testimoniare che dal primo direttore Franco Caffarella, al suo successore Nico Aurora, la questione biblioteca era sempre ai primi posti in scaletta, fino ai nostri giorni, con l'impegno di Traniweb, che tra le segnalazioni continue ed in "tempo reale" di Biagio Fanelli e gli interventi da innamorato ferito di Mario Schiralli, già direttore della "Bovio", continua quella strenua lotta, insieme agli altri colleghi della carta stampata, la battaglia finale per la chiusura definitiva della triste storia (con lieto fine auspicato ormai) della nostra biblioteca.
Una biblioteca che possa davvero funzionare a pieno regime ed in grado di diventare, più che in altri centri, un centro di smistamento, un punto di riferimento per intellettuali, studenti, docenti, cultori della lettura. La "crisi d'astinenza" da biblioteca potrebbe e dovrebbe portare dunque ad una volontà d'usufruirne in modo massiccio, "maggiorato". Certo, ora ci sarà da risolvere il nodo della sostituzione della dottoressa Fiore, che tanto bene ha fatto in questi anni, nei quali ha svolto il ruolo oscuro ma molto onorevole della "traghettatrice" nella palude dell'impasse, dell'impossibilità di un servizio al 100%.
Ma ora che siamo all'epilogo della pluriennale triste storia della biblioteca di Trani, che ora dovrà e potrà imbattersi in un lieto fine, bisogna ripensare a tutte quelle persone che negli anni si sono battute per la biblioteca: l'associazione Obiettivo Trani con i suoi civili ma determinati componenti, l'attuale assessore alla Cultura Andrea Lovato che ha tessuto negli anni, in silenzio e senza urla o strombazzamenti, la tela lunga e complessa dell'ingarbugliata questione; l'ottimismo del sindaco Tarantini che a costo di essere sommerso di critiche, ogni volta che si accendeva un barlume in merito alla questione (finanziamenti o risoluzione di gap vari) si lanciava in dichiarazioni entusiastiche, poi magari "rallentate" dalle pastoie burocratiche che inceppavano il decorso della "guarigione" della biblioteca malata.
Ed infine, se permettete, l'impegno dei mezzi di comunicazione: dal Giornale di Trani cui bisogna dare atto di aver sempre seguito con scrupolo le vicende, sin dai primi anni 90, quando il sottoscritto, collaboratore presso questa testata, può testimoniare che dal primo direttore Franco Caffarella, al suo successore Nico Aurora, la questione biblioteca era sempre ai primi posti in scaletta, fino ai nostri giorni, con l'impegno di Traniweb, che tra le segnalazioni continue ed in "tempo reale" di Biagio Fanelli e gli interventi da innamorato ferito di Mario Schiralli, già direttore della "Bovio", continua quella strenua lotta, insieme agli altri colleghi della carta stampata, la battaglia finale per la chiusura definitiva della triste storia (con lieto fine auspicato ormai) della nostra biblioteca.