Dr Hauze
Confusi su tutto ma non sulla paghetta
Dottor Hauze 89
lunedì 4 luglio 2011
Dopo sette mesi di attesa, finalmente, il Consiglio comunale. I consiglieri, di maggioranza e di minoranza, giustamente si erano stancati di fare quasi ogni giorno (retribuite) commissioni dalle quali, pur discettando su problematiche vitali per la nostra povera Trani, non avevano modo di far conoscere, a noi elettori, la loro eccelsa valenza. Ma i tapini anche nella sede consiliare si sono dovuti confrontare sulla vexata quaestio dei gettoni. Si chiederanno i fedeli 23 lettori del Dr Hauze come è possibile che tanto sia potuto accadere dopo che i nostri autorevoli membri avevano fatto tanto per togliersi dalle palpebre quello scassacani di Visibelli che, da consigliere comunale di minoranza, si era ribellato all'aumento sconsiderato ed illegale dei gettoni di presenza? I membri (da noi eletti per questa esecrabile azione) avevano approntato una lacrimevole petizione al sindaco (che paternamente li aveva accontentati) per chiedere la testa del cattivo Visibelli!
Orbene, è successo che in Consiglio comunale un autorevole esponente della maggioranza, Riccardo Gagliardi, per tenere pulite le spiagge abbia proposto di toccare gli intoccabili gettoni di presenza! Gli hanno votato contro gli stessi scandalizzati colleghi di maggioranza ed il sindaco, per prendere le distanze dal collega di partito, è dovuto intervenire con funambolismi dialettici basati su risibili argomenti per sostenere l'esistente contenimento dei costi della politica nella sua amministrazione. Bum! Nessuno, sia della dormiente maggioranza e sia della boccheggiante minoranza, ha ritenuto, pro veritate, di ricordare al primo cittadino i costi del suo gabinetto e le modalità utilizzate per l'affidamento dei lavori. Nessuno! Tutti zitti davanti all'insuperabile incantatore di scimmie (o di serpenti, se si preferisce). Anche se non lo ha detto, in effetti, il sindaco sta facendo risparmiare tanti soldi alle casse comunali: quelli dello stipendio all'assessore all'urbanistica che il Pinuccio cittadino non nomina da un anno, sobbarcandosi lui stesso al gravoso svolgimento del non facile incarico. Mah!
Per incidens, mi si riferisce che i miei accusatori all'epoca si erano scatenati contro di me giustificandosi, ufficialmente, con il fatto che io ,sulla vicenda dei gettoni (invero dopo vari e vani tentativi in loco per bloccare l'illegalità commessa in danno delle casse comunali) alla fine mi fossi rivolto alla magistratura contabile, alla Corte dei conti. Questa motivazione oltre che ad apparire penalmente rilevante e moralmente grave, è totalmente falsa. Essi, in realtà, si sono scagliati contro di me, non perché avessi doverosamente interessato la magistratura contabile, ma perché avevo toccato i loro amati gettoni. Non ci credete? Ora ve lo dimostro. Il consigliere di maggioranza Mario Troysi ha interessato il 4 novembre del 2008 la Corte dei conti sull'opinabile incarico dato dall'Amet all'avvocato Pina Chiarello. E in maggioranza non è successo niente. La Corte dei conti pare che ora abbia chiesto chiarimenti all'Amet e ancora non è successo niente al consigliere di maggioranza. Per cui, de plano, per la casta locale il punto dolente non è l'interessamento della Corte dei conti ma i gettoni di presenza.
Detto questo, seppur con lo stomaco in disordine, riprendo la rubrica ma su argomenti più contingenti.
Area mercatale e contratto di quartiere - Come ho già evidenziato, nella scorsa settimana si è svolto, dopo vari mesi, un Consiglio comunale che, oltre al bilancio, ha approvato una serie di atti connessi, fra i quali il piano delle alienazioni e valorizzazioni immobiliari e il programma triennale delle opere pubbliche. Per la verità era all'ordine del giorno anche l'approvazione della proposta di permuta fra capannoni Ruggia ed area del poligono, provvedimento ritirato. Dall'insieme di questi provvedimenti, il complesso dei capannoni Ruggia (superficie complessiva tra aree coperte e scoperte pari a 10.043 metri quadri) da una parte dovrebbe ospitare il mercato ittico e ortofrutticolo (sfrattato da piazza Longobardi e con una spesa prevista di ben 125mila euro) e dall'altra dovrebbe ospitare un'area da adibire a parcheggio. Bum! Nonostante queste pregnanti destinazioni, il complesso in questione è tuttora compreso nell'elenco dei beni da alienare. Viene da dire: poche idee, ma ben confuse! Che senso ha spendere denaro pubblico per un trasferimento di parte dell'area mercatale, che a tutti gli effetti sarebbe solo temporaneo?
