Chiaro e Tondo
Turistica o non turistica, questo è il dilemma
Chiaro e Tondo 89
martedì 18 agosto 2009
Se la pista ciclabile raddoppia, se il Park and Ride comincia finalmente a prendere piede, se la zona pedonale si allarga sempre più e se una volta per tutte, dopo anni di campagne giornalistiche (anche del sottoscritto), la Cattedrale resta libera dalla nociva vicinanza di auto in movimento, impegnate come in passato, nello struscio dei vari fine settimana, allora forse vuol dire che a Trani qualcosa sta cambiando. Sarebbe ora: è una questione di cultura; da questa e solo da questa si può realmente partire, come base, come contenitore, per poi inserirci idee, provvedimenti, progetti. Il cambiamento di una mentalità, di un modo d'intendere il tempo libero, la sua gestione, partono da una visione della realtà che deve prevedere, senza se e senza ma, la "liberazione" del territorio dalle auto. Una catarsi socio educativa che possa realmente portare Turismo con tutti gli annessi e connessi.
Prima via le auto, prima la "decongestione" dei luoghi aurei della nostra Trani, come pian piano sta avvenendo e poi si potrà seriamente cominciare a parlare, una volta per tutte, di città turistica. Ecco dove sbattevano la testa tutti gli appelli e le iniziative del passato: anche sul serpentone o sulla "macchia larga" di auto che invadevano le piazze, il lungomare, il Porto. Non è più un discorso di tranesi di destra o di sinistra: è un discorso Altro, un iter elevato. Un discorso da tranesi intelligenti. Chi si oppone a questo progetto resta un "troglodita" della sfera socio – culturale e politica. Più ci libereremo del "fardello" automobilistico, più potremo seriamente iniziare a pensare a Trani come città d'arte; poiché liberati saranno, come stanno cominciando ad essere, gli stessi luoghi d'arte. Ci presenteremo come una vera città turistica nella quale più imprenditori decideranno, come stanno facendo, d'investire nella nostra Trani (peccato che si tratti esclusivamente di "attori" forestieri; i tranesi restano spesso a guardare e solo dopo, a bocce ferme, quando hanno perso i vari "tram", ululano, piangono e finiscono con l'accontentarsi del triste strapuntino, uno purchè sia. Da virtuali padroni a schiavi o "camerieri" di qualcuno. Con sempre inalterata capacità di critica sterile. Che peccato.
PS: se l'attuale governo cittadino vorrà con coerenza perseverare sulla strada dell' "ambientalismo" (non partitico, ma puramente volto al bene comune), già intrapresa attraverso il vessillo delle zone pedonali, delle piste ciclabili e della lotta alla cultura "dell'auto a tutti i costi", dovrà investire ora nella creazione di nuove zone verdi, di un parco pubblico, di luoghi dove poter fare sport in sicurezza e attorniati da polmoni verdi. L'assessore all'urbanistica Di Toma ha spesso osservato che il PUG sarebbe stato uno strumento flessibile, nel quale poter inserire, aggiungiamo noi, anche "in corsa", spazi pubblici destinati a verde, sport e svago. Se non si opererà in tale direzione, l'attuale campagna, cui il Sindaco tiene tanto, della rivalutazione socio – culturale – ambientale,partendo dalla lotta alle auto, sarà una "riforma" dimezzata. Se il bilancio prettamente politico di un'amministrazione può facilmente scivolare verso l'insufficienza, i provvedimenti dedicati alla valorizzazione ambientale ( e culturale) possono risollevarne le sorti più di quanto non si pensi. Credete a uno che ha passato le vacanze sulla Penisola Sorrentina e tutto quello di cui parliamo si verifica da anni: a cominciare dallo sgombero dei luoghi turistici chiave dal traffico automobilistico.
Prima via le auto, prima la "decongestione" dei luoghi aurei della nostra Trani, come pian piano sta avvenendo e poi si potrà seriamente cominciare a parlare, una volta per tutte, di città turistica. Ecco dove sbattevano la testa tutti gli appelli e le iniziative del passato: anche sul serpentone o sulla "macchia larga" di auto che invadevano le piazze, il lungomare, il Porto. Non è più un discorso di tranesi di destra o di sinistra: è un discorso Altro, un iter elevato. Un discorso da tranesi intelligenti. Chi si oppone a questo progetto resta un "troglodita" della sfera socio – culturale e politica. Più ci libereremo del "fardello" automobilistico, più potremo seriamente iniziare a pensare a Trani come città d'arte; poiché liberati saranno, come stanno cominciando ad essere, gli stessi luoghi d'arte. Ci presenteremo come una vera città turistica nella quale più imprenditori decideranno, come stanno facendo, d'investire nella nostra Trani (peccato che si tratti esclusivamente di "attori" forestieri; i tranesi restano spesso a guardare e solo dopo, a bocce ferme, quando hanno perso i vari "tram", ululano, piangono e finiscono con l'accontentarsi del triste strapuntino, uno purchè sia. Da virtuali padroni a schiavi o "camerieri" di qualcuno. Con sempre inalterata capacità di critica sterile. Che peccato.
PS: se l'attuale governo cittadino vorrà con coerenza perseverare sulla strada dell' "ambientalismo" (non partitico, ma puramente volto al bene comune), già intrapresa attraverso il vessillo delle zone pedonali, delle piste ciclabili e della lotta alla cultura "dell'auto a tutti i costi", dovrà investire ora nella creazione di nuove zone verdi, di un parco pubblico, di luoghi dove poter fare sport in sicurezza e attorniati da polmoni verdi. L'assessore all'urbanistica Di Toma ha spesso osservato che il PUG sarebbe stato uno strumento flessibile, nel quale poter inserire, aggiungiamo noi, anche "in corsa", spazi pubblici destinati a verde, sport e svago. Se non si opererà in tale direzione, l'attuale campagna, cui il Sindaco tiene tanto, della rivalutazione socio – culturale – ambientale,partendo dalla lotta alle auto, sarà una "riforma" dimezzata. Se il bilancio prettamente politico di un'amministrazione può facilmente scivolare verso l'insufficienza, i provvedimenti dedicati alla valorizzazione ambientale ( e culturale) possono risollevarne le sorti più di quanto non si pensi. Credete a uno che ha passato le vacanze sulla Penisola Sorrentina e tutto quello di cui parliamo si verifica da anni: a cominciare dallo sgombero dei luoghi turistici chiave dal traffico automobilistico.