Chiaro e Tondo

Sfollati senza terremoto....

Chiaro e Tondo 55

Qualche giorno fa apro il giornale e leggo: costruttore assolto in Cassazione… reato finito in prescrizione… palazzo non destinato al crollo… problemi risolvibili con normali lavori di riparazione. Via Firenze. Cominciamo col dire che la storia di via Firenze mi fa venire la pelle d'oca. Non entro nel merito del giudizio della magistratura e nelle responsabilità di chi aveva costruito o progettato ecc. ecc., perché non ho seguito di persona tutto l'iter, ma entro a malincuore nei panni, lordi di rabbia e di sudore, degli ex proprietari del famigerato palazzo, cornuti, mazziati e senza casa.

I pensieri su questa storia mi sono cominciati a roteare nella testa all'indomani dei tristi fatti d'Abruzzo. E la storia di quei tranesi che hanno dovuto continuare a pagare un mutuo senza abitare il proprio appartamento, che sono stati gli unici sfigati al mondo ad essere sfollati senza terremoto, che all'inizio della vicenda hanno ripiegato nelle case dei parenti, è diventata un tarlo. Tanto che invito la brava Rosa Barca a "ri" raccontarla andando a trovare questa sfortunata gente che alla fine s'è sentita dire che sarebbe bastato fare normali interventi di riparazione per continuare a vivere in quello stabile.

Ci sono due dati di fatto incontestabili, a questo punto: quei cittadini senza casa e il costruttore assolto. Inizio e fine delle storia. Sono passati tanti anni e le ultime, risolutive, vicende, relative alla questione, in verità, non hanno scalfito più di tanto l'opinione pubblica che, per certi versi, aveva o dimenticato il fatto o l'aveva assorbito, metabolizzato, col solito fatalismo, con la solita indifferenza. Un aneddoto incredibile della storia contemporanea di Trani, nell'arco degli ultimi vent'anni, un neo che si è via via scolorito, una storia, questa sì, da raccontare un domani ai propri nipoti, per spiegare loro come anche un atto naturale, normale, come l'acquisto ed il possesso di una casa, possa trasformarsi, seppur in un caso limite ma reale, in un ginepraio di trappole, buche, sottigliezze burocratiche, ribaltamenti della sorte, che possono portarti, nell'ennesima narratio kafkiana che riguarda la nostra città, a perdere ciò che era tuo e a sentirti dire che avresti potuto evitare una tale mazzata nella tua vita, con una riparazione di ordinaria amministrazione, dopo che a suo tempo il palazzo era stato sgomberato per pericolo di crollo. Poi la sentenza definitiva arriva quando il palazzo è stato abbattuto ed un altro se ne sta costruendo in loco. Teatro dell'assurdo? Del grottesco? Surrealismo? O cosa?

Questa storia è come una crepa nella memoria storica della città; è come un pugno di sabbia negli occhi quando sei al mare d'estate e gli amici ti fanno un brutto scherzo. Morale della favola: la prossima volta che i miei vicini di casa verranno a dire che ci sono da attuare interventi al palazzo per eventuali pericoli di crollo o si rivolgeranno, come si fa con la mamma, all'Ufficio tecnico, ho la seria intenzione di rileggere loro, declamandola nella prossima riunione di condominio, a voce alta, la storia a puntate di via Firenze. E se insisteranno … li denuncerò per procurato allarme. Tutto il dolore e la solidarietà per le persone d'Abruzzo ma questa è l'Italia. Questa è poi Trani, unica città al mondo ad aver avuto "sfollati" senza l'ombra di un terremoto.
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