L'attento lettore si chiederà: ma se non si sposta il mercato ittico e ortofrutticolo nel complesso dei capannoni Ruggia, dove lo si sposta, tenuto conto che vi è anche dell'ordinanza del marzo scorso che impone lo spostamento dell'area mercatale dall'area prospiciente il viadotto della statale 16 bis, atteso anche che la sistemazione attuale impedisce ai numerosi cittadini residenti nella ex 167 di poter accedere alle proprie abitazioni con il proprio mezzo nel giorno di mercato? E' presto detto: nella variante al piano di zona, propedeutica all'approvazione del contratto di quartiere, fu individuata un'area di 8.988 metri quadrati a cavallo fra via delle Tufare e via dei Cappuccini, da adibire ad area mercatale ed a presidio di polizia di Stato (si veda la tavola 5 dell'elaborato consultabile sul sito del Comune di Trani). Quest'area, unitamente alla parte destinata alla realizzazione del lotto F1/F5, è stata acquistata dall'impresa Manna già dal gennaio scorso (e tale acquisto è stato comunicato al Comune). Tuttavia la beneamata impresa, oltre a non iniziare i lavori per le abitazioni di coloro che hanno dato da anni gli acconti, non ha ancora provveduto a cedere l'area in questione, sebbene si fosse obbligata a farlo, come da convenzione sottoscritta a suo tempo (e nella quale, per la verità, aveva dichiarato falsamente di avere già la disponibilità dei suoli in questione).
Se i tanto lodati SS.RR.CC facessero rispettare gli atti sottoscritti e registrati, oggi il Comune di Trani avrebbe la disponibilità di un'area strategica per il trasferimento parziale dell'area mercatale: l'area in questione confin con il suolo recentemente ceduto dall'attuale proprietà dell'area dell'ex oleificio Ferrara al Comune di Trani (2.279 metri quadri). In altre parole oggi il Comune potrebbe avere facilmente la piena disponibilità di un'area inedificata di ben 11.267 metri quadri, nella quale trasferire il mercato ittico e ortofrutticolo, nonché parte dell'area mercatale. Ma vi è di più: poiché l'area da destinare al mercato settimanale verrebbe utilizzata solo il martedì, sarebbe possibile, con un'opportuna progettazione, prevedere altri usi nel corso della settimana. Per esempio si potrebbero tenere in tale luogo concerti e manifestazioni, in modo da animare il quartiere, senza dover necessariamente far ricorso a luoghi quale il piazzale della Cattedrale o del monastero, con annessi problemi. Sveglia, stipendiati comunali!
Occupazioni di suolo pubblico - Sul web sono sempre più numerose le segnalazioni di occupazioni di suolo pubblico che vanno ben al di là dell'autorizzato o dell'autorizzabile. Se si percorre il lungomare o il centro storico, non occorre essere dei tecnici per comprendere che certe occupazioni siano palesemente irregolari. Mi chiedo: è così difficile trovare un modo per evidenziare a terra il perimetro del suolo pubblico effettivamente autorizzato, in modo che sia i cittadini, sia coloro che sono preposti alla vigilanza possano immediatamente rendersi conto delle situazioni irregolari? Pongo inoltre una questione di regolarità di talune attività. Mi spiego meglio: c'è un rapporto massimo fra superficie di suolo pubblico occupabile e superficie coperta delle attività commerciali? La domanda non è capziosa: quando un esercizio chiede il rilascio dell'autorizzazione, deve dimostrare di avere delle dotazioni (cucine, laboratorio, bagni per il personale e per i clienti), rapportato alla capienza del locale stesso. Se, come spesso accade, la superficie coperta è limitata, vengono anche concesse delle deroghe alle normative (se lo spazio è limitato è anche giusto arrangiarsi con quello che si ha). Però se poi si concedono ampi spazi all'aperto (ed a maggior ragione per quei gestori che occupano abusivamente ulteriore spazio), taluni rapporti fra capienza effettiva ed attrezzature vengono alterati in modo significativo.
Infine una nota sulle occupazioni di suolo pubblico sul lungomare: alcune installazioni presenti hanno perso la caratteristica di precarietà divenendo delle costruzioni praticamente permanenti, in sostanziale deroga al regolamento edilizio. Ma al Comune si preferisce non vedere. Evidentemente sono assiduamente impegnati in pratiche manuali onanistiche che (ci dicevano da ragazzi) fanno diventare ciechi! Suggerisco pertanto, per quanto sopra esposto, che si provveda ad una verifica delle situazioni, non con intenti persecutori, ma con il semplice scopo del ripristino della legalità. Scusate se chiedo troppo.
