Chiaro e Tondo
T’amo pio Tricolore, ma qualcuno col medesimo si pulisce il …
Chiaro e tondo 200 (Italia 150°)
giovedì 17 marzo 2011
In questo numero molto speciale di Chiaro e Tondo, sia per la cifra tonda raggiunta, sia per la particolare data in cui cade, 17 marzo 2011, 150° anniversario dall'avvenuta unità d'Italia, avrei voluto solamente parlarvi, una volta tanto, non di politici contemporanei, come spesso avviene, ma di un uomo di grande levatura morale, un grande esempio per noi ragazzi di oggi: Vincenzo Vischi, che proprio in quel 1861, 150 anni fa, fu eletto come primo tranese della storia, nel primo Parlamento italiano. Sempre un tranese, sempre un politico, ma purtroppo poco ricordato, poco celebrato. Tanto è vero, che qualche anno fa, dopo che un camion tranciò di netto la sue effige con lapide in via Ognissanti, per far riparare il tutto fu necessario l'intervento di un cittadino privato, il compianto Michele Ladogana, che a sue spese fece ricostruire la parte lesionata (il naso di Vischi in particolare) oltre a rammodernare l'intera lapide. Se avessimo dovuto aspettare l'amministrazione, la faccia di Vischi sarebbe ancora lì, spaccata. Se fosse stato ancora in vita Ladogana, probabilmente oggi si sarebbe ricordato di Vischi, primo tranese ad essere eletto deputato, prima personalità che, da vero politico pronto a dare il buon esempio, fece della battaglia per la cultura, l'istruzione ed il rispetto dei diritti di tutti i cittadini, senza distinzioni di ceto, una ragione di vita. Proprio come quelli di oggi, che fanno la cultura a brandelli. Insomma, il sapere, la cultura ed il lavoro erano ritenuti dal Vischi vere opportunità perché tutti avessero la possibilità di prendere, come si dice oggi, quell'ascensore sociale, che permetterebbe di evolversi e progredire. Invece meno male che lo stesso Vischi non si è ritrovato a dover convivere con le magagne dei concorsi in cui figurano vincitori i figli, le amiche e le mogli, i nipoti dei politici e gli affiliati di partito, come avvenuto da queste sue parti, di recente. Comunque una bella rivoltata nella tomba l'avremo fatta fare pure a lui. A questo punto il Chiaro e Tondo di oggi avrebbe potuto concludersi qui.
Ma niente da fare. Non ce la faccio. M'imbatto nel messaggio del nostro Pinuccio T., che sceglie come tema il Tricolore, per i 150 anni. Il nostro, per l'occasione, rispolvera una retorica degna del miglior Carducci, roba da "T'amo, pio bove". A momenti mi viene il magone nel leggere: un messaggio strappalacrime che inneggia al passato, al presente ed ancora al passato, alla Bellezza all'eroicità dell'Italia. Un revisionismo letterario che ci riporta a tratti a D'Annunzio, ma in altri punti mi ricorda quelle dolci poesie che c'insegnavano le maestre, quelle che si recitavano tutti insieme, portando il tempo. Per un giorno Pinuccio T., si mette alle spalle le buche "procurate da piogge monsoniche" ( e da materiale di rattoppo di cacchio, nda), i concorsi che danno l'ennesimo e forse ultimo mal di pancia ( ci auguriamo che sia l'ultima scarica, quella finale), le rotonde che si moltiplicano e che metaforicamente richiamano altre parti anatomiche maschili, quelle dei cittadini, che roteano sempre di più, e ci regala questo pezzo di poesia civile per celebrare il Tricolore. Una prova di poesia talmente elevata per cui l'autore non può certo ricordare due particolari da ribrezzo: primo, che milita in un partito, il PDL, che continua un'alleanza di ferro con la Lega e vede il proprio governo tenuto in vita dalla stessa compagine, il cui capo, Bossi Capra Capra Capra Capra, ha più volte ricordato che col tricolore si pulisce il culo. Secondo: che il capo del suo partito, sempre il Pdl, prima di consumare rapporti sessuali all'ultimo colpo di prostata con svariate mignottone , le deliziava col cosiddetto menù tricolore: pomodori, mozzarella e basilico. Insomma come dire che a parte Pinuccio che lo ama poeticamente, nel resto del suo partito il tricolore o pulisce il culo flaccido di Bossi o è andato proprio a puttane, nel vero senso della parola.
Ma niente da fare. Non ce la faccio. M'imbatto nel messaggio del nostro Pinuccio T., che sceglie come tema il Tricolore, per i 150 anni. Il nostro, per l'occasione, rispolvera una retorica degna del miglior Carducci, roba da "T'amo, pio bove". A momenti mi viene il magone nel leggere: un messaggio strappalacrime che inneggia al passato, al presente ed ancora al passato, alla Bellezza all'eroicità dell'Italia. Un revisionismo letterario che ci riporta a tratti a D'Annunzio, ma in altri punti mi ricorda quelle dolci poesie che c'insegnavano le maestre, quelle che si recitavano tutti insieme, portando il tempo. Per un giorno Pinuccio T., si mette alle spalle le buche "procurate da piogge monsoniche" ( e da materiale di rattoppo di cacchio, nda), i concorsi che danno l'ennesimo e forse ultimo mal di pancia ( ci auguriamo che sia l'ultima scarica, quella finale), le rotonde che si moltiplicano e che metaforicamente richiamano altre parti anatomiche maschili, quelle dei cittadini, che roteano sempre di più, e ci regala questo pezzo di poesia civile per celebrare il Tricolore. Una prova di poesia talmente elevata per cui l'autore non può certo ricordare due particolari da ribrezzo: primo, che milita in un partito, il PDL, che continua un'alleanza di ferro con la Lega e vede il proprio governo tenuto in vita dalla stessa compagine, il cui capo, Bossi Capra Capra Capra Capra, ha più volte ricordato che col tricolore si pulisce il culo. Secondo: che il capo del suo partito, sempre il Pdl, prima di consumare rapporti sessuali all'ultimo colpo di prostata con svariate mignottone , le deliziava col cosiddetto menù tricolore: pomodori, mozzarella e basilico. Insomma come dire che a parte Pinuccio che lo ama poeticamente, nel resto del suo partito il tricolore o pulisce il culo flaccido di Bossi o è andato proprio a puttane, nel vero senso della parola.