Lavori stradali - Percorrendo talune strade cittadine (ad esempio via Umberto), anche un occhio non particolarmente attento, si rende conto che lo stato di degrado è connesso ai lavori per i sottoservizi non eseguiti a regola d'arte. Da pochi anni il nuovo regolamento impone precise modalità esecutive dei lavori e tuttavia vi sono casi di lavori anche relativamente recenti in cui si sono verificati cedimenti dovuti alla pessima esecuzione dei lavori. Controllate via San Giovanni Russo. Possibile che il Comune di Trani debba provvedere a riparare danni creati da altri?
I gestori delle reti raramente eseguono in proprio i lavori di manutenzione (affidandosi ad appaltatori, spesso scelti, in base al prezzo più basso) ed in genere sono più inclini a verificare i lavori alle reti e non già le opere complementari, come i rinterri e le asfaltature. Mi rendo conto che l'ufficio tecnico non disponga di personale sufficiente a controllare tutti i cantieri che vengono aperti dai gestori (luce, gas, acqua, fogna, fonia). Mi permetto allora di fare una proposta: imporre ai gestori delle reti di sottoscrivere apposita polizza assicurativa, di opportuno importo, che garantisca, in caso di lavori mal eseguiti, il risarcimento dei costi di ripristino. In questo modo sarebbero i periti delle compagnie assicurative a sorvegliare i cantieri per garantire che i lavori vengano fatti a regola d'arte.
Parcheggi a pagamento - In attesa di verificare cosa emerga dall'inevitabile periodo di rodaggio del servizio di sosta a pagamento, non posso esimermi dall'evidenziare una situazione paradossale che si è venuta a creare con l'installazione della segnaletica verticale: in tutte le aree destinate a sosta a pagamento sono stati installati nuovi pali di sostegno per la segnaletica verticale, anche dove, a poche decine di centimetri, c'erano già pali liberi perfettamente adatti per posizionare la segnaletica. Il record spetta all'angolo fra corso Vittorio Emanuele e via De Roggiero, dove i due pali, vecchio e nuovo, sono praticamente a contatto fra di loro. Con tutta la buona volontà e fantasia non sono riuscito a trovare una motivazione che impedisse di riciclare (con evidente risparmio di costi) i pali preesistenti ed inutilizzati. Se qualcuno mi fornisse una spiegazione razionale, gliene sarei grato.
E per questa volta è sufficiente. Hauze
Un'ultima cosa: andate a vedere la porcata creata in piazza della Repubblica all'angolo con via Cavour (direzione stazione): metà delle transenne parapedonali sono della beneamata Every Way e metà sono della vecchia recinzione. Perché? Ve lo spiego nel prossimo Dr. Hauze.
Orbene, è successo che in Consiglio comunale un autorevole esponente della maggioranza, Riccardo Gagliardi, per tenere pulite le spiagge abbia proposto di toccare gli intoccabili gettoni di presenza! Gli hanno votato contro gli stessi scandalizzati colleghi di maggioranza ed il sindaco, per prendere le distanze dal collega di partito, è dovuto intervenire con funambolismi dialettici basati su risibili argomenti per sostenere l'esistente contenimento dei costi della politica nella sua amministrazione. Bum! Nessuno, sia della dormiente maggioranza e sia della boccheggiante minoranza, ha ritenuto, pro veritate, di ricordare al primo cittadino i costi del suo gabinetto e le modalità utilizzate per l'affidamento dei lavori. Nessuno! Tutti zitti davanti all'insuperabile incantatore di scimmie (o di serpenti, se si preferisce). Anche se non lo ha detto, in effetti, il sindaco sta facendo risparmiare tanti soldi alle casse comunali: quelli dello stipendio all'assessore all'urbanistica che il Pinuccio cittadino non nomina da un anno, sobbarcandosi lui stesso al gravoso svolgimento del non facile incarico. Mah!
Per incidens, mi si riferisce che i miei accusatori all'epoca si erano scatenati contro di me giustificandosi, ufficialmente, con il fatto che io ,sulla vicenda dei gettoni (invero dopo vari e vani tentativi in loco per bloccare l'illegalità commessa in danno delle casse comunali) alla fine mi fossi rivolto alla magistratura contabile, alla Corte dei conti. Questa motivazione oltre che ad apparire penalmente rilevante e moralmente grave, è totalmente falsa. Essi, in realtà, si sono scagliati contro di me, non perché avessi doverosamente interessato la magistratura contabile, ma perché avevo toccato i loro amati gettoni. Non ci credete? Ora ve lo dimostro. Il consigliere di maggioranza Mario Troysi ha interessato il 4 novembre del 2008 la Corte dei conti sull'opinabile incarico dato dall'Amet all'avvocato Pina Chiarello. E in maggioranza non è successo niente. La Corte dei conti pare che ora abbia chiesto chiarimenti all'Amet e ancora non è successo niente al consigliere di maggioranza. Per cui, de plano, per la casta locale il punto dolente non è l'interessamento della Corte dei conti ma i gettoni di presenza.
Detto questo, seppur con lo stomaco in disordine, riprendo la rubrica ma su argomenti più contingenti.
Area mercatale e contratto di quartiere - Come ho già evidenziato, nella scorsa settimana si è svolto, dopo vari mesi, un Consiglio comunale che, oltre al bilancio, ha approvato una serie di atti connessi, fra i quali il piano delle alienazioni e valorizzazioni immobiliari e il programma triennale delle opere pubbliche. Per la verità era all'ordine del giorno anche l'approvazione della proposta di permuta fra capannoni Ruggia ed area del poligono, provvedimento ritirato. Dall'insieme di questi provvedimenti, il complesso dei capannoni Ruggia (superficie complessiva tra aree coperte e scoperte pari a 10.043 metri quadri) da una parte dovrebbe ospitare il mercato ittico e ortofrutticolo (sfrattato da piazza Longobardi e con una spesa prevista di ben 125mila euro) e dall'altra dovrebbe ospitare un'area da adibire a parcheggio. Bum! Nonostante queste pregnanti destinazioni, il complesso in questione è tuttora compreso nell'elenco dei beni da alienare. Viene da dire: poche idee, ma ben confuse! Che senso ha spendere denaro pubblico per un trasferimento di parte dell'area mercatale, che a tutti gli effetti sarebbe solo temporaneo?
L'attento lettore si chiederà: ma se non si sposta il mercato ittico e ortofrutticolo nel complesso dei capannoni Ruggia, dove lo si sposta, tenuto conto che vi è anche dell'ordinanza del marzo scorso che impone lo spostamento dell'area mercatale dall'area prospiciente il viadotto della statale 16 bis, atteso anche che la sistemazione attuale impedisce ai numerosi cittadini residenti nella ex 167 di poter accedere alle proprie abitazioni con il proprio mezzo nel giorno di mercato? E' presto detto: nella variante al piano di zona, propedeutica all'approvazione del contratto di quartiere, fu individuata un'area di 8.988 metri quadrati a cavallo fra via delle Tufare e via dei Cappuccini, da adibire ad area mercatale ed a presidio di polizia di Stato (si veda la tavola 5 dell'elaborato consultabile sul sito del Comune di Trani). Quest'area, unitamente alla parte destinata alla realizzazione del lotto F1/F5, è stata acquistata dall'impresa Manna già dal gennaio scorso (e tale acquisto è stato comunicato al Comune). Tuttavia la beneamata impresa, oltre a non iniziare i lavori per le abitazioni di coloro che hanno dato da anni gli acconti, non ha ancora provveduto a cedere l'area in questione, sebbene si fosse obbligata a farlo, come da convenzione sottoscritta a suo tempo (e nella quale, per la verità, aveva dichiarato falsamente di avere già la disponibilità dei suoli in questione).
Se i tanto lodati SS.RR.CC facessero rispettare gli atti sottoscritti e registrati, oggi il Comune di Trani avrebbe la disponibilità di un'area strategica per il trasferimento parziale dell'area mercatale: l'area in questione confin con il suolo recentemente ceduto dall'attuale proprietà dell'area dell'ex oleificio Ferrara al Comune di Trani (2.279 metri quadri). In altre parole oggi il Comune potrebbe avere facilmente la piena disponibilità di un'area inedificata di ben 11.267 metri quadri, nella quale trasferire il mercato ittico e ortofrutticolo, nonché parte dell'area mercatale. Ma vi è di più: poiché l'area da destinare al mercato settimanale verrebbe utilizzata solo il martedì, sarebbe possibile, con un'opportuna progettazione, prevedere altri usi nel corso della settimana. Per esempio si potrebbero tenere in tale luogo concerti e manifestazioni, in modo da animare il quartiere, senza dover necessariamente far ricorso a luoghi quale il piazzale della Cattedrale o del monastero, con annessi problemi. Sveglia, stipendiati comunali!
Occupazioni di suolo pubblico - Sul web sono sempre più numerose le segnalazioni di occupazioni di suolo pubblico che vanno ben al di là dell'autorizzato o dell'autorizzabile. Se si percorre il lungomare o il centro storico, non occorre essere dei tecnici per comprendere che certe occupazioni siano palesemente irregolari. Mi chiedo: è così difficile trovare un modo per evidenziare a terra il perimetro del suolo pubblico effettivamente autorizzato, in modo che sia i cittadini, sia coloro che sono preposti alla vigilanza possano immediatamente rendersi conto delle situazioni irregolari? Pongo inoltre una questione di regolarità di talune attività. Mi spiego meglio: c'è un rapporto massimo fra superficie di suolo pubblico occupabile e superficie coperta delle attività commerciali? La domanda non è capziosa: quando un esercizio chiede il rilascio dell'autorizzazione, deve dimostrare di avere delle dotazioni (cucine, laboratorio, bagni per il personale e per i clienti), rapportato alla capienza del locale stesso. Se, come spesso accade, la superficie coperta è limitata, vengono anche concesse delle deroghe alle normative (se lo spazio è limitato è anche giusto arrangiarsi con quello che si ha). Però se poi si concedono ampi spazi all'aperto (ed a maggior ragione per quei gestori che occupano abusivamente ulteriore spazio), taluni rapporti fra capienza effettiva ed attrezzature vengono alterati in modo significativo.
Infine una nota sulle occupazioni di suolo pubblico sul lungomare: alcune installazioni presenti hanno perso la caratteristica di precarietà divenendo delle costruzioni praticamente permanenti, in sostanziale deroga al regolamento edilizio. Ma al Comune si preferisce non vedere. Evidentemente sono assiduamente impegnati in pratiche manuali onanistiche che (ci dicevano da ragazzi) fanno diventare ciechi! Suggerisco pertanto, per quanto sopra esposto, che si provveda ad una verifica delle situazioni, non con intenti persecutori, ma con il semplice scopo del ripristino della legalità. Scusate se chiedo troppo.
Lavori stradali - Percorrendo talune strade cittadine (ad esempio via Umberto), anche un occhio non particolarmente attento, si rende conto che lo stato di degrado è connesso ai lavori per i sottoservizi non eseguiti a regola d'arte. Da pochi anni il nuovo regolamento impone precise modalità esecutive dei lavori e tuttavia vi sono casi di lavori anche relativamente recenti in cui si sono verificati cedimenti dovuti alla pessima esecuzione dei lavori. Controllate via San Giovanni Russo. Possibile che il Comune di Trani debba provvedere a riparare danni creati da altri?
I gestori delle reti raramente eseguono in proprio i lavori di manutenzione (affidandosi ad appaltatori, spesso scelti, in base al prezzo più basso) ed in genere sono più inclini a verificare i lavori alle reti e non già le opere complementari, come i rinterri e le asfaltature. Mi rendo conto che l'ufficio tecnico non disponga di personale sufficiente a controllare tutti i cantieri che vengono aperti dai gestori (luce, gas, acqua, fogna, fonia). Mi permetto allora di fare una proposta: imporre ai gestori delle reti di sottoscrivere apposita polizza assicurativa, di opportuno importo, che garantisca, in caso di lavori mal eseguiti, il risarcimento dei costi di ripristino. In questo modo sarebbero i periti delle compagnie assicurative a sorvegliare i cantieri per garantire che i lavori vengano fatti a regola d'arte.
Parcheggi a pagamento - In attesa di verificare cosa emerga dall'inevitabile periodo di rodaggio del servizio di sosta a pagamento, non posso esimermi dall'evidenziare una situazione paradossale che si è venuta a creare con l'installazione della segnaletica verticale: in tutte le aree destinate a sosta a pagamento sono stati installati nuovi pali di sostegno per la segnaletica verticale, anche dove, a poche decine di centimetri, c'erano già pali liberi perfettamente adatti per posizionare la segnaletica. Il record spetta all'angolo fra corso Vittorio Emanuele e via De Roggiero, dove i due pali, vecchio e nuovo, sono praticamente a contatto fra di loro. Con tutta la buona volontà e fantasia non sono riuscito a trovare una motivazione che impedisse di riciclare (con evidente risparmio di costi) i pali preesistenti ed inutilizzati. Se qualcuno mi fornisse una spiegazione razionale, gliene sarei grato.
E per questa volta è sufficiente. Hauze
Un'ultima cosa: andate a vedere la porcata creata in piazza della Repubblica all'angolo con via Cavour (direzione stazione): metà delle transenne parapedonali sono della beneamata Every Way e metà sono della vecchia recinzione. Perché? Ve lo spiego nel prossimo Dr. Hauze.